Capitolo 55. Bodie

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A volte mi stupisco di quanto sia rapido il tempo, di come velocemente vadano a posto le cose, di come le persone cambino, i posti cambino, la musica cambi. Soprattutto la musica.

Barefoot, così si chiama il nuovo album che è uscito in tutte i negozi della California e oltre. E la musica non è più il pop-punk del primo album, ma un rock più rilassato. Non solo come suono, ma anche come contenuti. Non c'è più la rabbia delle prime canzoni di Ryss, la disperazione di Holy Mary; sono canzoni allegre, canzoni d'amore, oppure canzoni malinconiche e nostalgiche. Questo è un miracolo, perché di rabbia in Ryss ce n'è ancora tanta e di disperazione in me ce n'è da vendere. Però è andata così, e adesso ci sono dodici canzoni che parlano di noi, di cui tre hanno un videoclip. Il mio preferito è quello di Tell me about the weather, la canzone che io e Ryss abbiamo scritto insieme in camera sua. Nel video si vedono delle persone, che camminano con la testa contornata da nuvole che vanno dalle tonalità del grigio chiaro fino al nero. Noi suoniamo e cantiamo all'angolo di una via, con le nuvole scure sulle nostre teste che sgocciolano acqua bagnandoci le spalle. Da un'altra parte della città, dentro un teatro con le luci soffuse pieno di persone e relative nuvolette, c'è una ragazza con il capo contornato di nuvole nere. Lo spettacolo è per bambini, con sole e astri di cartone colorato; la ragazza si distrae quasi subito, seguendo una figura appena visibile che getta un'opaca luminosità sull'ambiente intorno, come la luce del sole nelle mattine invernali. Esce in un vicolo stretto, sempre sotto la luce fredda e azzurra che irrora anche noi, e segue il ragazzo brillante, finché le nuvole intorno alla testa di lui non cominciano a farsi scure. Un fulmine le trapassa e lui cade a terra; la ragazza si inginocchia accanto a lui e dalle sue nuvole comincia a piovere. Per tutto il video la storia dei due si intervalla a pezzi di noi che cantiamo.

Le recensioni sono state quasi tutte positive, se non da parte di ogni singola rivista almeno da parte del pubblico. Anche al ragazzo di Ryss, Trent, quello che ha incontrato ormai sette mesi fa al Tiger Tattoo, piace questo album. O forse lo dice solo perché lui e Ryss fanno un sacco di sesso – sul serio, non se ne può più – , però a me sembra sincero. E lo stesso vale per Chelsey.

È stato difficile barcamenarsi tra Trent e Chelsey: Ryss voleva rimanere a casa, io tornare in California. Alla fine abbiamo allungato l'affitto della casa in California, ma Ryss passava una settimana qui e una a casa.

Adesso sono tornato a casa anch'io, perché fra una settimana inizia il tour e voglio salutare mia madre. Sono passato da lei stamattina e c'era anche Jael. È rimasta incinta, lei e suo marito ci stavano provando da un sacco, e adesso mamma le dà una mano con la gravidanza. Non sono un esperto, ma mia madre sostiene che una gravidanza serena porti un figlio più bello. Sarà. Ad ogni modo, sono felice per Jael. Avrà la famiglia più bella del mondo.

Volevo andare da Ryss oggi pomeriggio, ma quando l'ho chiamato ha risposto Trent, così ho lasciato stare. Non andrò a rompergli i coglioni mentre si godono l'ultima settimana insieme. Ryss voleva portare Trent con noi come io faccio con Chelsey, ma lui non può venire per colpa del suo lavoro. Ha senso.

Così ne approfitto e vado a fare una passeggiata in città. Il tepore di inizio marzo dà alle strade un'aria più serena e solare, le foglie verdi risplendono sugli alberi davanti alla scuola e le finestre cominciano ad aprirsi, lasciando uscire il parlare rumoroso degli studenti. Una volta c'ero anch'io lì, e qualcuno passava sul viale e mi sentiva chiamare Ryss dall'altra parte dell'aula.

C'è una classe nel campetto e si sente il solito fischietto della Trincket. Mi chiedo se qualcun altro abbia avuto l'idea di nascondere le sigarette, gli spinelli, i preservativi o qualsiasi altra cosa sotto alle gradinate. O magari la Trincket l'ha scoperto.

Cammino a lungo, visitando tutti i monumenti della mia infanzia. Passo in chiesa a salutare il Pastore Graham, che mi rimprovera bonariamente di non essere più passato per il sermone della domenica.

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