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Mi ero sentita a disagio un infinità di volte, così tante che ormai ci avevo fatto l'abitudine; ma quando Aiden si sedette di fronte a me, senza nemmeno guardarmi in faccia, mi sentii sprofondare nell'imbarazzo.

E se avessi involontariamente detto qualcosa di sbagliato o se non fossi stata in grado di trovare le parole giuste?

Respirai profondamente, ero pronta a perdere il mio amico dagli occhi verdi pur di sistemare le cose tra noi e dare un taglio netto alla sua sofferenza.

"Aiden" sussurrai impercettibilmente.

Due perle color smeraldo saettarono verso di me speranzose.

Presi coraggio "dobbiamo parlare" dissi con voce traballante.

"Non serve che dici niente, scommetto che Mason te l'ha detto vero?" arrossì visibilmente. "Ti ha detto che mi sono preso una gran cotta per una timida ragazza dagli occhi blu?" chiese stritolando un tovagliolo di carta tra le mani.

"Si." ammisi "Mason me lo ha detto, non riesco più a sopportare questa situazione tra noi due, odio anche solo l'idea di farti stare così male e non voglio che tu mi eviti."

"Dalle tue parole immagino che tu non mi abbia voluto incontrare per confessarmi che ricambi i miei sentimenti." affermò muovendosi a disagio sulla sedia.

Ed ecco arrivare quella noiosa sensazione di disagio, quando ti mancano le parole anche se sbattono incessanti nella testa per uscire.

Sbloccati Charlie, ripetei tra me e me, sbloccati e parla a cuore aperto!

"Sei un ragazzo veramente gentile e stupendo sotto ogni aspetto. Io sono sicura che non avrai difficoltà a trovare la ragazza giusta ma purtroppo quella ragazza non sono io; ti prenderei in giro se ti dicessi che è il momento sbagliato o che ho tante cose per la testa ma la verità è che ultimamente c'è un ragazzo che occupa ogni mio singolo pensiero." dissi con il cuore in gola.

Il tempo sembrò fermarsi nell'esatto momento in cui il cuore di Aiden incassò il colpo.

"Nonostante io lo avessi già capito, sentirtelo dire ha fatto più male del previsto." ammise "Non devi sentirti in colpa, mi sono illuso da solo." terminò con un sorriso malinconico.

"Secondo te riusciremo a restare amici?" chiesi speranzosa.

"Avrò bisogno di un po' di tempo, spero che riuscirai a capirmi." esordì alzandosi per andarsene.

Gli afferrai la mano e lui si bloccò istantaneamente.

Mi vergognai per avergli dato una speranza ma il bene che volevo ad Emily superava ogni cosa.

"Prima che tu te ne vada ho davvero bisogno di sapere cosa ha combinato Evan. Emily è a pezzi."

Aiden ritrasse la mano come se con il mio tocco lo avessi bruciato.

"Hai voluto incontrarmi solo per questo vero? Non ti importa proprio niente di quello che sto provando!" ringhiò ferito.

Non riuscii a proferire parola.

"Ne ho già parlato con Mason, Evan ha sbagliato e non lo difenderò ma non siate troppo duri con lui, alla fine non si è comportato tanto peggio di te oggi!" mormorò deluso. "Raggiungi Mason prima che lo trovi e che lo uccida. Ti racconterà tutto lui. Ora me ne vado ad aggiustare i miei pezzi rotti." aggiunse andandosene.

Mi lasciò lì, immersa nel senso di colpa e con più domande di prima.

...

Trovare Emily e Mason non fu difficile, le grandinate del campo da football erano una specie di scaccia pensieri per quei due. Se ne stavano uno vicino all'altra, in silenzio. Mi avvicinai senza far rumore e mi sedetti vicino a loro.

Non servivano parole, tra di noi c'era già un tacito accordo, qualsiasi cosa fosse successa, ci saremmo sostenuti a vicenda.

Qualche minuto più tardi dei passi pesanti che si avvicinavano ci fecero voltare. Evan avanzava titubante verso di noi con delle occhiaie che facevano spavento e gli occhi gonfi dal pianto.

"Emy, mi devi perdonare, ti prego." la supplicò disperato.

"Ero ubriaco e non ero in me. Non succederà mai più te lo prometto!"

Emily si alzò in piedi più determinata che mai e senza versare una lacrima si avvicinò ad Evan.

"Ti avrei perdonato se mi avessi ferita involontariamente, ma non posso passare sopra al fatto che sapevi benissimo che mi avresti distrutta e hai scelto di farlo comunque. Mi merito di meglio e solo ora ho capito che è ora di scegliermi. Non cercarmi più!" sbottò Emily scavalcandolo e andandosene senza fare una piega.

"Ho commesso solo uno stupido errore. Parla con lei, deve concedermi una seconda possibilità." mormorò Evan a Mason mentre il mio amico lo superava.

"Evan, il tradimento non è un errore, è una scelta." rispose secco andandosene.

Lo seguii a ruota, Emily ci avrebbe messo poco a crollare, faccia di bronzo sì, ma con un tornado dentro.

Rendiconto della giornata: tre cuori spezzati, una mente confusa e un professore irraggiungibile.

Dear Mr. DavisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora