21 - We'll put freaks in the title

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Alhaitham lo guarda malissimo.

"Ancora?" chiede.

Cyno molla la pila di fogli sulla scrivania e annuisce. "Non è colpa mia, lo sai."

"No, ovvio. Tu sei solo il povero Mahamatra che continua a generare pratiche da gestire."

"Ehi, è il mio lavoro."

"Ma non dovevi prendere delle ferie?"

"Le ho finite..."

Cyno sbuffa e si appoggia con una mano sul legno della scrivania, come per attendere qualcosa. Alhaitham lo guarda, con un sopracciglio ancora sollevato.

"Be'?"

"Che ne so, potresti chiacchierare, ogni tanto."

"Con te?"

"Siamo colleghi, no?" Alza le spalle. "Fra colleghi si parla. Giusto?"

Silenzio. Poi Alhaitham torna a fissare le carte.

"Che noioso..." Cyno fa per andar via, ma nella stanza è entrato qualcuno.

Ed entrambi si fermano, come a mezz'aria, sospesi, perché quel qualcuno somiglia immensamente a qualcun altro, ma non è lui.

Avanza sicuro, verso di loro, veloce, a passi ampi. I capelli lunghi (come li aveva all'inizio, a quel tempo, quando studiava. Lo ricorda. Erano così belli) restano indietro, gli svolazzano intorno.

Si para di fronte a un Cyno sbalordito, che continua a fissarlo a bocca aperta.

"Ho bisogno di una spiegazione" dice, e allora è chiaro che non è lui.

Quello è Tighnari, ma più vecchio. Qualche ruga appena. La voce più bassa, più alto. Più alto, santo cielo, e Cyno deve sollevare la testa per guardarlo negli occhi. Ma poi è uguale.

"Ehi?" lo incalza. E si acciglia, con quel fare capriccioso e pieno di malizia, con le orecchie che si inclinano appena, nervose, e Cyno non può che sentirsi incapace di elaborare una reazione.

"Dica pure." Alhaitham si mette in piedi, avendo notato le circostanze.

"Mio figlio." Quella persona impossibile si volta verso lo scriba e mette le mani sui fianchi, seccato. "Girano delle voci, qui in Akademiya, che... sono a dir poco inqualificabili. Non riesco a crederci. Avete la minima idea di quale sia la sua famiglia? Del nostro nome? Com'è possibile che..."

E via così.

Come fa Nari quando è arrabbiato. Con la sicurezza dei gesti, come se il mondo fosse disposto a sopportarlo.

No, chiaro, ha capito. Cyno abbassa lo sguardo e prova a ricomporsi, forse è il caso.

"Un momento." Alhaitham torna a sedere e scosta lentamente i fascicoli, come se avesse importanza. Non ne ha, lo fa solo per imporre una pausa. "A cosa si riferisce, di preciso, signore?"

"Tighnari. L'osservatore, il ranger, come volete chiamarlo questa settimana. Non so cos'abbia combinato, per attirare a sé questo tipo di attenzioni, ma... non è accettabile. Ho visto..." Si ferma un attimo, come per trovare il coraggio di dirlo, come fosse la cosa peggiore che abbia mai attraversato la sua mente, "ho visto un fumetto in cui..."

Alhaitham solleva una mano per invitarlo a fermarsi. "Sì, sappiamo. Siamo al lavoro per sequestrare quel tipo di materiale, glielo assicuro. Lo facciamo ogni giorno. Ultimamente..." Si gira a scoccare un'occhiata a Cyno, "la produzione è aumentata, non sappiamo bene come mai. Ma ci stiamo lavorando."

"No, forse non capisce. In quel fumetto, mio figlio faceva le uova."

Altra occhiata. Alhaitham riuscirebbe a non ridere anche se la scena fosse peggiore, ma lo scambio di sguardi con Cyno provoca un lieve fremito delle sue labbra. Resiste.

After darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora