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Alle primissime ore del mattino si accompagna un tamburellare fitto e ininterrotto provocato dalla pioggia che cade dal cielo, prima silenziosamente e poi picchierellando quando incontra il rame delle grondaie alla fine del suo percorso. Le nuvole, invece, intrecciandosi tra di loro creano un tappeto cinereo che oscura del tutto la città, come per dire "torna a dormire, è ancora presto", e che non lascia passare nemmeno i primi pallidi spiragli di luce all'imminente sorgere del sole. Solo i lampi, rapidissimi e lucenti, riescono a farsi largo e a manifestarsi in tutto il loro splendore.

Diversamente, i soliti e caratteristici rumori di New York sembrano essere smorzati, affievoliti. Non odo macchine viaggiare sull'asfalto bagnato o suonare il clacson, tram stridere mentre frenano sulle rotaie, uccellini cinguettare indisturbati, sirene della polizia riecheggiare o gente parlottare passando per strada. Di tutto ciò solo una flebile eco, sovrastata oltretutto dal forte temporale e dai tuoni che dilagano sopra i tetti.

Con grande piacere, assisto dal mio comodo letto a questa sinfonia di rumori, lanciando di tanto in tanto un'occhiata alla finestra che ho aperto appena appena pochi minuti fa, quando un tuono mi ha fatto svegliare di soprassalto. Non nego il tuffo al cuore che ne è seguito, ma devo ammettere che non ho saputo resistere alla tentazione di rimanere coricata e completamente avvolta nel mio piumone ad osservare e ascoltare lo spettacolo che oggi il cielo mi sta riservando.

Anche solo il profumo della pioggia mi inebria. È una sensazione che talvolta nemmeno io riesco a spiegarmi.

Il temporale è l'unica cosa che ha saputo calmarmi nei momenti più brutti e bui della mia vita. In altre parole, sempre. Non c'è volta in cui non mi abbia cullato nel sonno o non mi abbia fatto sognare.

Quando ero più piccola ne ero più spaventata, specialmente quando i tuoni rombavano intensi nel cielo. Lì sì che tremavo come una fogliolina al primo vento autunnale. Crescendo, però, ho imparato ad apprezzarli tanto da starne ore e ore in ascolto e da diventare quasi la mia parte preferita.

Dico quasi perché la pioggia non la batte nessuno e mai nessuno la batterà. Anche nei momenti di solitudine più profonda riesce a tenermi compagnia e a sollevarmi il morale. Per me è l'equivalente di un migliore amico.

Alzo lo sguardo e lo punto sulla sveglia appoggiata sul comodino, accanto al mio letto, e noto che non sono nemmeno le sei. Pensavo fosse più tardi.

Sbuffo un poco, scocciata dal fatto di aver perso due ore buone di riposo. Tuttavia, mi metto subito l'anima in pace dal momento che mi balena in mente la dura e triste realtà: da domani inizierò il tirocinio e momenti sereni come questi non ne vedrò più per un bel po'. Che tristezza.

Mi giro dunque dall'altra parte, con le spalle rivolte verso la finestra, nella speranza di riaddormentarmi per approfittare del tempo libero, ma anche oggi la fortuna ha deciso di andare in vacanza e di lasciarmi completamente in preda alla sventura. Infatti, il sonno ha ormai abbandonato il mio corpo e i miei occhi non riescono a far altro che rimanere sbarrati, come se fossi sotto l'effetto energizzante di dieci caffè giornalieri.

Non mi rimane altro che alzarmi e prepararmi una buona colazione. E, infatti, così faccio.

Con le braccia tiro su la parte superiore del mio corpo, a fatica, mentre lascio penzolare le gambe giù dal mio materasso alto e comodo. Scosto un poco dal mio viso i capelli arruffati dal sonno e, finalmente, mi decido a scendere.

Il pavimento non è solo freddo, ma gelido ed io sono a piedi nudi. Infatti, un brivido percorre all'istante tutta la mia schiena, facendomi tremare leggermente. Pertanto, con prontezza afferro la vestaglia appoggiata alla piccola poltrona di fronte a me e in pochi secondi mi ci chiudo dentro. Non emanerà il tepore del piumone, ma a me va bene lo stesso.

Legame di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora