24.

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Si allontanò da me e si continuò a fumare la sua sigaretta.
"Perché non vuole andare al compleanno di suo fratello? " dissi istintivamente, era un pensiero che mi tormentava.
" David, se ti invitassero in una festa dove ci sono solo i tuoi peggior nemici tu ci andresti?" disse guardando verso il fiume. La verità? No. Ma perché in fondo io ero sempre stato privo di coraggio.
"Si. Perché dovrei scappare, fuggire? Dimostrerei debolezza, paura e invece bisogna sempre dimostrare che nessuno può essere mai la causa di una tua debolezza. " dissi e mi stupii di ciò. Con gli altri sapevo dare un consiglio ma con me stesso no. Sapevo solamente errare.
Lei mi guardò pensierosa.
" Non ci va quindi? " dissi cercando di alleggerire la tensione che si era formata.
" È stasera la festa." disse pensierosa voltandosi verso il fiume. Volevo che mi guardasse negli occhi. Si nascondeva. Non voleva mostrarsi nuda d'animo ai miei occhi. Cercava di proteggere la sua immagine potente.
"No.. Credo che non ci andrò. " continuò.
" Secondo me, sempre seguendo un consiglio, dovrebbe andarci. Dovrebbe dimostrare che lei è superiore e che non scappa da niente. " dissi sincero.
Spense la sigaretta e si alzò dalla panchina.
Prese la cesta e la poggiò con cautela.
" Cornetto? " disse uscendone due ricoperti di crema. Ed io che mi creavo problemi su cosa mangiasse.. Non seguiva nessuna dieta eppure aveva un corpo atletico.
" Si, grazie. " dissi per poi cominciare a mangiare. Mentre stavo per dare un altro morso al cornetto lei si avvicinò a me e mi tolse con dolcezza il cornetto dalle mani. Poi si avvicinò ancora di più a me, mi prese per i capelli e mi baciò con foga. Il sapore di crema e l'odore di vaniglia erano un misto nuovo, faceva anche leggermente odore di menta, tabacco e caffè. La morbidezza delle sue labbra, la lunghezza della sua lingua che danzava con la mia, gli odori che si mischiavano mi facevano letteralmente venir la pelle d'oca.
Mi alzò la maglietta togliendomela. I suoi occhi erano più scuri del solito, leggevo dentro lussuria e una spaventosa perversione.
Si tolse la maglietta mostrando il seno ricoperto da un reggiseno trasparente, poi si alzò dalla panchina e lasciando il suo sguardo puntato sul mio si abbassò i pantaloni. Non indossava intimo.
"Spogliati. " disse slacciando il reggiseno e facendolo ricadere sull'erba.
Mi spogliai sotto il suo sguardo attento, aveva un sorriso provocante stampato sulla faccia.
Dopo di che mi prese con violenza per le spalle e mi fece cadere con violenza sull'erba bagnata. Un dolore atroce percorreva la mia testa ma non poteva superare il piacere immenso nel volerla. Si mise a cavalcioni su di me e cominciò a cavalcarmi in modo brusco e violento mentre io stringevo tra le mani dei fili d'erba.
"Cazzo.. " dissi in preda al piacere. Questo trattamento mi dava un piacere sconosciuto. Una continua novità.
" Ah.. " ansimava lei.
Era la prima volta che la sentivo ansimare così forte e mentre la sentivo avevo dei brividi atroci al basso ventre.
La volevo. L'avevo ma continuavo a volerla.
La presi di botto per i glutei facendoci alzare da terra.
" Che stai facendo? " disse arrabbiata. Lo facevo sempre. Mi scusavo ma poi ero sempre sul punto di prendere un po' io il comando.
Lei istintivamente allacciò le gambe ai fianchi per non cadere.
" Fammi scendere. " disse mentre camminavo con lei avvinghiata verso il fiume.
L'acqua fredda toccò i nostri corpi, lasciai il suo gluteo sinistro che tenevo con la mano sinistra e la presi per la nuca baciandola con foga. Si staccò dal bacio preoccupata e furiosa.
" David, non so nuotare. Portami indietro. " disse irritata. Non immaginavo che non sapesse nuotare.
La fissai per dei secondi negli occhi cercando di leggerli, mentre i nostri corpi nudi e immersi nell'acqua si stringevano. Dopo la presi con forza dai glutei spingendo la sua entrata nel mio membro. E cominciai a fare entra ed esci mentre premevo i suoi glutei verso il mio ventre.
"Ah.. " cominciò ad ansimare e a buttare il collo indietro lasciandomi modo di baciarlo. Con la mia lingua percorsi la lunghezza del suo collo lasciandogli casti baci e qualche succhiotto.
" No. Non farlo. " disse lei conficcando le sue unghia nella mia schiena.
" No. No. " disse agitata e spaventata.
Non potevo, non potevo vederla così. L'allacciai meglio ai fianchi e la uscii dall'acqua. La misi giù.
" Non farlo più o ti licenzio. " disse dandomi uno schiaffo violento appena i suoi piccoli piedi toccarono l'erba. Perché aveva reagito così? Mi sentivo così terribilmente in colpa eppure non avevo fatto nulla di quello che lei non facesse.
Si vestì velocemente e prese la cesta con prepotenza. Cominciò a camminare verso la macchina mentre a me mancava di mettermi solo una scarpa per essere pronto. Corsi verso di lei che stava salendo in macchina e salii anch'io accomodandomi nel sedile.
Tra di noi regnava il silenzio. Arrivammo davanti all'entrata dell'edificio di casa mia.
"Arrivederci. " dissi aprendo lo sportello. Lei mi chiuse lo sportello in faccia e se ne andò lasciandomi davanti all'entrata come un imbecille.

