18 - So can I call you tonight?

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Nel corso della sua adolescenza, Tighnari aveva immaginato più volte la sua futura storia d'amore. I suoi erano giorni pieni di studio, ma come chiunque si era chiesto chi gli sarebbe finito accanto. Come chiunque, aveva posato lo sguardo sugli altri studenti, in cerca di qualcuno che corrispondesse a un ideale vago, ancora da decidere.

Sarebbe stato l'intellettuale taciturno che pareva vivere solo per i voti e le lodi dei docenti? Sarebbero stati così bene, insieme. Una vita colma di successi e ammirazione; Tighnari lo osservava camminare in fretta per l'Akademiya e provava a figurarsi quell'intreccio: ma lo studente era distratto, non lo guardava nemmeno. Quella totale mancanza di ammirazione l'aveva annoiato.

Allora, forse, il tipo un po' stupido ma bello, alto e con quel viso così luminoso e aperto, così sorridente e rumoroso, così semplice e limpido...? Potevano essere una coppia adorabile: il nerd e il belloccio idiota, perfetto. Però poi quel tipo ci aveva provato sul serio, e gli era venuto il mal di testa dopo cinque minuti. No, non era il caso.

Era cresciuto con l'idea di dover trovare qualcuno come se fosse un dovere, un altro degli obiettivi da raggiungere insieme alla conclusione degli studi e una qualifica, un lavoro certo, una posizione sociale rispettabile. Soltanto dopo anni, quando aveva ormai scartato ogni studente in età da possibile fidanzamento, un'amica gli aveva fatto notare la sua totale mancanza di interesse nei confronti delle donne.

Lui, in effetti, nemmeno ci aveva pensato.

E infatti, aveva detto con convinzione imbarazzata, non significava nulla. Era soltanto troppo giovane, forse stava in realtà cercando un amico. Ma non aveva convinto nessuno, nemmeno se stesso, e da quel momento aveva iniziato a temere di non essere proprio all'altezza delle aspettative familiari.

Divenire un capofamiglia e riprodursi era piuttosto importante, per chi portava il peso di un codice genetico ormai unico al mondo. Persino grandi nomi dell'Akademiya si erano interessati a lui per quel motivo, e annunciare di non voler figli, o moglie... sarebbe stata una catastrofe. Così, semplicemente, Tighnari aveva rinunciato. Non al suo spontaneo orientamento, perché quello non gli era possibile, ma a qualsiasi possibilità di innamorarsi.

Se c'era qualcosa di sbagliato, allora era preferibile nasconderlo.

Del resto, il romanticismo non gli era mai piaciuto più di tanto.

Quel che poi era successo... non avrebbe saputo riassumerlo. Ogni tanto se lo chiedeva, nei momenti più mondani. Per esempio, ogni volta in cui Cyno dormiva fino a tardi, perché sembrava che il suo lavoro non avesse orari veri e propri. E allora lui doveva alzarsi in silenzio, prepararsi per la giornata e rassettare in giro, mentre quello se ne stava spaparanzato a occupare tutto il letto per ore e ore, a volte per metà del giorno.

Davvero nessuno si era preso la briga di insegnare a Cyno la disciplina, era evidente. Si nutriva malissimo, con cibi pratici che servivano solo a fornire il minimo apporto di calorie per sopravvivere, senza alcun sapore; gli abiti che usava avevano lo scopo di non renderlo indecente, ma per il resto non proteggevano, né coprivano il suo corpo; quando rientrava dopo le sue corse nel deserto, era pieno di sabbia che lasciava ovunque, e che Tighnari si ritrovava a spazzar via per giorni da ogni angolo; per non parlare delle battute, o delle carte. Oh, le carte... Ormai aveva gli incubi, su quel malefico gioco. E non soltanto bisognava giocarci di continuo, oh, no! Era indispensabile parlarne, fino alla nausea, ogni giorno, ogni giorno delle loro esistenze, perché c'era sempre qualche nuova carta in edizione limitata, o una nuova stampa...

E poi, e poi. Tighnari era un po' invidioso di Cyno, in segreto, perché Cyno piaceva sempre a chiunque, e questo non era normale. Tighnari si nutriva dell'ammirazione, ed era abituato a ottenerla in un secondo, senza sforzo; ma la presenza di Cyno era sempre, sempre in grado di sviare l'attenzione. Cosa aveva di così speciale, era un mistero; e in effetti non è che lui fosse immune da quell'incantesimo, dunque non poteva dir nulla, ma era un enigma che non smetteva di sorprenderlo ogni volta. Chiunque si sarebbe interessato a Cyno. Chiunque. Era inutile esserne geloso, anche se Tighnari faceva del suo meglio; bastava voltarsi un secondo, e intorno a Cyno avrebbe trovato una nuvola di gente con gli occhi a cuoricino. La sua indignazione era inutile, perché quello si sarebbe limitato ad alzare le spalle e dire: be', che ci posso fare?

After darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora