Capitolo 34

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Entrambi nudi su di un letto ad una piazza e mezzo in una stanza parigina, ci perdemmo ognuno nei propri pensieri per una decina di minuti, ma le nostre mani rimasero sempre in contatto tra loro.
Mi soffermai a guardarle ed il calore che emanavano, mi fece ripensare che quelle sue stesse mani, proprio poco prima, premevano sul mio corpo… e una piccola sensazione di nostalgia mi avvolse nel rendermi conto che quel momento fosse già diventato un bellissimo ricordo. Mi passarono di mente tutti i momenti passati insieme poco prima per tenerli ben impressi nella mia memoria: così ripensai alla sua bocca semi socchiusa quando non era impegnata nel baciare la mia; pensai al rumore dei suoi baci sulla mia pelle, al suo respiro affannato mescolato al mio mentre entrambi ci univamo nel corpo dell’altro; pensai al sapore della sua pelle mixato con il ph del suo sudore e a quella percentuale di profumo che residuava dal giorno precedente. Sapeva di salato e speziato allo stesso tempo con note sottili di bergamotto e menta. Sapeva di buono, ma soprattutto quello che di lui mi ha sempre fregato e che mi fregò i pensieri, fu ripensare al modo in cui i suoi occhi erano impegnati a guardare i miei, al suo sguardo così esplicito che mi faceva perdere i sensi.

Mi svegliai dai miei pensieri e notai che Charles era ancora lì sorridente a guardare il soffitto. Chissà a cosa stava pensando… o se in minima parte stesse rivivendo i momenti trascorsi insieme. Decisi di chiederglielo e mi girai sul mio lato destro sdraiandomi lateralmente.

“Charles...”

E lui si girò sul suo lato sinistro per guardarmi, ma senza lasciarmi la mano. Aveva un’aria felice, serena, mi sorrideva e il suo sguardo era sempre e fottutamente dolce. Dopo essermi ripersa nel suo sguardo per l’ennesima volta, gli chiesi

“a che pensi?”

“secondo te?” mi rispose lui

“Boh..a me?!?” chiesi sapendo di provocarlo

“Ahahahah umiltà signorina, dove l’abbiamo lasciata?” mi rispose ridendo e sfiorando con un tocco di dita il mio naso, come per prendermi in giro

“Dai scherzavo!” dissi “…sinceramente non saprei”

“Provaci, è facile”

“Mmm…Cose belle?”

“Cose bellissime…”

“Tipo?”

“Tipo te”

“Daiii sii serio”

“sono serio”

“Allora, mettiamola così, sii serio, ma non esagerare”

“io non esagero mai”

“Nooo, sei solo esageratamente alquanto esagerato”

“Smettila su, è che io ti ho capita.. tu non riesci a vederti per come sei e finisci per criticarti troppo pur non avendo nessun motivo per farlo”

“Dai smettila su” dissi cercando di non mostrare troppo la mia disfatta nell’ammettere che, purtroppo, aveva ragione: mi critico troppo, ma oggettivamente sfido chiunque a vedersi bene senza trovarsi nessun difetto.

“Non la smetto finché non ammetti che sei perfetta” disse spostando contemporaneamente il suo sguardo e le sue dita su tutto il mio corpo, partendo dai miei occhi e sfiorando tutte le mie curve con un tocco leggerissimo.
Dentro stavo emanando fuoco puro, ma dopo tutte quelle emozioni con Charles, stavo iniziando a mantenere un certo autocontrollo e così, senza negare quello che lui mi aveva appena detto, risposi controbattendo:

“Ma senti chi parla, sei tu che sei perfetto”

“Beh, io so di esserlo signorina”

“Ahahahahah e l’umiltà dov’è finita messier?”

“Mmmm io non mi concentrerei su di me, ma su di te visto che lo sei un po’ troppo”

Non feci in tempo a finire la frase che mi trascinò con lui fuori dal letto. Ci posizionammo davanti allo specchio che avevo in stanza: io ero in prima linea mentre Charles era esattamente dietro di me che mi abbracciava in vita. In quel momento provai una vergogna assoluta nel riflettermi nello specchio e cercai di allontanarmi, ma Charles mi trattenne:

“Dove pensi di andare signorina?”

“Charles non so quali sono le tue intenzioni, ma mi sto vergognando un po’”

“Perché dovresti?”

“Non lo so”

Continuandomi ad abbracciare e dandomi un dolce bacio sulla testa mi disse:

“Prima regola per piacersi è accettare il nostro corpo così com’è. Guardati e osservalo senza pensieri”

“Charles so com’è fatto il mio corpo non ho bisogno di continuare a guardarlo”

“Facciamo così: ti dico ciò che vedo io e poi mi dici cosa ne pensi e se ti farò cambiare prospettiva”

“Va bene” dissi con tono un po’ incredulo non avendo molta scelta

Non so come descriverlo, ma stavo per vivere un momento così tenero e così carico di passione, se così si può dire, che, col senno di poi, avrei voluto riviverlo all’infinito.

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