Non siete obbligat* a leggere questa parte, ma penso vi serva per capire meglio il pensiero dietro alla mia opera. Nel caso foste comunque interessat* o curios*, vi lascio tutta la spiegazione qui, finendo ufficialmente la pubblicazione.
Era il 20 novembre del 2022 quando riaprii il diario dopo mesi. Una data che avrebbe dovuto simboleggiare il primo anniversario della mia relazione. Ebbene, ora rimane solo un giorno come tanti, perché non ci siamo nemmeno arrivati a un anno io e questa persona.
Il diario lo avevo sigillato in una di quelle buste gialle per le spedizioni, con l'idea che forse un giorno ne avrei fatto qualcosa, e poi riposto nel punto più alto della mia libreria. Sentivo che volevo chiudere per sempre un capitolo cupo della mia vita, ma nonostante tutto, era lì in alto. Avevo deciso, in onore di quella che sarebbe dovuta essere una felice ricorrenza, di riaprire la busta e rileggere tutto ciò che avevo scritto. Forse, a spingermi nel riaprirlo ci ha messo lo zampino un po' la nostalgia, un po' la curiosità.
Inizialmente scrivevo in queste pagine con l'intento di intrattenere quello che era all'epoca il mio partner. Era stato lui ad ispirarmi-forse lo ha fatto involontariamente Kafka-, descrivendo nei minimi dettagli la sua giornata in lockdown, e perchè no, avrei potuto intrattenerlo anch'io, ma più in grande. Ho finito così per scrivere di lui, a lui, di me, di ciò che provavo, di ciò che mi circondava, di varie tematiche. L'ho anche criticato, è vero, ma così facendo ho sperato che, se un giorno lo avesse letto, si sarebbe reso conto di come trattava gli altri, e sarebbe stato più consapevole dei suoi lati meno piacevoli con i quali mi dovevo interfacciare anch'io. È vero anche che, nel diario sono io stessa a cambiare come persona, perchè la percezione che ho della mia persona si modifica ogni anno che passa, come un rettile che cambia la sua muta. Ho messo a confronto la me del 2019, del 2020, del 2021 e infine del 2022. Quanta strada è stata fatta, eppure, io procrastinatrice seriale e perfezionista, non mi rendo mai conto e pretendo da me stessa la luna.
Rileggere il tutto dalla prima pagina fino all'ultima è stato un iter complesso, piacevole a tratti, per poi trasformarsi in una strana angoscia. È stato come riaprire una ferita per buttarci sopra dell'acqua ossigenata, creando del fastidio accompagnato da un bruciore interiore. Proseguendo la lettura mi sono commossa e ho pensato che alcune cose non me le meritavo, e che non avevo colpa di niente di ciò che avevo scritto. Non è stata una passeggiata ripercorrere quelle pagine impregnate di disperazione, è stata proprio quest'ultima a sostituire l'intrattenimento, e non riesco a pensare se non avessi scritto in quei momenti critici.
Questo diario è stata la scappatoia in uno dei periodi più bui dei miei vent'anni, grazie a lui, mi sono salvata solo scrivendo. Ho così riscoperto il piacere della scrittura, che avevo accantonato, ma che ho ripreso, e cosa migliore non potevo fare se non documentare tutto quello che vivevo durante la pandemia. Per non parlare poi della segretezza di questo diario. Non avevo condiviso nulla con i miei amici e penso non si aspettavano che avessi scritto qualcosa inerente alla pandemia e alla mia relazione. Credo di averli sorpresi, un po' come il mio professore di letteratura russa, al quale ho detto di aver scritto un intero diario e ha risposto "Interessante!".
