Capitolo 35. Ryss

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Vivere con Bodie è una scoperta e, alle volte, anche una discreta scocciatura. Con il tempo, imparo gran parte dei suoi rituali mattutini: si lava i denti dando sempre la schiena allo specchio, si mette prima la scarpa sinistra poi quella destra, quando fa i biscotti gli piace metterli sul piatto in un ordine particolare, a cono. Ma ci metto ancora meno tempo a scoprire che alle volte prega prima di andare a dormire, inginocchiato vicino al letto, e che la sera legge sempre e almeno trenta pagine di qualche libro. Però, la cosa che più mi stupisce è che a mio padre piace Bodie; è capitato persino che una volta ci siamo messi tutti e tre sul divano a guardare la tv. Quella sera l'ho passata completamente immobile, per non rompere l'atmosfera irreale che si era creata.

Le abitudini di Bodie sembrano essere perfettamente compatibili con quelle di mio padre. Il suo carattere gli permette di essere divertente, solare e disponibile quando mio padre è di buon umore, ma la sua educazione lo fa essere silenzioso e discreto quando non è così. È da molto tempo che non sento mio padre litigare con i vicini e ultimamente beve molto meno. Bodie è estremamente disordinato, ma quando mio padre me l'ha fatto notare rideva.

Tuttavia ogni tanto ci capita di litigare, anche solo per delle cazzate, ma immagino sia questo il prezzo di vivere con qualcuno: le sue abitudini possono diventare un pochino fastidiose. Per esempio, il suo andare al bagno alle cinque del mattino ogni notte è stato un problema finché non gli ho detto di smetterla di tirare lo sciacquone e di limitarsi ad abbassare la tavoletta, poi avrei tirato l'acqua io alla mattina.

Ma, a parte questo, sono contento che sia qui. Mi sento meno solo. Andiamo a scuola insieme, a casa di Seth insieme e alle volte anche a qualche festa. Stasera per esempio siamo invitati ad una festa per i diplomandi di quest'anno, a casa di un ragazzo che non conosco.

Mi faccio una doccia veloce e studio la pila di vestiti che ho portato con me, indeciso su cosa mettere. Non sono mai stato ad una festa per diplomandi, prima di quest'anno non ero mai neanche stato ad una festa, e non ho idea di quale sia il modo giusto di presentarsi. Continuo a fissare i miei capelli, soddisfatto del risultato del parrucchiere; ormai è stato quasi un mese fa, ma Bodie mi ha fatto prendere un altro appuntamento qualche giorno prima del diploma. Abbiamo fatto un po' di soldi con le serate all'Old Rock e lui si è anche trovato un lavoro part-time all'Hot Spot e ha messo da parte una bella somma.

Dopo un po', qualcuno apre la porta.

«Oh, scusa. Stai bene?»

«Si, mi chiedevo solo cosa mettermi» rispondo, alzando le spalle.

Bodie indossa una camicia paisley rosa, con i primi tre bottoni slacciati e le maniche arrotolate, un gilet grigio e un paio di pantaloni neri. Sta bene vestito così e io invece mi rendo conto di essere in mutande.

Lui non ci fa caso; entra e si mette ad osservare i miei vestiti, poi sceglie una camicia verde acqua e un gilet beige abbinato ai pantaloni. «Che dici?» chiede.

Può andare. Me li metto davanti a lui e quando ho finito mi aiuta a sistemare la camicia come fossi un bambino. «Stai benissimo» dice alzando i pollici e credo che potrebbe avere ragione. Solo, non dovrei avere le spalle più larghe? Ed essere un poco più alto? E non dovrei avere le braccia più grosse, alla mia età? E le gambe meno secche?

«Che c'è che non va?»

Gli espongo i miei problemi, uno alla volta. Dirli ad alta voce li fa sembrare più stupidi, ma non meno reali. Neanche Bodie è esattamente un modello, ma supera il metro e ottanta e ha una corporatura normale - magra, ma nella media.

«Che stai dicendo?» si mette dietro di me, posandomi le mani sulle spalle. «Sei sano e sei carino». Sento un fondo pesante nelle sue parole, come se mi stesse ripetendo la dottrina con cui è cresciuto: la salute prima di tutto. «Non sei un Grizzly, ma stai bene. Fidati di me, stai bene».

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