"Come ti sei permessa a guardare il mio registro delle chiamate?" dissi sconvolto.
"Signor Kyle, penso che questo sia l'ultimo dei suoi problemi. " disse arrabbiata.Odiavo il fatto che stava cominciando a chiamarmi per cognome, la sentivo distante.
" Chloe, non sono la spia. Hai capito male.. Mi hanno chiesto un colloquio ma io non c'entro con le incomprensioni che si sono create tra le aziende. " dissi preoccupato e avevo paura.Ma non paura di lei o di cosa potesse succedere, avevo paura di perderla. Non mi era mai successo con nessuna donna.
Fece una leggera risatina indifferente, guardando verso il divano.
"Pensi che io me la beva?" disse puntando i suoi occhi su di me. Trasmettevano odio ma allo stesso tempo delusione. Sembrava combattuta. Distolse lo sguardo, notando come io leggessi dentro i suoi occhi, come se non volesse che io la comprendessi.
"Signor Kyle, domani puntuale a lavoro. " disse indifferente andando verso la porta. Non mi sta licenziando? Pensava che io danneggiassi l'azienda, che li avessi traditi e continuava a volermi a lavoro?Evidentemente in fondo neanche lei voleva crederci.
Prima che lei si chiudesse la porta alle spalle, misi un piede nello stipite e la riaprii.
"Chloe, aspetta. " dissi prendendola per il gomito. Lei guardò la mia mano che teneva il suo gomito e poi me. Lasciai la presa, capendo che le dasse fastidio.
" Perché? " dissi istintivamente dando voce ai miei pensieri.
" Cosa? " disse lei accigliata a pochi centimetri dal mio viso.
"Perché non mi stai licenziando?" dissi confuso e con il cuore che batteva velocemente.
Guardò le mie labbra per poi puntare il suo sguardo di ghiaccio nei miei occhi.
"Perché sono incapace di lasciarti andare. " disse con voce quasi ridotta ad un sussurro. Il mio cuore fece i salti di gioia.
Lo squillo che proveniva dal suo cellulare interruppe il nostro momento. Era bipolare.Attimi di rabbia ridotti poi in attimi di questo tipo.
"Che vuoi?" rispose lei al telefono. La voce dall'altra parte del telefono sembrava maschile, cercavo di comprendere cosa diceva ma era impossibile.
Ero geloso? Si, stavo letteralmente sclerando.
"Non mi interessa Josh. " disse per poi chiudere la chiamata indifferente.
Josh? Si parlavano ancora? A quel nome cominciai a sentire la testa pesante, molti dubbi e curiosità l'annebbiavano.
" Arrivederci Chloe. " dissi. Sembrava pensierosa.
Mi salutò con un piccolo gesto del capo e se ne andò.****
"Matt smettila di stare con la testa tra le nuvole." disse Harold divertito mentre compilavamo pratiche.
Ero a lavoro, in ufficio precisamente. A quanto pare avevano licenziato Zac e Christian. Adesso condividevo l'ufficio con Matt, Harold e Dave, che però oggi non si era fatto vivo. Lei? Non l'avevo più vista da ieri sera, non era uscita nemmeno dal suo ufficio.
"Ma Dave? " dissi cercando di non pensarla, ma sentivo la sua mancanza e sapere che lei dubitasse e che avesse qualcosa contro di me riguardo ieri mi faceva stare male. Da ieri non mi aveva cercato e la sentivo distante.
" Neanche ieri c'era. Ieri quando abbiamo avuto quei problemi qui in azienda non si è presentato. " disse Harold pensieroso.
" Secondo il mio parere ha trovato una nuova fiamma. " disse Matt divertito guardando Harold, a me non rivolgeva la parola.
" Andiamo a fare pausa pranzo? " disse Harold prendendo la sua ventiquattrore.
" Si, si. " disse Matt alzandosi dal suo posto e lo stesso feci io.Pochi minuti dopo entrammo nel solito ristorantino. Ci accomodammo e Harold cominciò a ridacchiare dicendo cose sconcie sul lato b della cameriera.
