11 - And it feels like the start of a movie I've seen before

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La sera prima, Cyno era tornato da Nari e si era spinto oltre le foglie dell'ingresso senza chiedere. Non per un tentativo goffo di rimediare a qualcosa, o per mettere in atto strane tecniche di corteggiamento consigliate da altri, o per lamentarsi o litigare.

Era tornato solo perché Tighnari gli mancava, perché da troppo tempo non riuscivano più a rimanere vicini come prima.

Non aveva alcun piano, alcuna strategia. Aveva solo voglia di potersi stringere a lui e respirarlo, e dormire, e svegliarsi insieme, e basta. Da amici, da amanti, da compagni... era davvero così diverso?

"Nari... Ascolta."

Lui era seduto alla scrivania, e non si era neppure alzato. Perché, da parte sua, era esausto dell'incertezza e del desiderio, era impaurito di aver perso tutto, era incerto su come potesse, per Cyno, essere quel rapporto così strano.

E non avrebbe voluto ascoltare, ma le orecchie si erano tese nella speranza di ricevere le parole giuste.

Un passo. Cyno aveva riempito il petto d'aria e aveva deciso di parlare di quel che non aveva mai detto.

"Non sai molto, di me. Delle mie origini, intendo. Ma..."

Difficile.

Il ricordo confuso di quei tempi era difficile.

Ma era l'unico modo per spiegarsi, per fargli capire. Aveva stretto i pugni, e aveva continuato a parlarne alle spalle di Nari, che ancora non lo guardava.

"Io non ho una stirpe particolare come la tua, ma discendo dalla gente del deserto. Probabilmente, uno dei miei antenati diretti era il sacerdote del Re Deshret... se non il re stesso. Non ho mai potuto... capirlo con certezza."

Tighnari, a quel punto, aveva accettato di voltarsi, e l'aveva guardato con occhi grandi.

Sapeva bene cosa significasse quel discorso. E, sì, non aveva molte informazioni sul passato di Cyno, ma aveva studiato a fondo la storia del deserto.

"Non so come sia andata di preciso" continuava intanto Cyno, "ma fino a circa i miei otto anni ho vissuto cavandomela, semplicemente, fra la sabbia."

"Cavandotela...?"

"Sì. Avevo... anche prima della vision, in realtà, avevo in me qualcosa. La stessa cosa di Collei. Ma non c'era nessuno a spiegarmelo, ed ero un bambino. Ho... ho dovuto combattere usando quel potere, per non morire. Per sopravvivere."

Tighnari non era certo di comprendere lo scopo di quel discorso, ma aveva annuito per mostrare comprensione, perché era importante.

"Quel potere può corrompere totalmente una persona. Aveva preso tutto di me, non ero più... io. Non ero niente. Ero solo un involucro per una forza che aveva l'unico scopo di continuare a esistere. Ed era... immensa."

Respiro. Dentro. Fuori. Non serve agitarsi, adesso. Piano. Puoi dirlo, è nel passato. Era il passato.

"Infatti... per questo non sono certo neppure della mia età. Ero un bambino... quando il Maestro mi ha salvato dal deserto. Ero da solo, e... avevo vissuto uccidendo chi minacciasse la mia sopravvivenza, e basta. Lui mi ha accolto e ha evitato che io finissi nelle mani sbagliate, ha eseguito il rituale come io l'ho fatto con Collei, e mi ha aiutato. Non ho idea di chi sia mio padre, ma lui, Cyrus, di fatto, è chi posso chiamare tale."

"Cyrus? Lo stesso maestro di Lisa, giusto?"

"Esatto."

Tighnari aveva abbassato gli occhi, riflettendo, iniziando a mettere insieme i pezzi.

"Solo grazie al mio Maestro, sono riuscito ad avere un ruolo nel mondo. Senza di lui, sarei stato... una specie di selvaggio, privo di qualsiasi controllo. Quel potere è ancora in me, perché non è possibile cancellarlo. E... come per Collei... lasciarlo sigillato e inattivo... dipende da me."

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