Capitolo 29

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Ruppi il silenzio perché volevo dedicargli anche io un brindisi, mi sentivo in colpa a non averlo fatto prima.

“Vorrei fare un altro brindisi se posso” dissi staccandomi dalle sue braccia

“Io..io vorrei brindare a te Charles..e no non pensare che ti voglia copiare, ma sento di dovertelo dire” (qui credo che avesse fatto effetto il vino perché tra me e lui ci stavamo dando dentro come matti con le emozioni)

“..a te che sei una persona meravigliosa, tu forse non te ne rendi conto, ma tutto di te è buono…cioè buono non nel senso che si può mangiare” (Lui abbozzò ad una risata) “…buono nel senso di puro, genuino. Sei una persona davvero speciale che ha occupato un posto nel mio cuore e sì, prima di conoscerti, mi piacevi Charles..ma ora, dopo aver conosciuto anche la tua anima, mi piaci 3000” (per veri intenditori della Marvel questa affermazione è un colpo al cuore)

E dopo questa confidenza, il suo sguardo intenso e il nostro CIN CIN, inconsciamente bevvi tutto il rimanente vino del mio bicchiere. Lo fece anche lui e quando posò il bicchiere vuoto sul tavolo calò un silenzio imbarazzante, lui appoggiato sul tavolo e io sulla cucina, ma i nostri occhi non smettevano di guardarsi.. abbozzavamo dei piccoli sorrisi, ma nessuno si muoveva di una virgola e nessuno dei due fiatava. Colpa del vino sicuro, il mio cuore non si dava una calmata e la tensione iniziavo a percepirla perché volevo essere tra le sue braccia e volevo con tutta me stessa baciare le sue labbra. Così senza dire una parola, ma non senza timore, presi io l’iniziativa e all’apparenza mi diressi decisa verso di lui a rubargli un bacio, perché dentro di me tremavo dall’emozione.

Fu un bacio a stampo, più o meno come quello che lui mi diede prima. Lui sorrideva quando aprii gli occhi per guardare la sua espressione e mi accolse tra le sue braccia, esattamente quello che desideravo.

Eravamo uno di fronte all’altro, corpo a corpo. Io avevo le braccia e le mani posizionate sul suo petto e le sue mani si chiudevano intorno al mio punto vita e continuavamo a guardarci persi negli occhi dell’altro… sarà che il vino aveva rallentato entrambe, ma era così piacevole che non volevo finisse.

“Me lo dai un altro bacino?” chiese lui dopo un po’

“ci devo pensare” risposi

Fece l’espressione di uno che non si aspetta quella risposta per poi dire: “Allora te lo posso dare io un bacino?”

“Mmmm…si”

“Come? Non ho capito” disse ridendo lui

Io annuii con la testa e lui mi diede un altro bacio a stampo per poi riprendere con la questione:

“Me lo dai un altro bacino?”

A questo giro però risposi subito di si e mi avvicinai verso di lui per baciarlo. Ma non fu un bacino e non fu nemmeno un bacio a stampo.. ebbe una sua evoluzione. Non lo so perché, ma dal primo tocco delle nostre labbra lo capii, era un bacio che sarebbe diventato passionale, da semplicemente a stampo si trasformò in un vero bacio, ma gradualmente. Le emozioni che stavamo provando crescevano insieme all’intensità del bacio e anche le sue braccia mi stringevano sempre di più a lui, il tutto era troppo romantico per due che erano soltanto amici. Quello che stavo provando non lo so descrivere perché ero ormai completamente persa, coinvolta nella questione delle sue labbra, della sua lingua, dal calore che il suo corpo emanava e dal suo profumo. Andavamo allo stesso ritmo, come i nostri cuori...lo sentivo perché andavano così veloci che se fossimo stati per strada, anche le persone esterne se ne sarebbero accorti. E il bello è che ogni movimento era speciale tale per cui non ci saremmo mai staccati. Sicuro il vino era complice in questo, ma il nostro coinvolgimento in quel bacio non era più di soli amici.

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