Capitolo 11

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Andrea si sveglia e scoppia a piangere.

 Ha riletto l'email di Edoardo altre dieci volte. Ha pensato di rispondere a quel messaggio. Poi ci ha ripensato altre venti volte. Si sente uno schifo. Pensa anche di non andare al lavoro, ma alla fine opta per un bel po' di correttore attorno agli occhi. Il lavoro potrà distrarla, per quanto possibile.

Si solleva dal letto. Si guarda allo specchio in bagno e vede solo due labbra serrate e due occhi gonfi, lucidi, con due profondi segni violacei come occhiaie.

Sono una codarda, riflette seduta sul water con le mani sugli occhi in cerca del buio.

Si sente davvero uno schifo, per svariati motivi. Come prima cosa, perché non sa cosa fare. Troppi pensieri contrastanti le balenano per la testa. Sente di aver perso una parte fondamentale della sua vita. Una persona che le è stata vicina sia nei momenti di entusiasmo sia nei momenti di angoscia, soprattutto per sua madre. Il suo primo amore. E un attimo dopo, sente che finalmente si è tolta un peso, come una liberazione anche se ci aveva dovuto pensare lui.

Edoardo ha ragione, si è chiusa, ha costruito un muro e ha iniziato a ignorare i sui stessi sentimenti, facendo marcire tutto quello che la circondava, soprattutto il loro rapporto. Ha solo pensato a temporeggiare e aspettare non si sa cosa. Come una medusa velenosa che si fa trasportare dalla corrente. Lui ha avuto il coraggio di tradirla, e per questo lo trova pur sempre una persona migliore.

"Che situazione del cazzo", sussurra dirigendosi in bagno.

Andrea si alza dal water e prepara lo spazzolino per lavarsi i denti. Inizia a tremare e involontariamente le cade per terra. Insieme allo spazzolino butta giù anche il deodorante, il sapone e i trucchi. Tutto quello che c'è sul lavandino. Tutto per terra, emettendo un verso di rabbia.

"Che succede?", chiede sua madre aprendo di colpo la porta del bagno.

Andrea la guarda sorpresa, non si era resa conto di aver fatto un casino.

"Niente", risponde e si china per raccogliere tutto. E scoppia di nuovo a piangere.

Ginevra si china e tocca la figlia sulla spalla. Non accadeva da almeno un anno che si toccassero.

Andrea quella sera rincasa dal lavoro alle 19.33. Stare al negozio le ha fatto bene. Tuttavia, suo padre appena la vede, le chiede spiegazioni. Andrea subito pensa di mentire, ma poi decide che è ora di smetterla di darsi alla fuga. Perlomeno in casa sua.

"Credo che io ed Edoardo non stiamo più insieme", risponde velocemente. "Non ho voglia di parlarne", aggiunge dirigendosi in camera sua mentre i suoi genitori rimangono muti fissandola andare via.

Andrea distesa sul letto ripensa al primo bacio con Edoardo. Aveva diciott'anni e gli era sembrata la sensazione più strana provata in vita sua. Una miscellanea di incredulità e di consapevolezza. La consapevolezza che era innamorata, l'incredulità perché era successo per davvero dopo un anno che era nei suoi pensieri. Poi ripensa a quando le aveva comunicato che sarebbe partito per andare a Milano e anche lì si era sentita strana. Sempre con la sensazione di incredulità e di consapevolezza. La consapevolezza che nulla sarebbe stato più come prima, l'incredulità perché stava succedendo per davvero .

Andrea riprende l'email e la legge di nuovo. Edoardo non le ha più scritto niente, non l'ha chiamata e lei ha fatto altrettanto. Quando la sera prima aveva aperto l'e-mail, aveva mandato la conferma di lettura, quindi Edoardo sa che lei sa. E lei sa che lui sa, ma in quell'insieme di sapere, entrambi non stanno facendo passi, neanche per rispetto per essersi scelti cinque anni fa.

Andrea si solleva con il busto, si stringe i capelli fra le mani e capisce cosa deve fare. Almeno un passo lo deve fare. Lo deve fare per se stessa. Perché non vuole essere una medusa velenosa, ma un polpo che nuota e che cambia colore.

Quando il cuore franaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora