Capitolo 1

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Settembre 2018

I movimenti sono veloci e meccanici, ma il sudore è ancora lontano. Lui le afferra le natiche, gli tira un piccolo schiaffo e poi di nuovo la riafferra con forza come per dirle di muoversi ancora più forte. Lei però non ci fa caso, è concentrata solo su se stessa.

Continua così per diversi minuti, poi lei gli accarezza i capelli, lui cerca un bacio che subito non trova. Lui geme, un verso fin troppo voluto. Lei se ne accorge e per alcuni secondi si deconcentra infastidita. Lui la tira verso di sé, lei apprezza. Ansimano entrambi, l'uno sul collo dell'altro, lei prova solletico e quindi si solleva con il busto. Continua a muoversi, ma più lentamente per evitare una fine prematura che porterebbe solo frustrazione. Lo guarda sotto di sé o meglio lo controlla perché vuole essere guardata, scrutata, desiderata e così compiaciuta.

Ma lui chiude gli occhi e abbandona le braccia ai lati, perdendo il contatto. Lei delusa, decide di afferrargli il viso con la mano destra allungando contemporaneamente il seno verso la sua faccia. Lui immediatamente la lecca e la bacia dovunque riesca ad arrivare sforzando gli addominali non allenati. Ma lei non è soddisfatta. Si solleva quindi completamente e crolla sul letto a pancia in giù. Lui subito non capisce, riapre così gli occhi e si alza velocemente. La schiaffeggia per la seconda volta e poi l'accarezza su tutta la linea della schiena. Lei alza leggermente il bacino. Lui entra iniziando con dei colpi lenti. Lei sente un po' di dolore e quindi solleva ancora di più il bacino. Lui la osserva sotto di sé, dominata e inizia ad ansimare più forte. Lei lo sa e stabilisce così le tempistiche. Infila la propria mano destra sotto la pancia e mentre lui continua, inizia a toccarsi, prima lentamente poi più velocemente.

Dopo poco lui comincia a gemere. Ormai è andata capisce lei, quindi si massaggia ancora. Si sforza anche se la mente si è allontanata da quella stanza da molti minuti ormai. Lui rallenta i movimenti e in quel momento anche il momento di lei arriva. Un momento che non è dei peggiori, ma sicuramente non dei migliori.

"Tutto ok?", sussurra lui, mentre si butta di lato sentendola distante.

Lei fissa il vuoto. "Sì."

Lui si toglie il preservativo, si infila le ciabatte e lo va a gettare nel cestino, poi torna sul letto e si appoggia accanto a lei esitando. "Andrea", sussurra.

Lei si volta per guardarlo negli occhi.

"Domani dovrei ripartire."

Lei si rigira nuovamente dall'altra parte con uno scatto, rasserenata. "Non c'è problema", e in quel momento si sente una merda per il sentimento appena provato.

Lui si avvicina e le bacia un braccio. "Quand'è che potrò avere l'onore?"

Lei accenna un breve sorriso alzandosi per andare in bagno. "Non capisco perché voi maschi siete così fissati con il sesso anale", e sparisce dietro la porta. In bagno, Andrea si infila le mutande e la canottiera. Si guarda allo specchio per qualche secondo, ignorando i capelli sotto sopra, vede una ragazza triste. Afferra poi una sigaretta, l'accende e aspira il fumo con avidità. Trattiene un conato di vomito quando il fumo le percorre la gola, ma al terzo tiro è già tutto passato. "Perché devi ripartire già domani?", gli chiede rientrando nella stanza.

Lui si è già rivestito con la maglietta e i pantaloni della tuta. Sta rompendo una sigaretta di lei che evidentemente le ha preso mentre era in bagno. "Il prof mi ha fissato l'appuntamento per domani pomeriggio, dobbiamo definire alcune cose del progetto. Pensavo di prendere il treno domani mattina."

"A che ora?", domanda subito.

"Devo essere in stazione per le 10.30", risponde lui mischiando il tabacco all'erba.

Quando il cuore franaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora