Andrea afferra i jeans, una canottiera bianca e in un secondo è già vestita. Si lava i denti, indossa gli stivali e una giacca in ecopelle presa al mercatino dell'usato. In cucina riempie il bicchiere direttamente dal rubinetto e si fa una veloce coda di cavallo. Beve l'acqua in un sorso e contemporaneamente prende la borsa. Infine, apre la porta urlando ai suoi genitori che sta uscendo, ma non riceve nessuna risposta. Andrea esce così di casa correndo. Entra in macchina e quest'ultima parte veloce nonostante sia in seconda.
"Siamo in ritardo."
"Lo so", risponde Andrea. "Ciao anche a te", aggiunge.
L'autista è Emma. Insieme hanno fatto otto anni di scuola, una lezione di yoga, tre anni di nuoto, tre vacanze al mare, trecentoventitré uscite pomeridiane, cinquecentosessantacinque uscite serali e duecentotré minuti di ritardo. Infatti, si vogliono bene.
"Le altre ci aspettavano mezz'ora fa", le dice Emma riferendosi a Giuditta e Nicole.
Emma, Giuditta e Nicole sono le più care e vecchie amiche di Andrea.
"Dovevi essere da me un'ora fa allora", risponde Andrea sorridendo, è una ritardataria cronica e tutti lo sanno.
Emma fa una smorfia sistemandosi i corti capelli biondi dietro le orecchie. Poi preme ancora di più l'acceleratore quando sente il suo cellulare suonare.
"Dov'è che vogliono andare stasera?", le chiede Andrea ignorando anche lei il telefono, facendo aspettare così ulteriormente le loro amiche.
Emma si gira fissandola quasi stupefatta. "È venerdì, lo sai dove vogliono andare!"
Andrea si gira dall'altra parte annuendo e il cellulare smette di suonare.
"Non hai voglia?", chiede Emma curvando verso destra e schivando un gatto bianco sul ciglio della strada.
Andrea fa cenno di no.
Emma le chiede il perché.
Andrea non ha nemmeno voglia di parlarne. "Non sento Edoardo da domenica", confessa.
"Come mai?"
"Abbiamo litigato", le risponde secca.
"Strano", sussurra Emma cambiando marcia e pensando a quanto la sua amica possa essere una masochista emotiva nei rapporti di coppia. "Per cosa questa volta?"
Andrea si accende una sigaretta ed Emma si mette quasi a urlare. "Non bruciarmi il sedile come quella stronza!"
Quella stronza si chiama Sofia. Andrea ripensa a quell'episodio, alla scenata isterica dell'amica alla vista della sigaretta sul sedile che bruciava e aspira la sua sorridendo. "Mi ha detto che dovrei cambiare lavoro."
"Un argomento nuovo", ironizza l'amica giocherellando con il proprio piercing alla lingua.
Passano diversi minuti di silenzio, entrambe perse nei propri pensieri, immerse nel passato. Poi Emma sentenzia. "È ora che vi molliate."
Andrea si irrigidisce a sentire di nuovo quella frase. "Dopo cinque anni non è così semplice."
"Sofia mi ha mollata dopo due anni e non è mai semplice."
Andrea fissa il buio davanti a sé, riflettendo. Non sa cosa fare, non sa che pensare, non sa cosa dire. Quella settimana era trascorsa veloce e in effetti non aveva sentito la mancanza di nessuno.
Dopo qualche minuto, Emma parcheggia l'auto e si sistema per l'ennesima volta i capelli.
"Mettiti un po' di rossetto e smettila di pensare a quel coglione."
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Quando il cuore frana
RomanceAndrea Giulia ha ventitrè anni, lavora in un negozio di fotografia, ha uno storico fidanzato e tre amiche con cui è cresciuta. Tuttavia, si trova in un momento della sua vita dove fatica a sentirsi felice, realizzata. E' in stallo e non riesce a far...