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POV RYAN

Ero tornato a vivere nella mia vecchia città da qualche settimana.

Ero poco più di un adolescente quando la mia famiglia aveva deciso di trasferirsi, mi era dispiaciuto andarmene soprattutto perché avevo dovuto lasciare tutti i miei amici e le mie abitudini.

Quando il preside del mio vecchio liceo mi aveva telefonato per offrirmi un posto come professore di lettere non avevo esitato un solo secondo ad accettare.

Ero stufo di essere sbattuto da una scuola all'altra e magari sorbirmi ore in macchina per arrivarci, nemmeno essere l'aiuto docente all'università mi aveva entusiasmato come la proposta che mi era appena arrivata.

Cameron, il mio migliore amico, non appena era venuto a conoscenza del mio ritorno non era riuscito a concedermi nemmeno due settimane di pace per tirare il fiato e subito era riuscito ad incastrarmi con l'apertura di un nuovo locale in centro.

Alle dieci ero già lì ad aspettarlo, sapevo che sarebbe arrivato in ritardo, così mi avvicinai al bancone per prendere qualcosa da bere.

Mi sentivo quasi a disagio tanto era il tempo che non entravo in un locale del genere.

A 30 anni suonati mi sentivo un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutta la gente che sembrava di molti anni più giovane di me.

Mentre mi guardavo intorno in cerca di Cam, il mio sguardo si posò su una ragazza tutta boccoli, fasciata da un vestito grigio che le stava alla perfezione.

Il viso era nascosto dal barista ma appena si spostò per poco non mi venne un colpo.

Charlotte, una mia alunna...era proprio lei ne ero sicuro.

A scuola passava completamente inosservata, qui invece, al contrario, se la stavano mangiando tutti con gli occhi compreso il sottoscritto. Era così dannatamente diversa.

A scuola mi avevano avvertito subito dei casi particolari di studenti che in classe avrei dovuto seguire più attentamente e lei era una di loro.

Fin dal primo giorno ero rimasto particolarmente stupito dal suo modo di fare.

Era l'unica a cui sembrava non importare nulla di me e di tutto quello che la circondava come se fosse chiusa in un mondo tutto suo.

Avevo cercato fin da subito di instaurare un rapporto di fiducia, il nostro primo incontro non era stato dei migliori ma lavorandoci su fu come se si fosse stabilita una sorta di amicizia.

Si stava guardando in giro, come sempre, ogni tanto in classe le davo un'occhiata.

Sembrava così tranquilla, ma dalla prima volta che avevo incrociato i suoi occhi azzurri ci avevo notato qualcosa di strano, come se nascondesse qualcosa di più grande.

STOP.

Stavo divagando! Dovevo smetterla.

Avevo intravisto molti altri studenti della scuola e questo mi fece sentire quasi a disagio, forse non avevo più l'età per bazzicare in locali come questo.

Posai nuovamente lo sguardo sulla ragazza.

Mi feci largo tra le persone per raggiungerla e le picchiettai sulla spalla per ottenere la sua attenzione.

La vidi prendere i suoi drink senza nemmeno degnarmi di uno sguardo e fece per andarsene.

Di scatto, senza pensarci, l'afferrai cercando di trattenerla.

Dopo alcuni interminabili secondi si girò.

"Ei Charlotte". Ero stranamente felice di vederla.

Mi aspettavo che alzasse la testa, che mi facesse un segno, ma l'unica cosa che fece fu liberarsi dalla mia presa e correre fuori dal locale.

Rimasi immobile, guardando dritto avanti a me, deluso.

Improvvisamente qualcosa scattò nella mia testa e mi ritrovai pure io a correre verso l'uscita, ero quasi riuscito ad 'arrivarci, ma una mano mi tirò per la giacca.

"Ryan!" strillò Cam al mio orecchio mentre mi abbracciava.

Non riuscivo a ragionare e l'unica cosa che volevo fare era uscire a cercare Charlotte.

Ma che cazzo mi stava prendendo?

Continuavo a passare con lo sguardo da Cam all'uscita.

"Torno subito" dissi liquidandolo velocemente.

Aprii la porta del locale di slancio guardando a destra e a sinistra e la vidi intenta ad attraversare la strada in tutta fretta.

"Charlotte!" gridai a gran voce "fermati un attimo."

Quando fui a pochi passi da lei si voltò con fare indifferente.

"Signor Davis! Allora era lei...non sa che spavento mi ha fatto prendere!" esordì poco convinta.

Appena riuscii a vederla bene in viso mi si blocco il respiro per qualche secondo e le parole vennero meno.

Il suo occhio, anche se coperto alla bene e meglio dal trucco, era completamente nero.

"Che diavolo ti è successo?" le chiesi prendendole il volto tra le mani.

"Non è successo nulla, solo uno stupido incidente." rispose tesa facendo un passo indietro.

"Non ti credo! Charlotte, dimmi la verità" insistetti.

Sembrò pensarci su per qualche istante.

"Si tranquillizzi prof. Io e Emily abbiamo convinto Mason ad insegnarci a giocare a football solo che a quanto pare io non ho una buona presa e lui non ha una buona mira." sputò balbettando qualcosa che sapeva molto di cazzata.

"Beh? Che ci fa qui fuori invece di essere dentro a divertirsi?" mi incalzò lei non vedendomi parlare.

Restai inebetito senza fiatare per non so quanto tempo cercando di capire se realmente avesse detto la verità

"Io-io insomma ho cercato di fermarti prima ma sei scappata a gambe levate volevo essere sicuro che fosse tutto ok credo" dissi poi senza convinzione rendendomi conto di quanto fossi stato stupido.

"Si mi scusi tanto per poco fa, pensavo fosse uno di quei soliti ragazzi che provano ad importunare chiunque. Non l'avevo riconosciuta."

Per quanto mi sforzassi di credere alla sua sceneggiata proprio non ci riuscivo ma io non ero nessuno per forzarla a parlare e fuori dalla scuola non avevo alcun diritto di andare oltre il ruolo che mi spettava.

"Scusami tu Charlotte, non volevo di certo spaventarti. Ho visto un viso famigliare e poi alla fine venerdì in classe non c'eri e magari ti era successo qualcosa ma sto divagando e niente allora mi fa piacere che vada tutto bene." sproloquiai come un cretino.

"Nessun problema professore ora però è meglio che rientri, i miei amici si staranno chiedendo dove sia finita." esordì tranquillamente.

Annui semplicemente senza aprire bocca e la guardai tornarsene dentro il locale.

Poco dopo ancora confuso raggiunsi Cam al tavolo e mi buttai a peso morto sul divanetto.

Dear Mr. DavisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora