9✶𝒓𝒊𝒏𝒄𝒐𝒓𝒔𝒐 𝒅𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒖𝒃𝒊.

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Jungkook

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Jungkook

"Io sono un paranoico:
penso che il mondo intero
c'è l'abbia con me.
Ecco perché mi state tutti sul cazzo"
Charles Bukowski

Ero seduto sul tappeto rosso con dei ricami in oro che avevano comprato pochi giorni prima i miei genitori, giocavo con delle macchinine sul tavolino posto di fronte al grande divano e alla tivù, facevo dei versi che riprendevano esplosioni o scontri tra i due giocattoli che avevo in mano, come solo l'immaginazione di un bambino di sei anni può avere.

La nuova domestica, che sostituiva, per un paio di giorni, l'anziana signora che rimaneva con me la maggior parte del tempo perché i miei genitori stavano fuori tutto il giorno a lavorare, era seduta sul divano e cambiava canale ogni secondo lamentandosi che non c'era niente di bello da vedere.

Non facevo molto caso a lei, semplicemente mi divertivo a giocare da solo senza dare fastidio a nessuno e pur essendo la seconda volta che si presenta nella villa dove vivevo, non l'ho vista mai muovere un dito in loro assenza. Ma a me non importava, ero solo un bambino di sei anni, che non aveva un bel rapporto con i propri genitori nemmeno in quell'età infantile.

Tra uno sbuffo ed un altro, la giovane domestica, dagli occhi grandi e marroni, con i capelli anch'essi marroni legati in una coda alta, ad un tratto smise di cambiare canale.

Sentii un verso strano provenire dalla tivù, e come il bambino curioso che ero, forse anche troppo, alzai lo sguardo dalle mie macchinine. C'erano un uomo ed una donna.

Entrambi erano senza vestiti ed erano molto, molto vicini su un letto grande come quello di mamma e papà, o come il mio.

Lei gli toccava le spalle, lui le toccava le tette, era come se ci stava giocando mentre continuavano entrambi a fare versi strani.

«Signora...» balbettai prima di essere interrotto dalla domestica.

«Signorina, te l'ho detto mille volte piccolo Jungkook».

Deglutii senza riuscire a staccare lo sguardo da quello che proiettava la tivù.«Signorina Uite...» mormorai dato che essendo un cognome straniero il suo, non sapevo pronunciare la parola "White", «... Perché ha messo questo cartone?»

«Perchè è un cartone molto interessante, piccolino» disse mentre mi giravo lentamente verso di lei, la gonna che doveva tenere come divisa per lavorare alla villa, l'aveva arrotolata fino alle cosce che teneva aperte, facendo intravedere le sue mutandine blu che involontariamente avevo visto.

«A me non piace questo cartone... è brutto» balbettai con il mio piccolo cuore che batteva nel petto, ad un tratto avevo paura e non sapevo nemmeno io il perché, lo scoprii solo attimi dopo.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora