La Johnson ci ha lasciati uscire prima, ma ho la sensazione che Bodie avrebbe preferito poter rimanere. Tornare alla banda come se nulla fosse, come se gli fosse solo sanguinato il naso. L'avrebbe fatta sembrare una cosa meno grave, anche se si sarebbe dovuto sorbire gli sguardi curiosi e preoccupati di tutti.
Sono entrato io a prendere i nostri zaini e le giacche, e ne ho approfittato per filarmela un po' prima da quella gabbia di matti e soprattutto da quel viscido di Justin. Ho la sensazione che l'unico motivo in grado di convincermi a restare alla maledetta banda sia Bodie. Il mio nuovo amico. È una sensazione così strana, avere un nuovo amico; così elettrizzante e spaventosa allo stesso tempo. Era da tanto che non avevo nuovi amici.
Usciamo nell'aria fredda di ottobre, il cielo completamente grigio sopra di noi. Forse prenderemo pioggia. Bodie si fissa i piedi mentre camminiamo e vorrei tirarlo su di morale in qualche modo, ma non ho idea di come fare. L'unica cosa che so è che, dal canto mio, non mi va poi così tanto di andare a casa a starmene da solo sul divano a guardare la pioggia. È strano a dirsi, perché giusto un mese fa sarei stato contento di avere la casa libera da mio padre fino a domani.
«Ti va di venire a cena da me?» chiedo e lui alza la testa, la croce sparita dietro la schiena. La catenella dev'essersi girata prima.
«Certo, volentieri» sorride e i suoi occhi sembrano riempirsi di speranza. Immagino che la Johnson abbia già telefonato ai suoi per dire loro cos'è successo e che lui non abbia granché voglia di andare a casa. Lo posso capire; a quanto pare i suoi genitori sanno essere piuttosto invadenti.
Arriviamo alla fermata, in silenzio. Lui non sembra essere in gran vena di parlare e io non voglio forzarlo; forse preferisce parlare quando saremo soli, e anche questo lo posso capire.
Il bus arriva quasi subito e per nostra fortuna è quasi vuoto. Ci sono solo due ragazzi di una ventina d'anni che osservano trasognati fuori dal finestrino e una signora con le borse della spesa.
Noi ci scegliamo un posto in fondo, lontano da tutti, e lascio che Bodie scivoli vicino al finestrino. Negli ultimi tempi, alla fine dell'anno scorso, quando io e Steven tornavamo a casa insieme con l'autobus, lui si sedeva vicino al finestrino e non diceva una parola, dormiva o guardava fuori. Solo pochi mesi prima passavamo tutto il viaggio a parlare.
Bodie dà un'occhiata fuori e penso che forse voglia un po' di pace. Invece torna ad appoggiarsi alla mia spalla, come se fosse stanco - immagino che lo sia davvero - e borbotta qualcosa che non capisco.
«Come hai detto?» chiedo.
«Vuoi sentire della musica?» ripete alzando lo sguardo.
Annuisco. Si sfila dalla tasca il suo lettore mp3 e un paio di auricolari. Logan ne aveva un paio, ma poi si sono rotti e lui ha cominciato ad usare le cuffie di John, perché io nascondevo le mie. Me ne offre una e si infila l'altra, mentre nell'orecchio sento partire una canzone che è palesemente di chiesa.
«Scusa» cambia rapidamente e fa partire Welcome to the Black Parade. Un bel cambio.
Ce ne restiamo lì in silenzio ad ascoltare, con le spalle premute l'una contro l'altra, per un bel po', fino a che non finisce la canzone. A quel punto lui si tira su, togliendosi l'auricolare, e poi parla.
«Okay, sono tornato» sospira e sembra davvero quello di sempre, una bolla vagante di energia. Mi chiedo se sia una recita, perché in tal caso potrebbe fare strada anche come attore.
«Sei sicuro?»
«Sicurissimo»
Ci alziamo per scendere, ma mentre ci avviciniamo alle porte qualcuno mi saluta. È una voce femminile e non la riconosco finché non mi volto a guardare il viso di Marta, allacciata a Steven sul sedile, più stretti di un nodo. Non capisco cosa stia succedendo finché non incontro lo sguardo di lui, che mi fissa quasi in preda al panico, come se non avesse voluto che lo vedessi. Vedessi cosa? Quando me ne rendo conto, è già troppo tardi per fingere di non averli sentiti. La gamba di Marta appoggiata sul suo ginocchio, il braccio sulle spalle, il viso così vicino al suo. Steven e Marta stanno insieme?
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All That Shines
Подростковая литератураRyss vive in una famiglia difficile, con una madre assente, un padre alcolizzato e tre fratelli con cui non ha nulla in comune. Con gli anni ha imparato a cavarsela da solo, ad occuparsi della casa e a tenere in piedi la sua vita. Abbandonato dal s...