Capitolo 14

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Andrea si sta spalmando la crema sulle gambe. Ignora i peli che ha sull'inguine e pensa a cosa può aver dimenticato.

"Verrai con noi!", aveva sentenziato Nicole il diciotto dicembre e il giorno dopo aveva prenotato il volo per tutte.

La relazione amorosa era una scusa che Andrea spesso aveva usato per stare ferma. Forse era arrivato il momento di riprendere a fare cose. Cose che aveva evitato di fare e paradossalmente senza nessun motivo legittimo ed evidente, ma forse solo per una innata inquietudine.

Finisce di vestirsi, afferra la borsa e lo zaino. Saluta i suoi genitori e dopo cinque ore e cinquantatré minuti esce dall'aeroporto di Amsterdam.

"Nicole poteva optare per una città un po' più calda", dice Andrea appoggiando lo zaino vicino all'armadio.

Giuditta si butta sul letto e alza lo sguardo dal telefono senza risponderle.

Andrea solleva un sopracciglio. "Hai una faccia strana."

Giuditta sorride allusiva. "Perché?"

"Stai messaggiando con Gabriele?", le chiede maliziosa.

Giuditta annuisce.

"Mi sa che hai perso la testa."

Giuditta fa spallucce arrossendo. "Mi fa ridere, mi tratta bene e in effetti mi piace."

Andrea le fa l'occhiolino. "Sono contenta per te", è sincera.

Giuditta si sposta i capelli ramati dagli occhi e abbraccia l'amica buttando il telefono sul letto.

In quel momento, si spalanca la porta.

"Bene ragazze, la sauna dell'albergo è libera!", esclama Nicole seguita da Emma.

"E stasera che facciamo?", chiede subito Giuditta.

Nicole sbatte gli occhi fintamente sorpresa. "Usciamo dall'albergo e andiamo dove ci portano le gambe!"

Andrea si sente invasa dalla preoccupazione.

Quella sera le gambe delle ragazze le porteranno a Piazza Dam. Lì si fermeranno a guardare il concerto organizzato per quel Capodanno, berranno svariate birre fino al momento del celebre conto alla rovescia.

Dopo mezzanotte si incammineranno tra i famosi canali per poi fermarsi in un coffeeshop. Rientreranno in albergo all'alba con la testa leggera, le palpebre pesanti e i piedi ghiacciati, ma felici di essere insieme.

Il giorno seguente Andrea si sveglia per ultima. Apre gli occhi e sente delle leggere fitte alle tempie. Immediatamente si ordina di allontanare il pensiero dell'emicrania, non si era mai scordata di prendere la pastiglia. "Mi sa che ho esagerato con la birra ieri", mugugna mettendosi a sedere lentamente.

Emma scoppia a ridere. "Con la birra o con l'erba?"

"Prendi un'aspirina e sarai come nuova", interviene Nicole. "Comunque vi siete perse un'ottima colazione", aggiunge mettendosi un po' di crema sui gomiti segnati dalla psoriasi.

Andrea strabuzza gli occhi. "Ti sei alzata per andare a fare colazione?"

"Non lo sai che è il pasto più importante della giornata?", risponde.

"Tu sei pazza!", urla Giuditta dal bagno.

"Tu sei andata?", chiede Andrea ancora incredula a Emma.

"Col cavolo! Mi sono svegliata cinque minuti fa perché queste facevano un casino assurdo", le risponde infilandosi un paio di pantaloni scamosciati poco adatti alla temperatura.

Andrea si stropiccia gli occhi. "Ma che ore sono? Mi sembra di essermi addormentata dieci minuti fa."

"Le dieci", strillano tutte in coro ma non con lo stesso entusiasmo.

Quando il cuore franaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora