10✶𝒓𝒊𝒅𝒆 𝒃𝒆𝒏𝒆 𝒄𝒉𝒊 𝒓𝒊𝒅𝒆 𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒐.

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Sooyun

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Sooyun

"Lei era disperata e allo stesso tempo schizzinosa, e a modo suo bellissima, ma non aveva abbastanza forza di diventare cosa aveva immaginato di essere"
Charles Bukowski

Ero un fascio di nervi. Quella settimana era stata oppressiva fino a quel venerdì mattina, nei due giorni precedenti avevo avuto persino a che fare con un serpente, nell'ora di medicina veterinaria, che era leggermente poco felice nell'essere accerchiato da studenti che lo volevano studiare.

La situazione era sfuggita di mano quando quell'essere strisciante dai colori sgargianti aveva cercato di azzannare il mio compagno di corso con cui lavoravo quel giorno. Sfortunatamente non ci avevano informati che era un serpente vivo.

Ma oltre questa situazione, non avevo lo spazio per fare nulla, per tanto, dovevo ancora completare gli esami di veterinaria, e non solo, del secondo anno, che avevo drasticamente rimandato pensando di fare tutto con calma e in tempo, ma a volte mi dimenticavo della mia pessima organizzazione e ancora mi mancavano dei crediti per poter passare all'anno successivo.

E quella pigrizia che mi aveva accompagnata per tutto l'anno stava risalendo in superficie, facendomi veramente credere che non avrei potuto mai raggiungere l'obbiettivo di fare la veterinaria e poter salvare quelli che erano gli animali malati e cercare di farli stare meglio.

Ero molto schizzinosa a riguardo, ma ci stavo pensando per davvero, la mia determinazione si stava facendo da parte ogni giorno di più.

Per di più, il lavoro al minimarket era diventato più frenetico in una sola settimana. Le persone entravano a fiumi in quelle quattro piccole mura come mai prima di adesso, e come se non bastasse due giorni prima, a completare il pacchetto della mia ansia, era entrato Jungkook, con la sua sfrontatezza, le mani nelle tasche, consapevole della sua bellezza, ma anche della sua arroganza e del suo sguardo che giudicava fino in fondo, facendomi salire il nervosismo alle stelle e anche ad arrendermi al solo pensiero che il minimarket era un posto sicuro in cui era impossibile rivedere la sua faccia da stronzo.

Ed invece mi sbagliavo.

L'ennesimo problema che si era aggiunto alla lista era che, quel arrogante dal ghigno sghembo, mi aveva chiamata per nome. In parte era la cosa più stupida a cui potevo pensare, ma inspiegabilmente in quel momento mi aveva fatto perdere un battito, avevo persino pensato a quanto il mio nome risultava fluido e quasi sensuale detto da quelle labbra, con l'arco di cupido più piccolo del labbro inferiore, leggermente più pieno, dove era incastonato il nuovo anellino in acciaio.

Ma era anche, e soprattutto, strano non sentirgli tirare fuori la carta del nomignolo che mi aveva affibbiato, il tutto per colpa di una stramaledetta maglietta del pigiama. Non era stato mai un problema per me camminarci nelle mie giornate sbadate, appunto perché non ero mai al centro dell'attenzione e nessuno si accorgeva di una ragazza che stava sempre da sola, ma sfortunatamente quel giorno in cui ci io e Jungkook ciamo scontrati lo aveva dovuto puntualizzare, facendo si che me ne ricordassi per l'eternità, vergognandomene anche.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora