Io e Ryan camminammo per quasi un'ora prima di trovare un alloggio dove dormire.
L'unico posto segnato dalle mappe del mio cellulare, nel raggio di 50km, fu il Tiki Motel e quando ce lo trovammo davanti agli occhi, rimpiangemmo di non aver dormito direttamente in auto. Per quanto sembrasse squallido e sperduto in mezzo alla vegetazione, fu la nostra unica possibilità di scelta; era già notte fonda e nessuno dei due era intenzionato a cercare un qualsiasi altro luogo dove alloggiare.
Posai una mano sulla schiena di Ryan per incoraggiarlo ad entrare in quella sottospecie di abitacolo che riportava la scritta reception.
Un uomo grasso, pelato e alquanto infastidito dal nostro arrivo, ci accolse bruscamente; forse lo avevamo disturbato nel bel mezzo della sua pausa notturna, vista la canottiera tutta macchiata di unto e l'ambiguo canale TV sul quale il signore era sintonizzato.
Ci lasciò le chiavi della camera ma non prima di aver avvisato Ryan di non fare alcun che di stupido con me; non voleva finire nei guai con la polizia avendo notato dai documenti la differenza d'età che ci divideva e il fatto che fossi ancora minorenne.
Raggiungemmo la stanza completamente in imbarazzo e già abbastanza mortificati e quando io feci girare la chiave nella serratura e aprii la porta, Ryan lasciò cadere gli zaini a terra attonito e ormai del tutto sconfortato.
Io, a differenza sua, scoppiai in una fragorosa risata e riuscii a trovare la stanza addirittura simpatica.
Le pareti erano di un verde chiaro con sopra la stampa di migliaia di piccole hawaiane in gonnella, surfisti e noci di cocco; la moquette e le tende verdi scuro si abbinavano alla perfezione con il piumone dei letti, le lampade sui comodini erano a forma di palma e per finire la porta che divideva la camera dal bagno aveva sopra dipinta una gigantesca scimmia. Trovai incredibile come potesse starci tutta quell'eccentricità in così pochi metri quadrati di camera.
"Allora hai intenzione di entrare?" chiesi divertita rivolgendomi a Ryan.
"Si...ho solo bisogno di qualche minuto per riprendermi." rispose atono stropicciandosi gli occhi.
Forse pensava che quando li avrebbe riaperti, davanti a se, ci sarebbe stata una lussuosa suite.
Lo presi per mano e lo trascinai all'interno per poi richiudere la porta alle sue spalle.
Gettai il mio zaino sul letto e mi ci sdraiai sopra incurante di tutto.
"Avanti prof. non faccia lo schizzinoso." lo canzonai notandolo guardarsi attorno allibito.
"Non sono schizzinoso e non chiamarmi professore, non dopo questa sera almeno." sussurrò.
Mi alzai con il busto aiutandomi con i gomiti e tornai a guardarlo.
"Che c'è che non va?" chiesi.
"Beh, insomma, è che proprio non me lo ero immaginato così..." si girò nella mia direzione e venne verso di me sedendosi poi al mio fianco. "Intendo tra me e te, di certo non era previsto finire in un motel." non riuscì a guardarmi negli occhi mentre lo disse.
Mi raddrizzai e lo lasciai continuare a parlare capendo che non era il momento giusto per sdrammatizzare.
"Insomma ho passato metà del weekend a fantasticare come una ragazzina su come ti avrei detto che ero attratto da te, dove ti avrei portata per dirtelo e con quale scusa e mi sono detto <<Al diavolo le conseguenze>> e l'altra metà a convincermi che stessi facendo la cosa sbagliata e che una volta tornati a New York ti avrei semplicemente ignorata e se devo essere sincero avevo optato per la seconda opzione. Invece ho vuotato il sacco nel mezzo di una lite e ho gettato all'aria i miei buoni propositi non appena ti ho vista uscire dall'edificio." sbuffò "E' che è tutto così complicato."
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Dear Mr. Davis
RomanceCharlotte ha visto la sua vita scivolarle dalle mani in un solo istante e tutto quello che aveva di veramente importante sparire in un soffio. E' una ragazza forte e determinata che nasconde dentro di se un peso enorme che non la lascia respirare. I...