33.

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Mi morse il labbro inferiore, per poi allontanare le sue labbra dalle mie.
"Andiamo a casa." disse con la sua voce seducente ancora molto vicina alle labbra.
Raggiungemmo la moto e lei si mise il casco.
Il rumore fastidioso del motore mi mise ansia. Cosa sarebbe successo domani? Sarebbe tornato tutto come prima? 

Feci partire la moto e cominciammo a correre contro l'asfalto.


Cominciammo a ridacchiare appena aumentai la velocità, ma il momento finì in fretta dato che eravamo già arrivati difronte la sua villa. Scendemmo dalla moto e lei si tolse il casco.

 
"Vieni. " disse cominciando a camminare verso l'entrata.
La raggiunsi, mise le chiavi nella serratura ed aprì la porta.
Entrai incerto con lei e vidi la casa buia con solo la luce della cucina accesa, forse era Nicole.
" Vieni. " disse mentre andava in direzione di un lungo corridoio, io la seguii. Aprì la porta di una stanza che non avevo ancora visto e vidi una piccola biblioteca, qualche guantone da box e pesi sparsi ovunque. 

Non sapevo che avesse pure una stanza riservata ai libri, né sapevo che amasse leggere. 

Questa stanza mi piaceva perché era un contrasto tra l'essere sofisticato e di cultura con l'essere un po' mascolini e sportivi.

 
Vicino ad un divanetto di pelle nera c'era sul muro una di quelle sbarre sospese in aria che si usano per fare le trazioni.

 
Mi voltai per guardarla e la vidi ferma lì, poggiata con la schiena sullo stipite intenta ad osservarmi.

 
"Perché siamo qui? " dissi curioso.
"Per scopare. " disse indifferente allontanandosi dallo stipite per chiudere la porta.
" Qui dentro? " dissi confuso.
"Si." disse avvicinandosi ad uno scaffale di libri per poi prendere una corda. Perché una corda?


"Cosa vuoi, David? " disse con tono serio avvicinandosi a me. Sembrava che quel momento lì in quella salita fosse svanito, nei suoi occhi non c'era più quella luce.

 
"Te." dissi inconsciamente.
Si accigliò e si fermò a pochi centimetri da me.

 
"Me.. " ripeté più a se stessa e immersa nei pensieri.

 
Mise le mani nell'orlo della mia maglietta alzandomela, me la tolse e mentre i suoi occhi non si staccavano dai miei aprì la mia cintura e abbassò i miei pantaloni insieme ai boxer.

 
" Dammi i polsi. " disse con fare autoritario. Dopo di che legò i miei polsi tra loro.
" Aspetta un secondo. " disse allontanandosi da me.


La vidi avvicinarsi ad un altro piccolo scaffale pieno di libri e ne prese quattro. Li mise sul pavimento proprio davanti ai miei piedi e mi stupii appena la vidi salirci sopra.

 
Prese i miei polsi legati, li alzò verso l'alto e li legò a quella sbarra sospesa in aria che avevo notato pochi minuti fa. 

Sembrava così sicura di sé mentre prendeva il comando della situazione.. 

Mi ricordava molto me stesso soli poche settimane fa prima di conoscerla.

 
Dopo scese da quei libri che la rendevano molto più alta e cominciò a togliersi la maglietta.

 Il mio desiderio cominciò a crescere. 

Si tolse le scarpe e rimase in intimo. Aveva il corpo perfetto su ogni punto e avrei tanto voluto riempirlo di baci e morsi.

 
"Vuoi giocare? Allora giochiamo. " Mi sussurrò con voce seducente avvicinandosi al mio orecchio, per poi mordere con violenza il lobo.
Fece scivolare via il suo reggiseno e abbassò le sue mutandine, mandando in tilt il mio sistema nervoso.

"Signor Kyle, lei è assunto."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora