17 - Such small hands

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"Hai sentito cosa si dice in giro?"

La casa di Cyrus ha un odore che lo riporta indietro. Una sensazione non proprio piacevole, a dire il vero. Cyno preferisce di netto la capanna a Gandharva: un po' umida, sì, ma fresca, nuova. Lì dentro sente il sapore della sua infanzia, e c'è ben poco di divertente nel sentirlo.

Però ci sono i ricordi, e il suo Maestro ormai è coperto di rughe e rimane seduto. Quando passa a trovarlo, si sente un ragazzino; e questo non gli dispiace troppo.

"No, cosa si dice in giro?"

Sta risistemando i libri, perché Cyrus non lo fa più spesso come un tempo. Gli ha chiesto le sue braccia e la sua forza. Così, ora se ne sta in poltrona, dietro di lui, con Cyno che si spinge sulle punte dei piedi per arrivare ai ripiani più alti.

"Ci sono delle voci, su di te, in città."

"Non mi sorprende."

Cyno sale sui tre gradini della scaletta di legno e finalmente riesce a riempire quello scaffale. Si china per raccogliere altri volumi, continua a sistemarli.

"Forse dovrebbe. Voglio dire, la gente è strana e questo è risaputo... ma forse dovresti controllare un po' di più le leggende sul tuo conto."

Con ancora i libri stretti al petto, sulla scaletta, Cyno si gira appena per guardarlo. "Cosa hai sentito, di preciso?"

Non è preoccupato. I cittadini di Sumeru, e in particolare gli studenti dell'Akademiya, adorano creare storie sui personaggi conosciuti del luogo. Da anni ne sente di tutti i colori; sorprenderlo è difficile.

"Ma, tipo... che ti scopi quel Ranger..."

Cyrus non ha il tempo di spaventarsi, né di provare a prenderlo; prima che lo realizzi, Cyno è già precipitato con i libri sparsi intorno.

"Ehi, attento! Ti sei fatto male?"

"No, no..."

I loro occhi si incontrano, mentre entrambi raccolgono i libri. Cyrus si solleva e lo fissa, mette le mani sui fianchi.

"Cioè, quindi è vero."

"Eh?? Non ho detto nulla!"

"Ma guardati."

Cyno sbuffa e torna sui gradini, in fretta, a lanciare altri libri negli spazi ancora vuoti. "Non sono affari tuoi, comunque."

"Wow, ammetto che non me lo sarei aspettato."

"Non ho confermato nulla, mi sembra."

Cyrus si rimette a sedere sulla poltrona, ci affonda lentamente e guarda quel ragazzo che sta provando a evitare il suo sguardo in ogni modo. Guarda come afferra in fretta ogni volume, come scende e risale con un saltello, come la sua sia una forma sottile ma forte.

Non si è mai sentito così vecchio, dannazione. Cyno è cresciuto, è un adulto, e per qualche motivo è quella scoperta a farglielo realizzare. Come se diventare Mahamatra non fosse abbastanza.

"Conosco bene suo padre, sai?"

Cyno lo guarda di sfuggita, in attesa. Di cosa? Di un giudizio? Di sentirsi dire che può? Cyrus non ricorda nemmeno il suo, di genitore; ma comprende quell'occhiata. Comprende di essere importante.

Sono gli stessi occhi del bambino ferito e scarmigliato di anni e anni fa. E gli domandano la stessa cosa, in silenzio.

"Sarà veramente un incubo se ti presenterà a quello lì, vedi di esserne consapevole" dice, e ride, per non spaventarlo sul serio, anche se forse sarebbe meglio. "Ma quindi, proprio lui... Tighnari, giusto? Me lo ricordo, da piccolo..."

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