32✶𝒓𝒊𝒂𝒗𝒗𝒐𝒍𝒈𝒊 𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒊𝒄𝒐𝒍𝒂 𝒔𝒆 𝒓𝒊𝒆𝒔𝒄𝒊.

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Sooyun

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Sooyun

"Non era stronza, non era fredda, era innamorata e anche tanto"
Charles Bukowski.

Camminavo su e giù per il soggiorno da minuti indefiniti ormai, come se il divano o qualsiasi posto dove mi sedevo mi mandavano a fuoco il didietro. Ero agitata, nervosa. In preda ad una collera e una paura incontrollabile.

Non smettevo di toccarmi i capelli o di mordermi la pelle ai lati dei pollici da quando Jungkook aveva lasciato casa mia, dandomi una pacca sulla spalla come se fossi uno dei suoi amici, destabilizzandomi del tutto e poi sfrecciare via con la sua moto una volta fuori. Anche se ci aveva messo più del previsto a raggiungerla, non ero nemmeno andata a controllare cosa aveva potuto fare in quel lasso di tempo.

Avevo il senso di colpa che mi pungeva il petto in un modo angosciante. Non avrei voluto rivolgermi così a lui, mi ripetevo nella testa, ma ero letteralmente fuori di me in quel momento e la notizia da parte degli agenti privati di mio padre il giorno prima, avevano solamente aggravato la situazione già disastrata di suo. Però nessuna giustificazione sarebbe bastata per aggiustare tutto.

Sbuffavo in preda al panico, sapevo di averlo ferito in qualche modo, soprattutto dopo averlo cacciato via dopo che aveva passato giorni a subire le mie lamentele e i miei pianti isterici. Non meritava di essere trattato così eppure non ero riuscita a calmare quel terrore, quella tristezza e quella rabbia come dovevo fare.

Mi sentivo davvero male, il cuore mi batteva forte nella cassa toracica, il respiro andava e veniva.

Fino a quando mi decisi di prendere il telefono in mano, che avevo lasciato a marcire sul tavolino in vetro e cercare di contattarlo in qualche modo. Lo chiamai, ma al quarto squillo a vuoto era partita la segreteria telefonica.

Riprovai, forse tre o quattro volte, ma nulla. E questo non fece altro che aumentare la mia angoscia e la rabbia. Verso quello che avevo fatto.

Non volevo nemmeno pensare a cosa poteva essere successo dato che, probabilmente, dopo la nostra litigata tremendamente infantile era più arrabbiato di me. Perché avevo mandato in fumo settimane in cui mi era venuto a trovare, facendo dei gesti dolcissimi assicurandosi che stessi bene e che non cadessi definitivamente in depressione. E adesso mi pentivo di aver ricevuto tutte quelle attenzioni da parte sua, per essere arrivati a tanto per colpa mia.

Lanciando il telefono sul divano, mi presi i capelli tra le dita sbuffando in preda all'agitazione. Fino a quando il mio telefono prese a squillare all'improvviso, mi affrettai ad agguantarlo, ma sullo schermo notai un numero di telefono che non avevo registrato. Nessuna traccia di Jungkook.

Inizialmente volevo evitare di rispondere essendo quasi le undici di sera, ma alla fine avevo ceduto.

«Pronto?» chiesi abbastanza irritata, quando dall'altra parte del telefono avevo cominciato a sentire delle sirene dell'ambulanza, facendomi accapponare la pelle dai brividi che mi percossero la schiena. Non era vero. Non era successo nulla di tutto quello a cui stavo pensando. Forse avevano sbagliato numero.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora