8✶𝒂𝒍𝒍𝒆𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒃𝒂𝒔𝒌𝒆𝒕.

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Sooyun

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Sooyun

"Un amico è qualcuno
che ti conosce molto bene
e nonostante questo
continua a frequentarti"
Oscar Wilde

Erano passati un paio di giorni o giù di lì e con il fine settimana di mezzo mi ero potuta concentrare esclusivamente sullo studio, anche se con pigrizia e con il lavoro al minimarket da sbrigare che mi rallentava alcuni ripassi.

Con il libro che avevo preso in prestito, il quale non vedevo l'ora di restituire essendo inserito nella tessera della biblioteca di un arrogante e presuntuoso di nome Jungkook, avevo avuto la possibilità di completare tutti i miei appunti ed imparare anche qualcosa di nuovo, come ad esempio i vari sintomi delle malattie o infezioni più frequenti nei cani come l'epatite canina, l'anaplasmosi o l'ehrlichiosi.

Argomenti che avrei sicuramente approfondito durante il corso di medicina veterinaria e che mi ero nettamente anticipata senza rendermene conto.

Era un martedì mattina il giorno in cui ho riportato indietro il libro e stranamente alla biblioteca non c'era Namjoon, ma bensì una donna che poteva avere all'incirca quarant'anni.

Quando non avevo visto il biondino i palmi avevano cominciato a sudare e il battito mi era divenuto più veloce, semplicemente per la paura di avere qualche problema con la restituzione del libro, essendo che non avevo la tessera ed era un qualcosa che non avevo mai fatto in quei due anni.

Però, forse, quel giorno era fortunato per me, dato che la donna dai capelli corti e castani non aveva fatto troppi giri di parole e mi aveva lasciata andare via quasi subito. Emisi un sospiro di sollievo tremendamente rumoroso una volta fuori dalla biblioteca, col vento fresco di quella giornata primaverile che mi sventolava i capelli corvini che avevo tentato di tenere legati in una treccia laterale.

Ogni giorno mi sembrava sempre più difficile riuscire a parlare con le persone che mi circondavano, sentivo l'ansia divorarmi da dentro. Si creava una voragine al centro del mio petto, opprimendolo fino a quando non mi mancava il respiro e le mie mani tremavano.

Era sempre così quando ritornavo dal fine settimana o dai giorni liberi dall'impegno universitario.

E la odiavo.

La odiavo, quella sensazione di essere osservata, quella sensazione che mi faceva battere il cuore all'impazzata dall'agitazione improvvisa, quella sensazione che mi faceva sudare freddo, quella sensazione che mi faceva smettere di respirare, quella che mi faceva disintegrare la pelle ai lati delle unghie dei pollici.

Quella sensazione che mi aveva accompagnata tutta la vita e non mi aveva lasciata più andare, intrappolandomi.

Per distrarmi, guardai per un attimo intorno e notai tutti gli studenti che chiacchieravano tra di loro e passeggiavano tranquilli prima dell'inizio dei corsi.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora