17✶𝒊𝒍 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒕𝒐 𝒄𝒍𝒊𝒄𝒉é.

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Sooyun

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Sooyun

"Le donne erano destinate a soffrire,
non c'era da meravigliarsi
che volessero sempre
grandi dichiarazioni d'amore "
Charles Bukowski

Le parole di Jungkook mi ritornavano in mente ogni secondo, anche quando alla fine entrambi ci eravamo convinti ad alzarci dal pavimento del corso di dipinti, con le mura completamente ritinteggiate. Ma non prima di essere fermata da Jungkook, che avvolto da un'improvvisa ispirazione, mi aveva fatta rimanere a terra per poter fare qualche foto, così da poter successivamente riportare la mia immagine, sfatta dal bacio appassionato e macchiata di tempera, su tela.

Avevamo combinato il caos più totale, ed avevamo preso la decisione di ripulire quello che potevamo. Di fatti non ero nemmeno tanto convinta che il professore di Jungkook avrebbe apprezzato il nuovo colore delle pareti della sala.

Mentre raccoglievo i tubetti di tempera consumati da terra e Jungkook con il panno con cui si puliva le mani cercava di togliere la pittura dal pavimento, inumidirmi le labbra ancora leggermente gonfie per colpa del bacio, era un'azione diventata quasi volontaria. Sentivo ancora il sapore dolce della bocca del corvino sulla mia.

Ero ancora abbastanza scossa da quello che era successo e dai mille brividi che mi aveva fatto percorrere lungo il corpo. Ma non sapevo ancora come definire quello che avevo provato e quello che provavo da quando ho visto Jungkook per la prima volta.

Certo, il nostro primo incontro non è stato uno dei migliori e nemmeno quelli successivi nello stesso giorno, perciò, in un certo senso ed in poche parole, non stavo capendo nulla. Mi ero spesso rifiutata di pensare che ogni volta che mi batteva il cuore ad una piccola vicinanza con Jungkook fosse qualche emozione diversa dal fastidio e l'odio che provavo verso di lui, perciò mi trovavo attaccata da sentimenti contrastanti che lottavano dentro la mia testa.

Il suo corpo e adesso le sue labbra mi attiravano come una calamita. Era inutile continuare a pensare che il corvino non fosse un, ormai, uomo affascinante, ma con delle ombre che gli oscuravano gli occhi. E non mi ero nemmeno dimenticata dell'averlo visto uscire dal bagno dei professori assieme a Kwan. Più pensavo a cosa fare, più le mie tempie pulsavano in cerca di pietà.

Stavamo ripulendo la sala nel silenzio più totale dopo che era stata attraversata dai miei ansimi, dagli schiocchi bagnati e dai suoi grugniti soffocati. Jungkook era diventato silenzioso più che altro, non mi era sfuggito il fatto che ogni tanto puliva una chiazza di pittura, si fermava, pensava a qualcosa che gli faceva scuotere la testa infastidito e riprendeva a pulire.

Era un atteggiamento strano il suo, mi sarebbe piaciuto sapere cosa gli passava per la testa, per renderlo così quieto. Forse gli stessi pensieri che mi stavano assillando per colpa di tutto quel silenzio nella sala, che veniva interrotto quando strofinava per terra.

Poi i miei pensieri saettarono verso nuovi orizzonti quando mi ricordai della proposta di Eunwoo per la festa in maschera, e non sapevo davvero che fare dato che non avevo trovato una risposta da dargli, aggiungendo così un altro problema alla lista infinita.
Quando buttai altri tubetti di tempera nel cestino sbuffai sonoramente non sopportando più quel silenzio assordante.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora