VI

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Conoscere meglio


Cloe

Nuovo giorno, nuovi.. Oh, al diavolo!
Nuovo giorno, nuovi propositi.
Cazzata.
Se il giorno precedente è stato un completo disastro, come può il giorno successivo essere migliore?

Ieri sera, dopo quella frase di Alexander, sono entrata a passo svelto nella reggia. Non volevo più vedere ne lui ne quell'idiota di Dylan.
Come cavolo gli é saltato in mente di dire una cosa così.. privata davanti a lui.
E non perché Alexander è chissà chi, sia chiaro, ma.. Oh, al diavolo di nuovo!

Mi scrollo da dosso la coperta e tutta incazzata, mi alzo dal letto. In cucina c'è un silenzio tombale. Ne vento, ne pioggia. Se le altre mattine le persiane sbattevano da una parte all'altra, oggi no.
Dal frigo prendo uno yogurt greco e una banana. La mattina non sono abituata a mangiare, in realtà neanche durante gli altri momenti della giornata ma questo è un altro discorso. Oggi mi servono energie e quindi -diciamo- che sono obbligata a farlo.

Devo incontrare questo cliente importante insieme ad Isabel e non ho intenzione di fare brutta figura. Mi preparo indossando un semplice jeans, una maglia a collo alto e un blazer nero. Non fa quel freddo gelido, ma non fa comunque caldo ecco, quindi, preferisco coprirmi.

Ovviamente in azienda ci devo andare a piedi perché mio padre, stranamente, si è dimenticato di darmi il numero di qualche taxi e io, ovviamente, non so come si faccia.

Esco di casa con addosso le mie amate cuffie ascoltando "Bloodline" di Ariana Grande. Lei è una delle mie cantanti preferite, per l'esattezza, è la prima in classifica nella mia lista immaginaria. Cammino per le vie di Greenwich cercando di entrare il più possibile nel testo e di lasciare al di  fuori tutti i miei pensieri. Mi è quasi impossibile ma ci sto provando.

Even though you're bad for me, I know..

..Would you mind maybe linkin'?

Gli occhi di Alexander che mi guardando attenti e curiosi da quel balconcino..

Love me, love me, baby are you down? Can you let me know?

Le sue mani che applaudono per me.. Mai nessuno mi aveva dato così tanta importanza.
Il rombo di un auto mi risveglia, o meglio, mi fa prendere un infarto distraendomi dal testo.

Poco distante da me noto il palazzo della Phoenix Group. Imponente come sempre.
Il solito caldo del condizionatore mi riscalda non appena metto piede qua dentro. È la cosa che amo di più di questo posto, oltre al tè della macchinetta.

«Buongiorno Cloe!»

«Buongiorno» Saluto Isabel che, come ogni mattina, mi sorride tutta allegra. 'Insegnami ti prego'.

Spero con tutta me stessa di non ritrovarmi quel moro da nessuna parte.
'Mi fa male stare vicino a lui'.

Salgo fino al piano del mio ufficio per segnare, anche oggi la mia presenza. Sull'agenda controllo l'indirizzo del posto e, dopo neanche tre secondi, me lo sono già segnata sulle note del telefono. Non si sa mai, magari me lo dimentico. È distante circa venti minuti in taxi. Sempre se ne riesco a trovare uno.

Dopo essere passata da mio padre a chiedere il numero di qualche tassista ne chiamo subito uno, sperando che arrivi abbastanza velocemente. Non voglio fare ritardo.

Sto cercando di riempire il mio cervello con qualche cosa che non siano i miei pensieri. Ad esempio: il cuscino a forma di cane messo sul sedile posteriore affianco a me.
Questo taxi è molto strano e non lo dico così tanto per, ma perché quello non è l'oggetto più strano. C'è letteralmente una lampada messa sul sedile di fianco al suo.. con la cintura. Non sono certa di voler sapere il motivo.

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