16 - Whenever you tell me I'm pretty, that's when the hunger really hits me

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"Le volpi vanno in calore, Tighnari. Tu non ci vai? Non è questo, il mese?"

Che ridere.

"Esatto, però mi succede solo con gli uomini intelligenti."

"Che vorresti dire?"

Supera il gruppetto e continua a camminare, non ne vale la pena. Quella storia del calore è così stupida che ormai non lo fa nemmeno arrabbiare.

"Non mi piacciono, quelli come te" si sente dire.

Alza lo sguardo su quel viso; uno di loro gli è corso dietro e ora sono da soli, non ha scampo. Viene spintonato con forza, deve chiudere gli occhi e gemere.

Guance troppo rosse; pupille dilatate; i capelli hanno un buon profumo, la pelle è appena sudata ma pulita, gli abiti sono ordinati, stirati, sanno di sapone e casa.

Quel ragazzo è gay e lui gli piace. Tighnari può sentirlo dall'odore, può dedurlo da come trema appena, mentre gli tiene fermo un polso contro il muro. Chissà come dev'essere difficile non poterlo ammettere.

Sorride.

"Davvero? Peccato."

Lascia che il ragazzo faccia forza, lascia che lo senta fragile. Probabilmente è ciò che desidera; vorrebbe vederlo sciogliersi, arrendersi, implorare. Quanto gli piacerebbe.

"Che significa, peccato?"

"No, perché tu sei molto carino."

Con la mano libera gli sfiora una guancia. Lentamente; un movimento studiato, composto, seducente. Le dita un po' distanti, ritrose, come se lo temesse.

Oh, quanto dev'essere eccitante.

Il ragazzo arrossisce come un idiota, e quello è il momento in cui può agire. Si fissano negli occhi un istante, e Tighnari sa che quello sguardo non verrà mai dimenticato. Ci penserà per sempre, quel tipo, al buio nella sua stanza, da solo, mentre si accarezza in segreto immaginandolo.

Tighnari adora che sia così.

Gli afferra i capelli con forza, sposta la sua testa, lo avvicina. Le labbra quasi sulle sue labbra.

"Ma non lo sei abbastanza."

Giù. Un colpo secco, il ragazzo è sul pavimento. E questo offre a Tighnari il tempo di afferrare l'arco.

Lo punta. Quello mormorando si rialza. Lo scruta. Si massaggia la testa, dove ha sbattuto, e poi senza dire altro se ne va, di corsa. Chissà se penserà anche a quel dolore, magari gli piace.

Tornerà, ne è certo. Quegli studenti l'hanno preso di mira fin dai primi giorni; uno come Tighnari si nota subito. Ne parlerà agli altri e verranno tutti a circondarlo, a provare a spintonarlo, a rubargli i libri, a tirargli l'uniforme per spogliarlo, a ridere e urlare e prenderlo in giro.

Ma non importa.

Sa che è soltanto per quanto lo notano. E considerando quanto piace a quella gente, sarà bene preparare una performance che non dimentichino.


Poi è di fronte a quel Matra così strambo e impacciato, ed è... perplesso.

Lui non vuole fargli del male. Lo stava solo ammirando. Lo tratta come qualcosa di prezioso, qualcosa che teme di sfiorare, con vergogna, con un desiderio timido e incerto.

Lo sente dal suo odore e dall'aria, da come la sua pelle si accende, dal suono del respiro.

Dal cuore che gli batte in petto, troppo in fretta perché sia indifferente.

Perché no, Tighnari non va in calore, ma se c'è qualcosa che ha ereditato dalla sua stirpe è la scelta di un compagno, uno soltanto.

Tutto chiaro. Quel Matra lo vuole, disperatamente, fin dal primo istante, ma lui stesso non lo sa ancora. E intanto si schiarisce la voce con una mano davanti alla bocca, senza guardarlo, e prende un quaderno per leggere le domande di rito.

"Hai delle belle mani" dice Tighnari, senza neppure pensarci. E dopo pensa: ops.

Perché non voleva sporcarlo, non voleva da subito essere solo un oggetto del desiderio, non voleva che fosse come sempre, perché quel Matra è dolce e lui vorrebbe assaggiarlo, soltanto, non ancora morderlo.

Ma da come Cyno arrossisce, come se fosse lo scandalo più audace del mondo, e da come guarda altrove e poi lui e poi altrove, e prova a continuare come se non avesse sentito...

... da come la sua voce è diversa, dopo, come se quel complimento fosse sul serio qualcosa di importante, e da come sembra in difficoltà, e da come le sue mani ora sono nervose e non sa se nasconderle sotto il quaderno o lasciarle stare, e infine le lascia dove sono con un sospiro, e Tighnari nota ogni movimento e ogni intenzione, e Cyno non se ne accorge perché è troppo impegnato a sembrare un adulto serio e capace...

Da quello, con un sorriso lento mentre l'altro ancora non riesce a guardarlo, Tighnari decide che Cyno è suo.

Non sa ancora come, o in che senso, o quando... ma è suo.

After darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora