Capitolo 9

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Così scesi e ancora senza parole lo seguii.

Mi iniziò a raccontare del perché scelse di tornare qui dopo tanto tempo e di portarmici... "Sai? Non passavo da qui da quando mio papà...beh è salito in cielo. E quel senso di pace che mi donava questo posto con lui me lo hai fatto ricordare solo tu, con la tua semplicità... per questo, se sono riuscito a ritornare qui, è solo grazie a te..."

Io, intanto, volevo svenire nel tragitto...io l'ho detto che ero morta...l'avevo detto...così, dato che non sapevo come prenderla, la presi dritta:

"è un modo alternativo per dire che con me ti trovi bene?"

"Si, esatto... e sei arrivata proprio nel momento giusto, me ne rendo conto solo ora"

"...che, che vuoi dire?" balbettai io

"voglio dire che prima di te.." (intendeva dire l'altro ieri il ragazzo ahahah) "...prima di te, mi rendevo conto che qualcosa in me mancava, ma non sapevo cosa...sono andato avanti così per tanto tempo ma senza mai farci troppo caso e senza trovare una risposta. Risposta che adesso ho e che mi hai fatto ritrovare te"

"Ma, caro Lord Perceval, io non ho fatto proprio niente e poi ci siamo presentati, o meglio tu mi hai conosciuta solo qualche ora fa!! Beh, io ti seguo da un po'!"

"questo non vuol dire nulla, si può capire tanto da una persona sin da subito..."

Nel frattempo, io arrossivo e cercavo di non darlo a vedere.

"...aspetta...cooossaaa? hai detto che mi segui da un po'? un po' quanto?" chiese con aria curiosa e furba

"Beh, la Ferrari la seguo da sempre, dai tempi di Schumacher...mentre te, ti seguo più o meno, ti direi dai tempi del 2019 con il tuo ingresso in Ferrari...però anche se ho sempre tifato per te, mi sono riappassionata alla F1 da due anni a questa parte.. inteso che mi seguo tutte le prove, le gare, i paddock... prima, forse perché annoiata dalle vittorie di Hamilton, non le seguivo passo passo, ma adesso non ne posso fare a meno".

".. per me?" mi dice guardandomi con lo sguardo curioso, ma fiero...

"..mmm...si anche.." ammetto ricambiando lo sguardo e sorridendo.

Nel frattempo, durante la nostra passeggiata, arrivammo in un punto strategico dove si vedeva tutta Parigi...era stupenda...come piazzale Michelangelo a Firenze...uguale, vedevi tutto dall'alto.

"Magnifique!" mi uscì

"aaah allora conosci il francese!" disse

E gli spiegai tutta la mia storia con il francese, ossia che non lo so parlare, ma zero, zero spaccato

"Se vuoi te lo insegno io" disse

"...magari, sarebbe la volta buona ahahah, spero che non mi chiederai cifre elevate però" scherzai io

"...mmm fammi pensare bene..." e rise.

Scattai qualche foto al panorama... e anche lui.

Poi mi chiese se fossi rimasta contenta del luogo dove mi aveva portata e gli dissi ovviamente di sì e continuò spiegandomi cosa faceva con suo padre quando veniva qui. Io mi emozionai per come ne parlava, si vedeva che gli mancava tanto...

Mi fece vedere le intagliature dell'albero (un cuore con scritto PAPA, CHARLES) e mi chiese di farne una, noi.

Io gli dissi che non mi sembrava il caso, ma lui continuò ad insistere e mi disse di scegliere un albero e che lui, nel frattempo, avrebbe trovato un attrezzo per intagliarlo.

Mi sentivo così in imbarazzo, ma scelsi un albero specifico: l'albero che stava in equilibrio, ossia al centro tra la terra e lo spazio vuoto.

Charles tornò con una piccola chiave e mi disse che avremmo dovuto fare attenzione però a non farci male.

"Cosa vuoi intagliare?" gli dissi

"Delle ali" mi disse

"non so perché ho sempre immaginato che si intagliassero cuori" dissi io non so nemmeno perché. Credo mi uscii un pensiero spontaneo e mi imbarazzai subito.

"Giusto!!! Facciamo un cuore come quello di mio padre, ma con le ali perché ora ci sei tu"

Non sapevo se fossi ancora in vita perché ero paralizzata dall'imbarazzo, ma decisi di accettare...

Iniziammo ad incidere, mi prese la mano e io seguii i suoi movimenti nel disegnare delle ali. Eravamo mano nella mano ad incidere delle ali su un albero... non mi sembrava vero.

Poi mi disse che ora io sarei stata più brava nel fare un cuore (in effetti, dato come erano venute le ali ahahah, forse era meglio continuare da sola).

Ma per non fare la maleducata, presi la sua di mano e, questa volta condussi io il disegno e provai ad incidere un cuore decente.

Charles disse che era soddisfatto, ma che mancava ancora un tocco...così in autonomia prese ed incise la "C" e a me toccò incidere una "S".

Immortalammo il momento, l'albero e la nostra opera d'arte (tanto chi sarebbe ritornato lì un giorno? Almeno mi sarebbe rimasto il ricordo) e infine lui disse che avremmo dovuto fare una promessa di rito tenendoci i mignolini l'uno dell'altro.

"Promettiamo che torneremo qui almeno una volta l'anno per viverci la libertà!"

Coooossaaaa? Menomale che poco prima avevo pensato che non ci sarei mai più ritornata in quel posto...ma sembrava brutto dire di no, ripetei la stessa cosa (Charles continuava a fissarmi come per dire "che aspetti? Ripeti la frase"). Prima di sciogliere i mignolini, lui disse che, come fine rito, dovevamo dare un bacio al mignolino dell'altro prima di scioglierli...

"Le vere promesse hanno una tradizione da rispettare" disse con aria seriosa ma anche buffa.

Così rispettammo questa tradizione e, nel mentre ci avvicinammo entrambi alle nostre mani con i mignolini intrecciati, le nostre labbra erano lì per sfiorarsi. Sembrava di vivere il tutto a rallentatore...i nostri occhi si cercarono con lo stesso ritmo durante quel bacio sulle dita, proprio mentre le labbra facevano il loro dovere... e, intanto, il mio cuore al contatto delle sue labbra sulla mia mano, scalpitò...

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