XIII

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Attacchi di panico

🗣️

Cloe

Flashback

Io e Dylan siamo sdraiati uno accanto all'altro nel mio letto a parlare del più e del meno ma purtroppo, a causa della gelosia di mio padre, non siamo riusciti a convincerlo per lasciarci la casa libera anche solo per questa notte.
Dylan ha deciso di chiudere la porta della mia camera a chiave, ha detto: "Non voglio vedere tuo padre che ci osserva in momenti.. intimi".
Inizialmente volevo dirgli di no, odio gli spazi chiusi, mi sento come se fossi in prigione, ma poi.. sono stata zitta. Non volevo farmi vedere "indecisa".

«Hai un bel culo» mormora ad un centimetro dalle mie labbra

«Hahaha, grazie?» mormoro imbarazzata

La sua mano, dal mio sedere, scende piano piano fino ad arrivare alla mia figa. Le sue dita sfiorano delicatamente il tessuto delle mutande, e lui sa, sa quanto questa cosa mi faccia impazzire. Continua a lasciarmi dei baci delicati su tutto il collo e alcune carezze sempre su quest'ultimo.

L'eccitazione sta prendendo decisamente troppo il sopravvento, tant'è che ora sono io a baciare e succhiare il suo collo.
La sua mano entra dentro alle mie mutande facendo dei piccoli cerchi sul punto più sensibile. Proprio nel momento in cui la mia bocca si apre leggermente per rilasciare un piccolo gemito, lui, non ci pensa due secondi a metterci la lingua dentro, dando vita a un bacio molto appassionato..

La sua mano non sta più accarezzando il mio collo ma bensì lo sta stringendo. Per molte ragazze potrebbe essere bello, eccitante ma, per me no. Più di una volta gli ho detto che questo tipo di cose non mi piace, ma lui ha sempre ignorato questa mia lamentela, se così si può definire.

«Mh Dylan, così no» mi lamento ad un soffio dal suo viso

«Ma a me piace, lo sai» mormora mordendomi il labbro inferiore
«Sei molto eccitante da vedere con la mia mano stretta sul tuo collo»

Stretta.
Collo.
Mio.
No. 'Toglila'

Il mio corpo inizia ad avere dei piccoli tremolìi sulle mani e sulle braccia, tremolìi che lui nota subito.

«Perché tremi, hai freddo?» mi chiede subito ma io nego con la testa. Nel frattempo che gli rispondo, levo la gamba che avevo allacciato al suo fianco.

«Non vuoi più continuare? Hai deciso che non ne hai più voglia? Lo sai che le cose si decidono in due in una coppia?» E, come ogni volta, mi fa lo stesso discorso.

Io amo Dylan ma, questi suoi atteggiamenti da.. menefreghista, proprio non li reggo.

«Lo so che le cose si fanno in due ma non mi sento bene, tutto qui»

«E sarei io la causa? Per questo motivo tremi? Ti faccio paura io?!» mormora alzando il tono della voce

Con la mano gli faccio segno di abbassare la voce se non vuole far partecipare pure mio padre, Jhon, a questa conversazione.

«Non mi dici cosa fare, hai capito?»

Lo guardo con gli occhi dispiaciuti. Ogni volta è la stessa storia.

Inizio a tremare perché ho paura e , lui, quando si altera troppo, mi fa spaventare il triplo.

«Cloe, vieni qua» indica le sue ginocchia. Mi levo la coperta di dosso per fare come dice.

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