" Ma quello non è Dave? " disse Matt guardando alle mie spalle. Mi voltai e lo vidi seduto in un tavolo dietro con.. Josh??
Ridevano come amici di vecchia data.
Mi voltai quando mi accorsi di osservarli da fin troppo tempo.
" Hey ragazzi, ciao. " disse dopo un po' la voce di Dave alle mie spalle, io non mi voltai.
" Perché non sei venuto a lavoro? " disse Harold curioso.
" Dovevo vedermi con un vecchio amico. A proposito ve lo presento. " disse. Io continuavo a non voltarmi. Non volevo vederlo. Gli avrei nuovamente spaccato la faccia.
" Josh, Harold. " disse Dave e vidi Harold alzarsi dal posto e stringere la sua mano.
Harold al suono del suo nome sembrò pensieroso, e Matt cominciò a guardarlo con un odio più grande di quello che solitamente mi riservava.
"Josh, Matt." disse Dave. Josh gli porse la mano ma Matt non la strinse, fece solo un gesto di saluto con il capo.Non avevo mai avuto così tanta stima in Matt fino ad adesso.
"Josh, David. " disse poi Dave. Mi voltai e ci guardammo con disprezzo.
"Vuoi che ti spacchi di nuovo la faccia?" dissi arrabbiato. Mi guardavano sorpresi mentre Josh serrò la mascella.
"Pensi che la mia sorellina ami le spie? " disse poi in sussurro al mio orecchio. Lei gli aveva detto di ieri sera?
Lo guardai accigliato, mentre lui si allontanava con un ghigno.
Ero sconvolto.
" Josh andiamo? " disse Dave preoccupato e rivolgendomi un sorriso di scuse.
Josh si voltò e cominciarono ad andarsene verso l'uscita.****
Non l'avevo più vista. Forse l'avevo persa. Ero disteso sul divano impazzendo e chiedendomi se avrei dovuto chiamarla. Perché tenermi in azienda e poi non considerarmi?
Cominciò a squillarmi il telefono. Corsi a rispondere sperando fosse lei.
"Pronto? " risposi.
" Hey David, fai un salto al mio garage? " disse la voce di mio zio John. Ne rimasi deluso.
" Okay, arrivo. " dissi per poi riattaccare.
Misi la mia giacca in pelle e uscii di casa. Dopo un po' di tragitto con la macchina arrivai al garage di mio zio e lo vidi lì fermo a pulire una delle sue più belle auto.
" Ciao John " dissi dandogli il cinque e ammirando tutte le sue macchine e le sue moto. Una moto attirò la mia attenzione. Era rosso Ferrari e dal rumore del motore capii che era velocissima.
" Ti piace? È nuova." disse mio zio affiancandomi.
Poi mi venne un' idea.
" Posso prenderla per un po'? Te la porto sana e salva. " dissi.
" Lo spero per te. " disse porgendomi le chiavi.
Misi il casco e scrissi un messaggio.Da: David Kyle
A: Chloe FoxContenuto:
Pronta per avverare un tuo sogno?
Forse era l'ora di mettere in chiaro le cose, era l'ora che anch'io reagissi, che anche io dimostrassi qualcosa, che combattessi per quello che io provavo e solo allora avrei potuto fare una scelta. Scegliere tra un sogno che avevo fin da bambino e per cui avevano fatto sacrifici anche i miei genitori o una donna che per la prima volta mi faceva vivere davvero. L'unica donna per cui io avevo provato amore. Una parola molto distante fino adesso dai miei concetti e dai miei valori, una parola che non avevo mai pensato potesse cambiare la mia vita.
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"Signor Kyle, lei è assunto."
ChickLitCosa fareste se il vostro capo fosse una donna attraente e perversa? David, aspirante imprenditore, conoscerà il suo capo. Cosa accadrà?