34✶𝒓𝒊𝒅𝒆𝒓𝒆 è 𝒑𝒊ù 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊𝒂.

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Sooyun

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Sooyun

"Era come se stessi a casa, casa mia era giocare ad incasinargli i capelli, lasciare che il suo profumo mi restasse addosso"
Charles Bukowski

Il mattino dopo era stato come risvegliarsi da una profonda dormita, ma in quel caso era dovuto alla complessità delle situazioni che erano successe la notte stessa. Tutte quelle emozioni che mi aveva fatto provare Jungkook, sia piegata sul ripiano della cucina che nella doccia, erano tremendamente difficili da decifrare. Era un balzo dall'eccitazione, alla felicità e alla spensieratezza.

Come una partita di ping pong infinita e senza tregua, di fatti quando avevamo toccato il letto, nudi ed abbracciati l'uno all'altra, ancora leggermente bagnati per colpa della doccia fredda che ci aveva accaldato e stancato maggiormente, eravamo completamente crollati fino al risveglio del sole, quando i raggi caldi mi accarezzarono il viso delicatamente.

Solo che il sole non era l'unico, perché quando avevo socchiuso le palpebre, Jungkook mi stava accarezzando una guancia guardandomi con dolcezza. Mi era quasi esploso il cuore con la semplicità con cui il suo sguardo si era tramutato in quel modo, in modo totalmente naturale. Aveva detto che sarebbe migliorato per me, e giorno dopo giorno me ne stava dando la prova.

Lo amavo ancora di più per quello. Per essere diventato abbastanza dolce da farmi fremere il cuore più di quanto non lo aveva fatto in precedenza, anche se il tocco di perversione c'era sempre. Perché comunque il suo essere, quello che era il carattere che si era formato sarebbe rimasto comunque. Ma ero felice che aveva in qualche modo trovato uno spiraglio di pace all'interno di sé stesso, e come ci era riuscito lui, con varie problematiche alle sue spalle, molto più gravi, ci ero riuscita anch'io.

Mi aveva dichiarato che aveva abbandonato completamente le gare illegali e che per permettermi un'estate meravigliosa, aveva preso a disposizione i soldi che aveva lasciato da parte dalle scommesse. E negli anni ne aveva raccolti abbastanza da dirmi che, con l'inizio di settembre, si sarebbe impegnato a procurarsi un lavoro, per essere fiera di lui.

Per un bambino che nella sua infanzia veniva sgridato anche se faceva la cosa giusta, rendere orgoglioso qualcuno lo faceva sentire potente. Ed era a conoscenza che ero fiera di qualsiasi cosa lui faceva, così come avermi dedicato quel dipinto per la piccola mostra all'università, che aveva tenuto nel suo appartamento, affermando che lo avrebbe appeso con me, quando avremmo trovato modo di vivere insieme.

Anche se venivo travolta da un'ondata di malinconia pensando che avrei dovuto passare altri anni senza la presenza di Jungkook all'università, mi aveva assicurato che sarebbe venuto sempre a prendermi. E come io tifavo per lui, lui tifava per me. Per quanto riguardava il mio sogno di diventare veterinaria che ero determinata a raggiungere.

Era ironico come, quando lo avevo conosciuto inizialmente non lo volevo mai tra i piedi, provocandomi un fastidio lancinante ed adesso non risucivo a fare a meno del suo profumo, delle sue parole dolci e perverse, delle ciocche dei suoi capelli corvini tra le mie dita, delle sue mani su di me, dei suoi baci, di lui.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora