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Piccoli dettagli
CloeLa sveglia suona insistentemente sul mio comodino, mentre i miei occhi cercano di aprisi prendendosi il loro tempo.
Il cielo oggi è nuvoloso, come quasi tutti gli altri giorni, motivo per cui devo muovermi ad alzarmi se non voglio ritrovarmi ad andare a piedi e sotto la pioggia.Mio padre ha degli orari ben precisi.
La mattina, quando ci si alza, non si sta nel letto con il telefono.
Bensì, si fanno subito le cose necessarie così che poi si possa andare a lavoro.Per lui esiste solo il lavoro.
Se non dovessi essere puntuale negli orari che detta lui, quasi sicuramente mi toccherebbe andare a piedi o con un autobus tutti i giorni.
La patente c'è l'ho, ma ho troppa paura di guidare.
Dopo quello che è successo a mia mamma, mi sento frenata, come se fosse colpa mia.Non lo è.
Anche se mi sono data la colpa per molto tempo. E alcune volte succede ancora oggi.
Se magari non mi fossi addormentata, loro sarebbero stati con me?
Mamma ed io avremmo suonato insieme?Non lo so.
Può essere di si.
Come può essere che doveva andare così.Il pensiero di quella chiamata...
«La mamma non c'è più»
La mamma non c'è più.
Mi scrollo dalla testa quel pensiero sennò oggi non esco più di casa.
In bagno mi lavo la faccia e prendo uno dei miei tanti elastici da mettermi alla caviglia.
L'elastico lo metto in quel punto così che tenga sotto d'occhio il mio peso. Se lo dovessi sentire più stretto, vuol dire che sono ingrassata.Il che non va bene.
All'inizio ne usavo uno anche al polso, ma quando mio padre ha capito il suo scopo, me l'ha tagliato in due per poi sgridarmi.
La sgridata non è stata una di preoccupazione nei miei confronti.
No. Il contrario.A lui piace vedermi soffrire.
Lui mi ha sempre sfogato il suo dolore addosso.
La morte della mamma non l'ha ancora superata.
Così come non l'ho fatto io.«Scendi o faremo tardi!»
Oggi è il mio primo giorno di lavoro nella azienda della Phoenix Group.
L'ansia mi sta mangiando viva, e la fame pure.Il fatto di non aver mai lavorato mi sta distruggendo dentro, ma il fatto di lavorare in un ambiente in cui non so niente, ancora di più.
Dopo essermi vestita scendo di fretta e furia le scale pensando di trovare ancora mio padre in casa, invece è già fuori. Più precisamente dentro la macchina.
È tutto okay, vero?
Si. È... è tutto normale.Prendo le chiavi di casa e chiudo la porta alle mie spalle.
Quando entro in macchina non mi dice niente. Né ciao, né buongiorno.
Niente di niente.Forse è davvero colpa mia?
Mi sto auto-convincendo della cosa giusta?
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Quit
Romance•Dark Romance John, un padre violento che non riesce a superare la morte di sua moglie. Cloe, una ragazza troppo buona per ribellarsi a tutto il dolore che le viene inflitto. La vita non sempre opta per la via più semplice e, per lei, è stata scelt...