10 - Lovely to sit between comfort and chaos

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Kaveh richiude la porta cercando di non produrre alcun rumore. C'è soltanto il suono dei suoi passi, e allora toglie subito le scarpe e le regge con le dita, si trascina in camera.

Non gli importa di vedere dove sia Al. Tanto, è inutile. Qualsiasi tentativo di prendersela andrà a vuoto; non verrà mai ascoltato.

"Hai fatto tardi."

Oh. Lo ha sentito.

Prova a ignorarlo. Lascia cadere le scarpe sul pavimento, si sfila la maglia con un gesto veloce.

"Sei rimasto in taverna?" chiede ancora Alhaitham.

Kaveh lo guarda, allora. Si impegna per concentrare nel suo sguardo tutta l'arrabbiatura, ma è troppo stanco e brillo per farcela.

"Non dovresti rimanere in giro da ubriaco. Rischi che ti rubino quel poco che hai addosso."

"Potevi aspettarmi, allora. O darmi una mano a scusarmi per il casino che hai creato."

"Io?" Alhaitham sorride con un soffio. "I tuoi amici hanno fatto tutto da soli, direi."

"Io direi di no, invece."

Ma tanto è inutile.

Kaveh si toglie i pantaloni e si lancia sul letto, in mutande, perché non gli interessa più di niente e vuole solo dormire.

"Guarda che ho fatto loro un favore, vedrai che chiariranno e torneranno ad amarsi come due principessine."

"Al..." Si stringe al cuscino, a occhi chiusi. "Non capisci veramente nulla."

"Mh."

Sa che sarebbe impossibile convincerlo a scusarsi, o anche solo ad ammettere di avere dei modi impossibili. Eppure, Al rimane sulla soglia a fissarlo, come se attendesse.

"Volevo solo farteli conoscere..."

"Ma li conoscevo già, Kaveh. Cosa pensavi succedesse?"

"Non so, magari che passassimo una sera normale. Carina."

"Carina..." Alhaitham si accarezza il mento. "Mi è sembrata piuttosto piacevole, in verità."

"Ma quei due si amano, e ora avranno litigato di sicuro. Per colpa tua."

"Sei diventato pure un consulente di coppia, adesso? Ti pagheranno per questo, almeno?"

Kaveh sospira.

"Ok, non importa. Buonanotte."

Chiude gli occhi e torna al cuscino, che almeno è morbido e dolce e si lascia abbracciare.

E subito si addormenta, e nemmeno si accorge che Alhaitham è rimasto lì ancora un po', dopo, a seguire il suo respiro e i suoi contorni.

Non se ne accorge mai.





Per Collei, in effetti, quei due sono ormai figure familiari. Nonostante non possa dire di capirli a fondo, i loro modi sono quel che più riesce a comprendere: Tighnari ha un fare sempre tiepido, colmo di distacco e un che di snob, un'aria capace di renderlo antipatico a chiunque ma anche di conferirgli un fascino infallibile; Cyno, al contrario, fa paura alla prima occhiata, ma dopo qualche minuto, se preso fuori dal lavoro, si rivela come l'uomo più dolce che abbia mai incontrato.

Entrambi le incutono un certo timore, non potrebbe negarlo. Master Tighnari, in particolare, sa essere spietato. Le sue punizioni non sono mai simboliche, ma sempre a dir poco crudeli; Collei sa però che le sceglie per insegnarle davvero qualcosa, e anche se crede esisterebbero modi migliori... le sopporta con affetto. Tighnari ritiene educativo lo sfinimento: se lei dimentica un suo compito, la costringe a rifarlo venti volte di fila, in maniera da non scordarlo mai più nella vita. Se sorvola su un dettaglio in una ricerca, la spinge ad approfondire quel punto fino alla nausea. Secondo Collei, Master Tighnari è stato educato così: con un pizzico di sapiente sadismo, che gli ha trasmesso nozioni indimenticabili come marchi a fuoco nella carne: incancellabili, ma dolenti.

After darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora