Capitolo 1. Ryss

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Mio padre mi ha sempre chiamato Ryss. Credo che alle volte non si ricordi come mi chiamo e che si limiti semplicemente a Ryss. Lo fanno tutti: lui, i miei fratelli, i miei compagni di classe, persino i miei insegnanti. Solo mia madre, quando telefona, mi chiama Ryan. Secondo mio padre, Ryan è inadatto a me. Dice che è troppo maschile e che io gli ricordo una ragazza. Ryss sembra un nome da ragazza.

I miei due fratelli maggiori non sono come me. Mio padre è estremamente fiero di loro: Logan e John, loro si che si meritano questi nomi. Alti, muscolosi, sportivi, bravi con le ragazze, mio padre li reputa dei veri maschi.

Non so esattamente se quelli che ho detto siano tutti i requisiti per essere dei veri maschi agli occhi di mio padre. Lui, nel profondo del suo cuore, vorrebbe che diventassimo dei soldati e che portassimo a casa qualche onorificenza, come ha fatto lui. Mio padre ha due medaglie, entrambe appese in cucina, dove possiamo vederle bene e sentirci dei falliti totali: ha una Army Achievement Medal e una Bronze Star, che mi osservano giudicandomi ogni volta che apro il frigo per mangiare qualcosa. Oppure potrebbe anche essere più facile: la sua idea di vero maschio potrebbe anche essere solamente dettata dai requisiti fisici che rendono John e Logan così diversi da me. Onestamente non lo so. E ha smesso di importarmene da un po'.

Dell'opinione di mia madre mi interessa persino meno; anche la sua visione per le nostre vite ha cominciato a sparire gradualmente dalla mia lista delle priorità. A lei piacerebbe vederci in carriera, sposati e con figli. Insomma, felici come lei non è mai stata in questa casa. Ci sono grossi problemi tecnici in questa sua visione, ma quella di mio padre è anche peggio. E nessuna delle due concilia con la mia: suonare la stramaledetta chitarra.

Anche mia madre aveva qualche sogno di questo genere, credo, ma la vita qui, con mio padre, in questo quartiere, l'ha completamente privata di ogni aspirazione a parte fare il pranzo. Per anni ha osservato i quartieri della comunità della chiesa di San Christopher, prima di fare le valige e portarsi via Alex, mio fratello più piccolo. Non so come mai abbia deciso che solo lui meritava di essere salvato da questa casa, ma è anche vero che Alex è il più facile da gestire e lei ha già sofferto abbastanza.

Da quello che so, mamma e Alex hanno cercato una casa nei quartieri della San Christopher, ma nessuno ha voluto vender loro nulla perché non sono protestanti, così alla fine si sono trasferiti su Woodly Road.

Io non ci vado mai. Ci sentiamo a malapena al telefono, andare a casa loro sarebbe solo imbarazzante. Inoltre, credo che mio padre non sarebbe contento se ci andassi, e io detesto quando mio padre è arrabbiato.

In realtà, non è che io vada mai da nessuna parte. Sto lontano dai quartieri della periferia, tipo East Ridge, perché sono veramente dei posti di merda; Woodly Road preferisco evitarla e la zona della chiesa protestante non mi interessa, in realtà più che altro mi annoia guardare tutti quei bambini diligenti in fila per entrare in chiesa o al bar per prendere un gelato, così ordinati e perfetti. Rimangono il centro, dove non vado perché non ho davvero nessuno con cui girare per negozi e locali, e la zona di dei ricchi, il quartiere di Stars Hill, che è totalmente off-limits per chi non ci abita.

È tutta l'estate che vago dalla mia camera al frigo al bagno e poi di nuovo in camera mia. Logan è tornato dal college per passare questi tre mesi con noi, ma sia lui che ora anche John ripartiranno all'inizio di settembre. Questo ultimo anno è stato una merda con mio padre e John come unici coinquilini, ma non voglio pensare a quando saremo solo io e lui. Solo io e mio padre. E le sue medaglie. E le sue birre. E un sacco di cose appuntite o particolarmente dure che ci sono in questa casa.

* * *

La prima cosa estremamente originale che dirò è che odio la scuola. È una frase piuttosto banale, ma di solito alla seconda settimana di scuola tutti cominciano ad entrare in quella fase in cui sono effettivamente contenti di essere tornati, di rivedere i loro amici, di riprendere le loro attività extracurricolari e soprattutto di rompere i coglioni, generalmente a gente come me.

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