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POV RYAN

Era bastata poco più di qualche ora in compagnia di Charlie per trasformarmi nuovamente in un adolescente.

Da quando ero tornato nel mio appartamento, dopo il pomeriggio passato a togliere gomme e gli allenamenti di football con i ragazzi, me ne ero rimasto sdraiato sul divano con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

Pensavo e ripensavo al timido invito che mi aveva fatto Charlotte e dentro di me già sapevo che non avrei rifiutato per nulla al mondo. Tenevo il telefono stretto tra le mani indeciso se presentarmi da solo oppure chiamare Cameron e farmi investire da un treno pieno di domande.

Tentennai qualche secondo ma poi il mio migliore amico vinse la sfida titanica che si stava svolgendo nella mia testa.

"Ei Cam" pronunciai non appena sentii il mio amico rispondere alla chiamata.

"Oh professore, non vedevo l'ora che mi chiamasse." rispose l'idiota imitando, in modo pessimo, una voce femminile per prendermi in giro.

"Come siamo spiritosi oggi! Senti, che ne dici di una serata tra uomini? Io, te e il resto dei ragazzi, in fondo non li vedo da tempo e una rimpatriata non mi dispiacerebbe." dissi.

Una rimpatriata...certo Ryan...come no.

"Speravo che me lo chiedessi! Hai già in mente qualcosa?"

"Si, so che in un bar qui vicino suonerà una band dal vivo e dicono che non siano male. Che ne dici?" proposi speranzoso.

Ringraziai il cielo che Cameron non sapesse dove lavorasse Charlie o mi avrebbe preso in giro per l'eternità.

"Dico che è fantastico Ryan! Ora vedo di riunire la truppa. Ti passo a prendere fra un ora, fatti trovare pronto!"

Cam non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere che mi aveva già attaccato il telefono in faccia.

Ormai lo conoscevo talmente bene, che sapevo quanto fosse entusiasta dell'imminente uscita.

Andai velocemente a fare una doccia e mi tirai a lucido neanche dovessi andare ad un gran galà.

Mi guardai allo specchio mentre mi risistemavo i capelli per la decima volta, e mi ritrovai a chiedermi se con il paio di jeans chiari, la camicia bianca e la giacca di pelle nera che avevo indossato avrei attirato l'attenzione di Charlie.

Trovai i miei pensieri talmente ridicoli che quasi mi vergognai di me stesso. Senza accorgermene il tempo era volato e sicuramente Cam era già sotto casa ad aspettarmi.

Chiusi tutto e uscii di corsa.

"Scusami per il ritardo." dissi mentre aprivo la portiera della macchina.

"Non ti preoccupare, non sono qui da molto." rispose pacato mettendo in moto.

"Il bar si trova sulla Columbus Avenue, è quello vicino al campus universitario." lo informai.

I suoi occhi si illuminarono di una luce tutt'altro che rassicurante.

"Campus universitario eh? Ecco perché sei il mio migliore amico!" quasi gridò dal troppo entusiasmo.

Scrollai il capo e scoppiai in una fragorosa risata.

Aaron, Will e Kyle ci stavano già aspettando all'entrata del bar e quando mi videro partirono fischi e pacche sulle spalle.

Da quando mi ero trasferito, non li avevo più visti, a stento sentiti e a vederli di nuovo tutti insieme come una volta, mi prese una strana morsa allo stomaco, rimpiangevo ancora gli anni che non avevo potuto trascorrere con loro e ora, a ripensarci, mi sembrava di non aver vissuto una parte fondamentale della mia vita.

Dear Mr. DavisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora