Mani vuote

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Non so come, ultimamente, sto recuperando tutto il sonno perso negli ultimi due anni, ed è bellissimo, potersi svegliare riposata dopo una dormita rigenerante. Ed è così surreale, che stamattina, quando è suonata la sveglia, stavo per rigirarmi e continuare a dormire. Per un attimo ho pensato "Perchè suona la sveglia di sabato? Ah, sì... ci dobbiamo vedere".

Ammetto che per un momento me ne ero totalmente dimenticata del nostro appuntamento, ma da qualche mese il sonno si è regolarizzato di nuovo, che rimango anch'io incredula quando appoggio la testa sul cuscino verso le 22:00 e mi addormento. Mamma di tanto in tanto, sta lì accanto a me a blaterare riguardo la sua giornata e io invece cado assonata sul guanciale, senza riuscire più a dire nulla. Eppure, è così soddisfacente addormentarsi dopo aver faticato durante la giornata, l'insonnia non so più neanche cosa sia. Via la melatonina, via gli asmr, via qualsiasi ausilio che mi faccia addormentare. Potrebbe sembrare buffo, ma è un sogno aver ripreso a dormire normalmente dopo così tanto tempo.

Oltre ad aver dormito come un ghiro, è anche una bella giornata, direi che ho fatto bingo a questo punto, servono solo un paio di raggi di sole fuori e rivivo come non mai.

Amo tante cose, così come ne odio altrettante, ad esempio i ritardatari.

"Scusa, mi ero rimesso a dormire. Ritarderò".

Quando mi hai avvisata questa mattina che avresti fatto ritardo di un'ora e qualcosa, me ne stavo per tornare a casa con il primo treno, hai detto che avresti ritardato, certo, ma così per me era troppo, anche perchè sapevi che avremo dovuto vederci oggi. Inutile dire, che per quei 5 minuti che hai dormito, c'è stato un effetto domino successivamente: attesa al bagno, autobus perso, la metro che va a rilento, insomma, una dopo l'altra. Ed io in libreria come una scema ad aspettare, non sapendo più che libri guardare,

Tendenzialmente sono una persona in orario, detesto ritardare, perchè non credo di dovermi far aspettare, non ci vedo nulla di gagliardo, si tratta semplicemente di serietà verso l'impegni che hai preso, e a questo punto, oltre esser venuta incontro, ho dovuto aspettare aggiornamenti ad ogni tuo movimento. Io sono riuscita a rinunciare al sonno oggi, mentre tu...beh mentre tu sapevi che avevamo programmato l'uscita da un bel po'.

Indovina un po'?

Ho pazientato e sono comunque rimasta ad aspettarti, facendomi anche qualche giro per Termini e andando a fare una seconda colazione, così da non essere ancora più nervosa, e per fortuna che ho mangiato nuovamente, sarebbe finita male la mattinata. E poi avevo da darti il regalo. Che odio però i ritardatari. Prima o poi girerò i tacchi e me ne andrò lasciando chicchessia lì, appeso al nulla in un'attesa infinita. Andata ormai così, abbiamo sprecato anche la nostra possibilità di pranzare al KFC, ne ero così entusiasta, ma niente, era tardi.

Che tu ci creda o meno, è passato un mese da quando ci siamo visti l'ultima volta, quindi ero contenta di rivederti, e il fatto che dovevamo recuperare quello che avremmo dovuto fare, mi ha fatta stare di nuovo tranquilla.

Andare a vedere la piccola Londra è stato come un tuffo nel passato, come quando ho attraversato Notting Hill nel 2013, peccato solo per l'umidità, ma siamo a dicembre, quindi è lecita come cosa. Avresti dovuto vedere la tua faccia quando ho chiesto di scattarmi qualche foto da te, esilarante. "È arrivato quel momento", ebbene sì, non ero mai stata così in imbarazzo da un bel po', per un attimo ho compreso cosa prova Chiara Ferragni, mentre tu eri perfettamente nei panni di Fedez, ops. So che non sei il tipo che scatta foto e se le fa fare, almeno che uno ci riesca di nascosto senza che te ne accorga, sei un po' come un cerbiatto allo zoo, che sta nella sua posa naturale, ma che se si accorge della presenza di qualcuno che scatta foto, si spaventa, ma in questo caso tu ti imbarazzi. È una cosa tenera.

Nonostante siamo alla fine di un altro anno, il 2021, siamo potuti comunque stare all'aperto con la coperta, nulla lo ha impedito. Mi piaceva la pace che c'era una volta stesi sotto il sole, vicino il laghetto dell'Eur, certo non mi aspettavo tutta quella gente attorno, e che ne arrivasse ancora, credo che fosse sabato anche per loro oltre che per noi. Non mi aspettavo nemmeno quel bacio ardente dopo lo scarto del regalo. Ero contenta ti fosse piaciuto, e dato il bacio, credo che tu abbia apprezzato molto il pensiero. Spero venga messo su una mensola e quando lo vedrai, ti possa ricordare di scrivermi.

Una cosa a cui non ero pronta, sono stati la miriade di baci che mi hai dato, nessuno credo me ne abbia dati così tanti, anzi, ne sono certa, per non parlare di quanto fosse piacevole vederti con lo sfondo del cielo, che metteva in risalto il tuo viso. Gli occhi, che sono la parte più bella, anche se sottovalutata perchè marroni, non si vedevano un granché, per via della fratta di capelli che ti è cresciuta. Ho perso il conto delle volte che ti ho spostato i capelli dalla fronte.

La giornata l'abbiamo poi conclusa con le nostre prime foto insieme, durante la golden hour, avremo un ricordo in più per noi. Nel tragitto per il ritorno, mentre guardavo fuori dal finestrino, pensavo a quanto fossi stata bene e in pace con tutto, con me stessa, con te e con l'intero cosmo. Il mio animo evidentemente cerca questo, la pace che gli è stata tolta con tutto il caos da quando è iniziata la pandemia.

Che sia il famoso sole che esce dopo la tempesta questo stato di tranquillità che provo?

Avrei voluto tanto pensarla così, ma tornando a casa, alla domanda "E a te cosa ha regalato?", sono rimasta in silenzio, e dentro di me realizzavo che ero tornata con il nulla, neanche un fiore. Quella frase non ha fatto altro che alimentare l'overthinking, già alle stelle di suo, però mi ha permesso di riflettere abbastanza dall'aver visto che non ti fosse venuto in mente nulla per me. È così assurdo che una persona, dopo tutto questo tempo, con cui sto a contatto nonostante la distanza, non le venga in mente nulla da regalarmi? In tutte quelle ore non ha capito minimamente qualcosa di me e miei gusti che ho?

Mamma era curiosa nel sapere cosa mi fosse stato dato per Natale, ma ho bisbigliato qualcosa di incomprensibile, e penso abbia capito tutta la situazione "Maria, è quasi Natale, un tipo così lo lascerei". Ho in un certo senso provato a giustificare una persona, e nonostante si trattasse di una cosa sciocca, contemporaneamente era grave. Avevo provato a non notarlo al parco, ma speravo che in quello zaino grande che ti eri portato, ci fosse qualcosa che ti faceva pensare a me. Ho provato rammarico, perché mi ha portata indietro a quando mio padre era tornato da Mosca, dicendomi di avermi portato una bambola, ma che aveva dimenticato su qualche mezzo, bambola che non ho mai visto, e per la tenera età che avevo, le sue bugie non erano per niente credibili. È un paragone orrendo e forte da fare ora come ora, ma l'unica persona che hai emulato con questo comportamento, è lui.
Sarebbe stato carino avere qualcosa l'uno dell'altro in occasione delle festività, lo ammetto, ma oltre che in ritardo, sei venuto anche a mani vuote.

Due settimane in vacanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora