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Caro diario,

ho una domanda da porti: scriverti dopo una settimana dall'ultima volta in cui ti ho aperto equivale a mantenere la promessa che ti ho fatto? Spero proprio di sì, perché altrimenti mi rincrescerebbe infinitamente l'averti messo da parte per un po'.

A mia discolpa, però, questi sono stati dei giorni per niente facili per me e credo che non lo saranno mai finché a varcare la soglia di quel maledetto ospedale ci sarà il dottor Wood.

Ora, sicuramente ti starai chiedendo chi sia, ma ti prego di lasciarmi qualche riga vuota in più per permettermi di raccontarti tutto quello che devi sapere. Cercherò di essere sintetica e di non annoiarti troppo.

Ricordi quando ti ho parlato di quel tizio altezzoso e presuntuoso contro cui sono andata a sbattere durante la visita all'Artemis General? E ricordi anche il mio onestissimo pensiero a riguardo? Ti riporto le esatte parole nel caso in cui non ti fosse ancora chiaro: "sembrava troppo giovane per essere un medico e troppo fuori luogo per quell'ambiente".

Ecco, l'universo sembra avercela a morte con me perché, rullo di tamburi... quello non era altro che il dottor Wood. Nathan Wood.

Che meraviglia, no? La mia vita sembra una barzelletta. Peccato, però, che non faccia ridere ma solamente piangere.

E ti dirò di più. Se in quel tardo pomeriggio mi sentivo estremamente in imbarazzo e ferita nel profondo per il suo comportamento eccessivamente scorbutico, beh oggi non mi rimane altro che scavarmi direttamente la fossa da sola e buttarmici dentro. Ora ti spiego anche il perché.

Il primo giorno del programma è stato un vero e proprio disastro, un'escalation di situazioni scomode che non hai la benché minima idea.

All'inizio della mattinata le cose avevano già iniziato a non girare per il verso giusto, e infatti mi sono subito scontrata con alcuni miei colleghi pervertiti, che mentre ci cambiavamo negli spogliatoi non smettevano di fare commenti inappropriati sul mio corpo. Te li lascio immaginare. Vicende del genere non dovrebbero mai verificarsi e questo mi ha fatta sentire ancora più vulnerabile di quanto non lo sia già, specialmente per il fatto che nessuno mi abbia difesa. Solo io e Victoria, che ha tentato di non farmici pensare dicendomi di non stare a guardarli, e aveva ragione.

Peccato, però, che mi sia fatta prendere un po' troppo la mano dalla rabbia e sia quasi saltata addosso a loro. Sottolineo il "quasi" perché, ovviamente, chi volevi che si mettesse in mezzo? Il dottor Wood!

Sono sicura che starai pensando a che cosa possa esserci di male in questo dal momento che ha bloccato sul nascere una rissa. Beh, ciò che non sai, caro diario, è che in quel momento ero ancora senza la maglia della divisa, davanti a tutti e soprattutto a lui. Ero riuscita a infilare solo i pantaloni prima di perdere le staffe e partire alla riscossa. Hai capito? Mi sono avventata praticamente mezza nuda. Ho solo dato loro lo spettacolo che si aspettavano. Che stupida! E tutto ciò per cosa, alla fine? Per sentirmi addossare la colpa dal dottor Wood per un qualcosa che non ho fatto. Io la reputo una pazzia, così come credo che tra le tante cose lui sia anche un misogino.

Il "bello", però, deve ancora venire perché, durante la pausa pranzo, sono riuscita a inimicarmelo ancora di più. Ma in che modo? Ritrovandomelo dietro le spalle ad origliare le peggiori cose che stavo dicendo a Victoria sul suo conto, o meglio quello che penso ad oggi ancora di lui. Per un soffio non sono stata cacciata dal programma, proprio per pochissimo.

Il resto della settimana, invece, è andato discretamente bene anche se ogni giorno mi ritrovavo a correre a destra e a manca, per cui è stata decisamente impegnativa. E se devo essere sincera, qualcosa mi fa sospettare che a renderla quasi invivibile sia stato proprio il mio capo. Non posso nemmeno dargli tutti i torti dopo quello che si è sentito dire da parte mia. Effettivamente, me la sono cercata. L'importante, però, è non averlo avuto tra i piedi. Infatti, dopo il primo giorno non l'ho più visto. Chissà che avrà fatto.

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