XVI

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Confessioni

🌷

Cloe

Oggi su tutta Londra splende il sole, quest'ultimo si sarà messo d'accordo con Mister Geloso, sicuro.
Ieri sera, verso le undici, mi ha mandato un messaggio. Si voleva assicurare che mi ricordassi di questo "appuntamento".
Ora, al solo pensiero mi scappa una risata ma, ieri sera, ci ho pianto.

Per lui un appuntamento è un'uscita romantica, o meglio, così me l'ha definita lui ma, per me, è come se fosse una sorta di trappola. Come se dovessi uscire per forza per far accadere qualcosa contro la mia volontà. Così andava, di solito, con Dylan.. Al contrario, Alexander, si è preoccupato parecchio.

Ricordati, domani mattina alle dieci passo sotto da te. Non ti dico ti vestirti bene perché sei bellissima con tutto.

Però ricordati, se non vuoi dimmelo. Non sentirti obbligata, okay?
Se domani mattina ti svegli e non hai voglia me lo dici e, se non vuoi vedere me, dillo a mia mamma, va bene stellina?
Buonanotte.

Questi sono stati i suoi messaggi e, inutile negare che mi è scesa un'altra lacrima. Non sono abituata a questo tipo di.. affetto.

Sono cresciuta in mezzo all'amore, è vero.
Jhon e mamma si amavano tanto ma, poi le cose sono cambiate e, diciamo che ho finito la mia adolescenza con sberle e cattiverie.

Apri, stellina

'Cazzo, è già qui!' Cloe corri!

Scendo di corsa le scale, metaforicamente intendo, altrimenti mi stampo contro il pavimento.
Apro la porta di casa e, la figura muscolosa di Alexander, mi si presenta davanti.

«Ciao» mormoro imbarazzata ma, allo stesso tempo.. contenta?

«Ciao» sussurra con un lieve sorriso e, osservando per intero la mia figura. Questo suo gesto mi fa arrossire facendomi iniziare a giocherellare con l'anello.

«Pronta?» mi chiede con tono divertito cercando di alleviare la tensione

«Si!» Mormoro e, notando la sua fossetta, suppongo che anche io abbia iniziato a sorridere, 'Merda!'

Questo suo effetto su di me non mi piace, mi fa sentire una bambina piccola con il suo biscotto al cioccolato in mano.

«Dopo di lei, madame»

«Guarda che non sei un galantuomo, eh»

«Nemmeno se faccio così?» domanda per poi superarmi per aprirmi la portiera. Mi giro verso di lui con un sopracciglio alzato mormorando:
«Questo è tutto quello che le tue doti da galantuomo sanno fare?»

«È una sfida, stellina?» chiede

«Ti senti sfidato?» controbatto incrociando le braccia al corpo

Entro in macchina sedendomi nel sedile del passeggero nel mentre che lui rimane in piedi ad osservarmi.
Non appena nota che il mio sguardo è fisso sul suo, si porta la lingua sulle labbra per inumidirle.

Gli rivolgo un sorrisino compiaciuto e afferro la maniglia della portiera togliendogliela da sotto al braccio, per poi chiudendomela da sola.

«Okay, hai già vinto» dice arrendendosi e alzando in aria le braccia.

Fa il giro della macchina e mi raggiunge all'interno prendendo il posto del guidatore.

Gira la chiave facendo partire l'auto e, da adesso in poi, non si torna indietro.
Non ho idea di quanto questo posto possa essere lontano, spero non molto.

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