29✶𝒍'𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕à 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂.

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Sooyun

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Sooyun

"Dentro un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti e tremarci dentro, come se fosse l'ultimo"
Charles Bukowski.

«Ha avuto un infarto, Sooyun...» mormorò mia madre, a seguito di un singhiozzo, facendomi sgranare gli occhi, rimanendo immobile, pietrificata, «Siamo in ospedale, stavamo semplicemente mangiando quando...»

«Non dire nient'altro, sto arrivando mamma» dissi con la voce incrinata per colpa della notizia inaspettata, per poi chiudere la chiamata.

Da quando avevo messo fuori dal letto quella mattina, avevo avuto la sensazione che avrei ricevuto troppe sorprese quel giorno, e tra tutte quelle cose emozionanti e meravigliose di quel giorno, qualcosa doveva pur cadermi addosso come un incudine. Non mi era mai piaciuta l'imprevedibilità della vita.

Un secondo più tardi non avevo nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo e incrociare quello dei miei amici, che sentivo bruciarmi addosso, come la mano di Jungkook sulla mia spalla che sembrava lava sulla mia pelle, infastidendomi. Così la tolsi con una spallata brusca.

«Io devo...» borbottai, per poi alzarmi di scatto dallo sgabello cercando di assimilare quello che mi aveva detto mia madre, «Devo andare via prima del previsto» conclusi, riuscendo ad alzare lo sguardo, intravedendo gli occhi preoccupati e sgranati delle mie amiche e dei ragazzi.

Nari era con le bacchette a mezz'aria, così come Taehyung e Jiwoo. Hoseok, Yoongi, Aera e Jimin mi guardavano con le palpebre sgranate, uno di loro che aveva smesso di masticare formando un rigonfiamento nella guancia.

«Cosa è successo Sooyun?» chiese all'improvviso Jungkook, con un tono di voce così serio da farmi rabbrividire. Scossi la testa, talmente pensate che avevo paura mi sarebbe caduta da un momento all'altro.

«Nulla, devo sbrigare una cosa» deglutii un accumulo eccessivo di saliva, cominciando a sudare freddo. Incrociai il suo sguardo per un attimo, ancora seduto sulla sedia, e si notava a mille miglia che non si era bevuto una parola, «Con permesso e scusate per l'interruzione. Continuate a festeggiare senza di me, lo gradirei» dissi facendo un inchino di scuse, prendendo la borsa alla rinfusa infilandoci dentro il cellulare, mettendola sulla spalla e successivamente corsi via da quel locale.

Mi sentivo soffocare, l'aria non entrava e non usciva dai polmoni, avevo bisogno di uscire fuori da quell'onda che mi aveva travolta all'improvviso in un mare che sembrava essersi calmato. Ed invece era appena iniziata la tempesta a cielo aperto.

Una volta fuori, mi passai una mano tra i capelli, per colpa del vento fresco che mi schiaffeggiò in piena faccia non appena sono uscita dal locale, col respiro lentamente acquisito, la preoccupazione alle stelle, il cuore che tra poco mi sarebbe uscito dal petto. La gola mi bruciava.

𝐌𝐑. 𝐌𝐎𝐓𝐎𝐑𝐁𝐈𝐊𝐄𝐑 | 𝐣𝐣𝐤 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora