XI

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Pezzo di storia

🚘

Cloe

Mi sveglio di soprassalto e con la fronte tutta sudata.. 'è stato solo un brutto sogno'

Ieri, quando sono uscita dall'ufficio, sono corsa a casa, volevo nascondermi e sotterrarmi, non solo per la vergogna ma anche per aver lasciato vedere quella nuova parte di me ad Alexander.

Alexander ed io siamo cresciuti insieme. Lui era molto premuroso con me, anche se mi prendeva in giro per il mio giubottino rosa..
Mi ricordo che mamma, qual volta Isabel ci veniva a trovare, preparava sempre un mucchio di biscotti. Le diceva: Portali ad Alex, so che gli piacciono!

Nerissa e Alexander avevano un rapporto strano. Si vedevano si e no due volte all'anno ma, quando accadeva, erano come se si mancassero da sempre. Lui correva nelle braccia di mamma e, io iniziavo a piangere perche quella era la mia di mamma e non la sua. 'Menomale che non vedeva come trattavo io sua mamma quando veniva a casa.. ne sarebbe stato geloso'.

Io e Alexander ci siamo "abbandonati" tanti tanti anni fa. Io amavo il cibo, ero gioiosa e felice, e amavo il rosa. Lui faceva i dispetti, come disegnarmi i baffi con il pennarello nero mentre dormivo.

Lo sento il suo sguardo addosso. Sempre. So che mi guarda sperando di capirci di più, sperando di capire che fine abbia fatto la piccola Cloe. 'non c'è più..'
Io e lui siamo stati amici, anche se lui mi piaceva e, non posso negare che tutt'ora mi attrae ma, non solo in senso fisico. Lui sa parlare, sa usare le parole giuste al momento giusto, questo potere è un dono, Cristo.

L'unica cosa che non è cambiata da quando ero piccola è la sbadataggine. Da quanto sono qui, Alexander, mi avrà già aiutato, minimo, sette volte. 'povero'.

Da quanto è successa la storia con Dylan, però, non riesco più a guardare oltre. Tutti i contatti fisici, tutte le parole, mi ricordano lui. La mia paura più grande è che Alexander faccia il gentile e il premuroso con me per pena. Non voglio che sia così.
Ho paura.
Ho tanta paura.

Ora sono coricata sul letto a pancia in su osservando il soffitto tutto bianco. La mia mente sta girovagando su trenta argomenti diversi ma che alla fine portano tutti alla stessa domanda. "Perché?"
Perché stare così male?

Sono una ragazza molto paranoica e, ogni tanto, anche.. pesante? Potrebbe essere. Mi è sempre interessato il parere delle persone soprattutto dopo la morte di mamma.
Lei mi sorrideva sempre dicendomi: "Non c'è tempo per la tristezza, la vita è imprevedibile. Può portarti via tutto da un giorno all'altro."

E così ha fatto.
Una settimana dopo é venuta a mancare.

Flashback

«Mamma, mamma!» dissi saltellando per casa cercando di contenere tutta la mia euforia.

Scesi di fretta e furia le scale cercando di non inciampare nella mia ciabatta rosa. Arrivai in cucina ma non la trovai.
'strano, di solito a quest'ora prende il tè'.

Inizialmente pensai si fosse messa a dormire, o che fosse andata a leggere un libro nel giardino sul retro come faceva durante alcuni pomeriggi.
Provai a sbirciare dalla alta finestra in sala, ma anche lì nulla. Uscii dalla casa per controllare meglio, non si sa mai. Magari i miei occhi non avevano visto bene. Passarono cinque minuti e nulla, era diventata introvabile. Che mi stesse facendo una sorpresa? Nah, non c'era nessun motivo per cui dovesse farla.

Dopo un quarto d'ora decisi di chiamare papà per chiedergli se l'avesse vista, magari erano usciti durante il mio pisolino pomeridiano e non me ne ero accorta.

«Papa?» chiesi titubante sperando di ricevere risposta
«Hai visto per caso la mamma? Non la trovo da nessuna parte, volevo chiederti se per caso l'avessi vista t-» ero diventata una macchinetta e stavo iniziando a essere preoccupata.

«Cloe,perdonami ti prego.. » stava trattenendo dei singhiozzi. Mi era già capitato di sentire mio padre piangere, ma la mia preoccupazione non fu quello, ma la frase.

«Papà, che cosa sta succedendo? » stavo implorando me stessa di non impazzire e di mantenere tutto sotto controllo finché non mi sarebbe arrivata una spiegazione.

«La mamma.. io non, tu, non c'è l'ho fatta. Ti prego perdonami» Ormai potevo immaginarmi il suo viso pieno di lacrime.

«Taglia corto. Cosa. È. Successo.» L'auto controllo che avevo cercato di mantenere per questo breve tempo se n'era andato. Non riuscivo ad aspettare e, tanto meno odiavo stare sulle spine.

«La mamma non c'è più»

La mamma non c'è più.
La mamma non c'è più.
La mamma non c'è più.

«Ho.. ho sbagliato. Avrei dovuto dirti subito cosa stava succedendo, e invece io-»
Buttai giù la chiamata. Da quel momento in poi non sarebbe più esistito nulla.

Fine flashback

Quella sera, quando papà tornò a casa, io mi rifiutai di vederlo. Mi ero chiusa nella mia camera nella speranza che si allontanasse da me. Solo il giorno dopo ebbi le forze di chiedergli come fosse successo.

Un incidente in auto.
Papà stava guidando mentre Nerissa gli parlava. Non stavano discutendo, solo chiacchierando come una semplice coppia. Una macchina proveniente dal senso opposto ha sbandato e.. ed è finita. Hanno entrambi colpito la testa solo che papà è stato portato all'ospedale in gravi condizioni, mentre mamma non c'è l'ha fatta. È morta sul colpo.

Erano usciti per passare un pomeriggio da soli, a me avevano lasciato a casa sapendo che avevo i compiti delle vacanze da finire.Non dispiaceva lasciarli un pomeriggio da soli. Forse, se io avessi rotto un po' più le palle non sarebbero usciti e tutto questo non sarebbe mai successo.

Ogni quindici del mese mi fermo ad osservarmi davanti allo specchio, pensando e ripensando a cosa fosse successo se io li avessi costretti a rimanere a casa con me a fare i compiti..

Pochi mesi dopo la sua morte ho iniziato a soffrire di vari disturbi: depressione, dca e ho tentato il suicidio.
La depressione dopo due anni è passata grazie ad una psicologa anche se, tutt'ora, ogni dicembre, vado da lei una sola volta. Mi chiede come sto e come ho passato questo anno e, da tre anni a questa parte la risposta è sempre la stessa.

Mi manca.

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