****

Ero preoccupato di averla persa. Ed io che pensavo si potesse innamorare di me.. Che idiota!
Un bussare continuo alla porta di casa mi distolse dai miei pensieri. Andai ad aprire ed era Presley.
"Hey che fai? " disse fingendo un sorriso.
" Nulla. Sono terribilmente annoiato. " dissi seccato ma anche stupito dalla sua presenza. Pensavo fosse arrabbiata. Ero anche un po' imbarazzato. Non sapevo come comportarmi, insomma mi aveva detto di essersi innamorata di me anche se non esplicitamente.
" Anch'io. Ti dispiace se ti tengo compagnia? " disse con un filo di malinconia.
" Certo che no.. Entra. " dissi spostandomi per lasciarle modo di entrare.
" Vuoi qualcosa da bere? " dissi chiudendo la porta, lei si era già accomodata sul divano.
" No, grazie. " disse. Mi accomodai accanto a lei e cominciai ad accendere la televisione. Mi sentivo fissato, mi voltai e la trovai lì ferma a fissarmi. Presley era sempre stata bella, con i suoi occhi castani e i suoi capelli castani sul biondo, e la cosa che più adoravo in lei era che quando la guardavo negli occhi acquisivo sicurezza e mi sentivo importante finalmente , almeno per qualcuno. Però sapevo che lei era e sarebbe rimasta sempre mia amica, ero incapace di provare sentimenti soprattutto. L'unica persona che mi suscitava del sentimento era la Signorina Fox. In qualche modo mi aveva stregato. E l'unica cosa che mi suscitava Presley era infinito affetto.
Si avvicinò a me e stampo le sue labbra sulle mie cogliendomi di sorpresa.
Non ricambiai il bacio e mi allontanai da lei.
"Che stai facendo? " dissi sconvolto.
" Sono così confusa.. " disse mettendosi le mani sul viso.
" Io.. Io vado. " disse alzandosi dal divano e andando verso la porta di casa.
"Presley, aspetta." dissi correndo verso di lei. La presi per il polso, la voltai e la baciai. Non so cosa stavo facendo, ma sentivo che per allievare il rifiuto che oggi avevo ricevuto, mi serviva questo. Ad un tratto il bussare alla porta interruppe il nostro momento. Presley mi guardava confusa e imbarazzata mentre io mi sentivo uno schifo. Stavo giocando con i suoi sentimenti.
Aprii la porta e trovai un pacco a terra, nel frattempo Presley uscì dalla porta andando verso quella di casa sua. Ci guardarmmo un secondo poi lei entrò nella sua porta ed io nella mia.
Poggiai il pacco sul divano e aprii il bigliettino che stava sopra.

"Alle 8 verrà a prenderti il mio autista. Spero tu non abbia buttato l'invito e che lo smoking ti stia a pennello. Sono pronta per dimostrare che nessuno è la causa delle mie debolezze. A dopo, David.

Chloe Fox. "

Wow!

"Signor Kyle, lei è assunto."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora