XIX pt. II

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Dura realtà

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Cloe

Parte seconda..

Il suo braccio cince la mia vita lasciandoci delle leggere carezze e, per un breve momento, mi ero anche dimenticata della pellicola che avevo addosso, fino a quando..

«Che cos'è?» chiede accarezzando, più nello specifico, la pancia.

Il mio cervello è andato in tilt. Non pensavo che si sarebbe creato questo problema mettendo la pellicola questa mattina, non mi era passato minimamente per la testa.

«Il tessuto del vestito» 'Ti prego credici'

«Cloe»

«È un vestito prodotto artigianalmente, quindi sai.. capita che, magari, ci aggiungano un qualcosa sotto per proteggerlo- » continuo a parlare a raffica come una macchinetta

«Cloe»

«- Okay, si è la pellicola da cucina ma, io, non pensavo che sarebbe successo tutto ciò, voglio dire, chi si aspettava- »

«Cloe, guardami» mormora serio facendomi girare il volto

«Scusami, io non..» provo a parlare ma nulla, le parole mi muoiono in gola

«È tutto ok» afferma convinto di se

«No, non lo è sennò io..»

«Non è colpa tua. Non è colpa tua» sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra. Io mi volto di nuovo non volendo più osservare il suo viso, mi sono messa in ridicolo davanti a lui..

«È tutto ok, stellina. Sono con te, sono sempre stato con te» mi lascia dei leggeri baci sulla testa continuandomi ad accarezzare la pancia, o meglio, questo finché il mio telefono non inizia a vibrare.

Isabel.
'Mannaggia a te-'

Cloe dove sei? Tra cinque minuti iniziano ad arrivare gli ospiti, tuo padre ti vuole giù.

Hai per caso visto quel capellone di mio figlio??

Al moro alle mie spalle scappa una leggera risata, probabilmente ha letto il messaggio di sua madre.

«Io non sono capellone»

«Si invece»

«Ah, ora vi siete alleate tu e mia madre?» chiede alzando un sopracciglio

«Si, contro di te»

«Va bene» È troppo tranquilla come risposta, c'è qualcosa sot- Mi prende a sacco di patate facendomi alzare dal divano.

«Mettimi giù! Mi si sta alzando il vestito»

«Tanto siamo solo noi qua»

«Gli uccelli fuori mi vedono quindi mettimi giù»

«Sai qual'é l'unico uccello che ti vorrebbe vedere?» 'Non l'ha detto seriamente'
Dal silenzio tombale che è calato, penso, abbia capito che questa battuta è stata.. strana.

«Volgare» affermo e, finalmente, torno a vedere il mondo normalmente

«E tu bellissima»

«Ruffiano» affermo

«Anche»

Rimaniamo a fissarci per alcuni secondi finché, Alexander, non prende l'iniziativa di aprire la porta per farmi uscire da questa stanza. Purtroppo dobbiamo andare a salutare gli arrivati.. 'Capirai a loro che cosa importa della nostra presenza'

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