Non ho mai pensato in due anni, prima del 2023, di farlo leggere a qualcuno o addirittura pubblicarlo da qualche parte. Anzi, il mio pensiero in principio era bruciarlo nella stufa del rustico in campagna della mia amica. Un'idea da brava piromane, come gli autori russi del '900, i quali poco convinti delle loro opere, le distruggevano dandogli fuoco, ma lì era implicato anche il regime sovietico, che vietava l'esistenza di certi testi. Il concetto era quello di disfarmi del dolore provato su quelle pagine che sarebbero state carbonizzate per sempre dalle fiamme. Nella mia testa, il dolore si sarebbe polverizzato così nell'aria durante una fredda serata, mentre ci saremo scaldati dentro con i miei amici, i quali sarebbero rimasti ignari di cosa potesse racchiudere quel libretto. In questo modo, avrei chiuso definitivamente con il passato, senza farmi perseguitare più. Ero convinta che avrei fatto così, senza troppe domande da loro, avrei messo a fuoco quella busta contenente il diario, simbolo delle mie speranze e delusioni. Doveva essere questo il suo finale, dato che non l'ho fatto più recapitare al destinatario.
Ed eccomi qui ora, dopo quasi tre anni a pubblicare parte del mio quotidiano e dei pensieri più intimi. Ma a dire la verità, è nato come uno scherzo o, meglio, un esperimento qui su Wattpad, dove sono ritornata dopo quasi dieci anni, ma con un contenuto ben diverso dal 2014. Non ho voluto pubblicare questo diario sottoforma di romanzo, poiché ce ne sono una miriade qui, e ho preferito mantenere la sua forma originale, meno impegnativa, ma altrettanto rilevante.
"Cosa potrà mai succedere? Tanto non leggerà nessuno"
Non mi aspettavo niente. Nemmeno che venisse letto, neanche gli davo un mese ad essere sincera. A chi avrebbe dovuto importare dopo tre anni di ciò che ha vissuto una ventiquattrenne in casa? Invece ciò che è venuto fuori, azzardando, mi ha stupita un bel po'. Non pensavo che un diario potesse interessare a qualcuno lì fuori, come non pensavo che avrei ricevuto così tanto supporto da persone che non conosco, ma si sono riviste tra le righe di queste pagine. In molte e molti avete commentato dandomi la vostra opinione, condividendo il disagio, gioendo insieme, ed è stato rassicurante.
Ho realizzato infine, di non essere una causa persa, perchè in ritardo con i tempi solo perchè ho ricevuto "un'ammaccatura" che non è mai dipesa da me. Sono evoluta in questi ultimi anni, in un'altra persona, e ho finalmente accettato di essere una donna parecchio complessa, il che ci sta tutto. Ho speso tanto tempo torturandomi, sentendomi stupida e non abbastanza per la società in cui viviamo, ma tutto ciò che ci vuole è tempo. Se sono riuscita a sopravvivere alla pandemia, ora sono capace di tutto. Oltre a dare voce a me stessa tramite il diario, ho voluto dedicarlo alle persone che hanno sofferto in varie condizioni durante la pandemia, il mio pensiero va anche a loro.
Ho finito per scrivere a me stessa in questo diario, ricordandomi che sono umana, finalmente ho approvato anche questo lato e so di essere forte. Nonostante volessi sbarazzarmene ad un certo punto, ho pensato che non andasse fatto e bisognasse sfruttare ciò che abbiamo vissuto collettivamente. Magari rileggendolo un giorno in futuro, finirò per rendermi conto che posso fronteggiare qualsiasi intralcio che si presenta e che se ce l'ho fatta una volta, posso farlo di nuovo.
Sappiate che gli ultimi capitoli sono stati scritti solo ultimamente, perché mi ero fermata dopo aver interrotto la mia relazione, e non riuscivo più a scrivere sul cartaceo. Spero di non aver ammorbato troppo sulla questione pandemia, ma ho sentito il bisogno di diffondere quest'esperienza, cercando di fondere sempre un pizzico di ironia anche nel diario fisico, per non appesantire il contenuto. Riportare le parti iniziali è stato come rivivere nuovamente i primi lockdown e mi è capitato di piangere solo al ricordo mentre copiavo il tutto sul pc.
Grazie ai miei amici, ognuno di voi mi ha supportata a modo suo, iscrivendosi anche su questa piattaforma. E un grande ringraziamento va alla mia famiglia, che mi sostiene ancora oggi e crede in me.
Grazie di cuore a tutta la comunità di Wattpad ♡.
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Due settimane in vacanza
Historical FictionLa mia voce, oltre a far parte dell'archivio sonoro di Roma, starà nell'inchiostro di queste ottantuno pagine di diario che vi dedico. Cover credit to model: Kiranjeet Gill