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Erano passati due giorni, due maledettissimi giorni da quando l'avevo vista. Da quando era successo tutto quel casino all'azienda Fox. 

Ma adesso, proprio tra quarantacinque minuti mi aspettava un colloquio per l' azienda Hemmings. Cosa ne era stato di lei? Non ne avevo la più pallida idea. 

Non aveva più chiamato, non mi aveva più cercato e né ci eravamo più visti. Era finito tutto lì.

 Ed io? Io ne ero ancora innamorato e nonostante fossi arrabbiato per ciò che era successo, speravo dentro di me che lei potesse tornare. 

Mi sarebbe mancato lavorare per quell'azienda. Avevo già nuove amicizie, anche se a dire il vero Dave ed Harold , mi chiamavano spesso per sapere come stessi e stasera sarei andato al compleanno di Harold. Festa indimenticabile dicevano, ma non ero molto sicuro di andarci.

 Ultimamente preferivo pensare al lavoro, dopo di esso andavo in palestra a scaricare tutte le mie tensioni anche se sapevamo tutti che la palestra non avrebbe risolto di certo i miei problemi. Non ero molto contento di fare un colloquio per l'azienda Hemmings che aveva dei contrasti con l'azienda Fox, ma dato che ne avevo già perso uno di sogno, tanto vale impegnarsi ad esaudire quello per cui mi ero sempre sacrificato. Essere imprenditore era sempre stato un mio sogno e volevo metterlo in pratica.

 
"Presley, sto facendo una cazzata. " dissi guardandomi allo specchio.
"No, assolutamente. Devi pensare al tuo sogno." disse mentre giocava con il telecomando.
Già.. Presley ed io ci eravamo riappacificati. Fidanzati? Mai. Amici? Sempre. Non avevamo più aperto il discorso, ma quando mi aveva visto la sera scorsa completamente ubriaco fradicio davanti alla mia porta aveva intuito tutto e mi era stata vicina. Mi aveva convinto lei a fare questo colloquio, all'inizio ero contrario.

 
"Stasera vuoi venire alla festa di Harold con me? " dissi ricordandomi che Harold volesse vedere Presley. 

Ieri era passato qui a raccontarmi che da quando me ne ero andato l'azienda aveva avuto ancor più problemi e che molti avevano perso il lavoro. Appena vide e conobbe Presley ne rimase come infatuato.
" Harold? Chi è Harold? " disse Presley non ricordandosi chi fosse.
Ridacchiai. Lui era infatuato e lei neanche ricordava il suo nome.
" Il ragazzo di ieri, ricordi? " dissi prendendo il mio curriculum sul tavolo.
" Ah si, comunque vengo. " disse con un sorriso che arrivava quasi fino alle orecchie.
" Buona fortuna, David. " disse dandomi la mia ventiquattrore e accompagnandomi alla porta.

****

Non era il mio primo colloquio, ma ero comunque teso. Mi accomodai ad un divanetto riservato alle attese. Questa azienda era molto semplice, l'azienda Fox aveva delle stanze e una struttura molto più bella e moderna. Qui era molto caratterizzato da contrasti di grigio e bianco, mi sentivo quasi in ospedale.
Cominciai a sfogliare il mio curriculum e vidi alcune informazioni segnate in matita. Era segnato dove abitavo, il mio numero, se ero sposato e lì capii che erano state segnate da lei tempo fa. Cominciai come un matto ad odorare le pagine e mi sentii bene e finalmente rilassato appena riuscii a sentire quel che era rimasto di lei in quelle pagine. Menta e vaniglia.. Sentivo terribilmente la sua mancanza.


I miei pensieri furono interrotti da una porta che si apriva.
Uscì una segretaria con i capelli rossi e un fisico slanciato e in quel momento sperai con tutto me stesso che fosse lei ma non lo era. La segretaria aveva gli occhi castani, niente a che vedere con Chloe.

 
Mi squadrò con un sorriso malizioso e cominciò ad aggiustarsi la scollatura ma evidenziandola alla fine.

 
"Signor Kyle, Hemmings la vuole nel suo ufficio. " disse con voce stridula, per niente soave come quella della Signorina Fox.
"Okay." dissi indifferente prendendo la mia ventiquattrore.
"Comunque piacere Cassandra. " disse appena mi avvicinai alla porta.
" Piacere David. " dissi guardandole la scollatura ma abbastanza indifferente. 

Entrai in ufficio e cominciai a parlare con quell'uomo anziano del mio futuro capo, ero felice di poter dire di essere stato assunto anche se dentro di me avrei urlato perché volevo solamente tornare da lei.

 
Appena finii il colloquio mi scontrai con Cassandra.
"Ciao, David. " disse mangiandomi con gli occhi.
" Stasera vado ad una festa vuoi venire? " Mi disse con fare persuasivo.
" No, sono già stato invitato ad un altra festa . Ciao Cassandra. " dissi divertito da come ci provava spudoratamente con me. Disperata!

****

"David, sei pronto?"  disse Presley entrando nella mia stanza.
"Si, potresti aiutarmi? " dissi cercando aiuto con la cravatta. Mi aiutò e dopo di che la squadrai per bene. Era strano vedere Presley in un contesto elegante ed era veramente bellissima così. Indossava un vestito bianco leggermente lungo e i suoi capelli ricadevano mossi sulle spalle.


"Come sono? " disse come una bambina girando su se stessa.
" Uno schianto. Ora andiamo. " dissi e lei arrossì.


Dopo un'ora di tragitto arrivammo davanti casa di Harold. Casa? Era una piccola villa. Si vedevano già le luci e la musica uscire da lì fin qui.
Entrammo dentro la villa e vidi molte persone al centro della stanza, altri girare per i i piccoli corridoi e alcuni seduti in piccoli tavoli ai lati della stanza.

 
"Hey David. " disse Harold abbracciandomi appena mi vide.
" Auguri amico. " dissi dandogli una pacca sulla spalla.
Si voltò verso Presley e cominciò a fissarla, Presley era in imbarazzo.
" Auguri. " disse lei per interrompere l'imbarazzo.
"Grazie. Questo è il mio regalo?"  disse Harold poi sottovoce a me. Ridacchiai.

 
"Vieni, ti mostro la piscina. " disse Harold prendendo a braccetto Presley, che finse un sorriso. La conoscevo perfettamente.

 
Cominciai a girare tra i tavoli.
" David? " disse ad un tratto una voce alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Cassandra.
"La stessa festa." disse poi ridacchiando. Indossava un vestito fin troppo corto.

 
"Già. Balliamo? " dissi sperando di godermi la giornata.
" Certo. " disse lei raggiante, avvicinandosi di più a me.

 
La presi per la mano e la portai al centro stanza dove tutti ballavano e si divertivano.
La canzone di Ricky Martin 'la vida loca'  riecheggiava per la stanza e noi cominciammo a ballare seguendo il ritmo. Cominciai ad acquisire tutta la sicurezza persa in quelle settimane. Cominciai a ballare, facendo volteggiare Cassandra e accarezzando i suoi fianchi. Ero pienamente sicuro di me mentre le altre donne mi mangiavano con gli occhi e avevano smesso di ballare.

 
'È sexy ' sentì bisbigliare ad una.

 
"Sei bravissimo a ballare. " disse Cassandra sotto il mio comando mentre la facevo ballare e la muovevo in modo sicuro.
" Ci sono molte cose in cui sono bravo. " dissi con un ghigno. Ero tornato come prima. 

Riuscì a vedere da qui Presley accomodarsi ad un tavolo e mentre mi guardava mi mimò con le labbra 'mi era mancato questo David'.


Sentivo costantemente uno sguardo addosso, ma non capivo chi fosse quindi ignorai la strana sensazione. Magari era solo una mia impressione.

 
Dopo un po' una piccola mano, con le unghia rosse, una mano che io tanto conoscevo si poggiò sulla mia spalla dandomi i brividi. Mi voltai e la vidi. 

Era lei, Chloe. 

Aveva uno sguardo arrabbiato ma allo stesso tempo buio, triste, terribilmente malinconico.

"Signor Kyle, lei è assunto."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora