"Ma che diavolo di musica ascolta professore?" chiesi interrogativa all'ennesima canzone orribile che mi proponeva.
"Musica orribile? Queste sono delle perle ragazzina, voi non sapete nemmeno che cos'è la buona musica." rispose indignato rivolgendomi uno sguardo truce.
Ryan era stato di parola, alle 15 in punto lo trovai davanti al Serendipity seduto nella sua auto con il motore ancora accesso pronto a sgommare via.
Le prime due ore di viaggio furono un vero incubo, ore cariche di tensione e di imbarazzo eccetto per qualche parolina detta di tanto in tanto e per compensare quell'assenza di rumori Ryan aveva ben pensato di mettere della musica alquanto discutibile.
Ero sempre stata un disastro nel fare conversazione, non sapevo mai che cosa dire e dopo un po' che le persone cercavano di farmi parlare rinunciavano e restavano in silenzio pure loro.
"La prossima volta che vedo la tua piccola mano avvicinarsi alla mia radio te la taglio. Hai capito?" mi disse guardandomi da dietro i suoi Ray-Ban scuri e impedendomi di cambiare ancora canzone.
Sbuffai ritraendo la mano contrariata senza smettere di guardarlo.
Però quanto era bello! Sospirai pesantemente scuotendo la testa.
"A che cosa è dovuto quel suo sorrisino signorina King?" mi chiese un Ryan curioso ed indagatore.
"Quale sorriso? Io non ho fatto nulla." risposi il più seria possibile.
E che cavolo proprio non gli sfuggiva nulla a lui.
"Se...a chi vuoi darla a bere ragazzina? Ti ho vista e hai pure sospirato! Ammettilo...stavi pensando a me" disse ridendo.
Arrossii di colpo e per un pelo non mi strozzai con la mia stessa saliva, pregai silenziosamente che lui non avesse qualche strano potere per leggermi nella mente.
"Ma non dica cavolate su! E soprattutto non mi chiami ragazzina." sputai acida sbuffando.
"Fino a quando tu ti ostinerai a darmi del lei fuori dall'orario scolastico io continuerò a chiamarti come mi pare e piace...ragazzina." ghignò senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Poco dopo lo sentii bisbigliare qualcosa di incomprensibile.
"Che hai detto?" chiesi azzardandomi a dargli del tu.
"Non era nulla di importante, non preoccuparti." sbuffò.
"Me lo dica!" dissi minacciosa.
"Se no ragazzina? Che mi fai?" chiese spavaldo sogghignando.
"Le vedi queste due manine?" gli chiesi sventolandogliele davanti al viso "prenderò il tuo cellulare e cancellerò dalla tua lista Spotify tutte le canzoni orribili che mi stai costringendo ad ascoltare e la riempirò di canzoni che tu ritieni di dubbio gusto costringendoti ad ascoltarle fino a Boston e ritorno." lo minacciai prendendo velocemente il suo malandato cellulare dal vano porta oggetti per stringerlo tra le mani.
"Non lo faresti. Tanto non ne hai il coraggio."
"E' un vero peccato che lei continui a sottovalutarmi professore." sospirai sbloccando facilmente il suo telefono.
"Veramente il suo codice è 1234?"
"Come hai fatto?? Smettila dai qua, dammi!" disse cercando di afferrare il cellulare mentre io lo alzavo in vittoria come se avessi tra le mani un bottino.
"Allora mi vuoi dire che hai detto oppure no?" chiesi prendendo in ostaggio la prima canzone.
"No, la mia playlist no! Va bene va bene lo confesso!" urlò per fermarmi "Ho detto che sei ancora più bella quando ti arrabbi." bisbigliò diventando rosso fuoco
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Dear Mr. Davis
RomanceCharlotte ha visto la sua vita scivolarle dalle mani in un solo istante e tutto quello che aveva di veramente importante sparire in un soffio. E' una ragazza forte e determinata che nasconde dentro di se un peso enorme che non la lascia respirare. I...