Il preside Scott, seduto sulla sua amata poltrona di pelle marrone, mi guardava da dietro la scrivania con le mani intrecciate. I suoi occhi scuri, contornati da piccole rughe, mi fissavano in attesa che io mi decidessi a parlare ma l'irriverente Charlotte King aveva ormai lasciato posto all'insignificante ragazza di sempre.
"Allora signorina King, forza, mi spieghi la sua versione dei fatti." mi invitò lui a prendere la parola.
"Io non so che cosa dire. Non ho idea di quello che mi sia preso in classe, sono mortificata." dissi abbassando la testa.
Sicuramente non potevo dirgli che il caro Ryan Davis mi aveva ferita senza nemmeno saperlo e che avevo fatto esplodere tutta la mia delusione in un gesto a dir poco immaturo.
"Ha dei problemi con i suoi compagni o con qualche professore?" chiese ingenuamente come se realmente gli importasse.
E mentre pensavo che di problemi ne avevo fin troppi scuotevo la testa in segno di negazione.
"E' per suo fratello?"
Mi irrigidii sulla sedia, sapevo che il preside Scott era a conoscenza di Noah, tutte le informazioni riguardanti la mia famiglia e il mio stato di salute dopo "l'incidente" erano state fornite personalmente da mio padre e dallo psicologo della vecchia scuola e finite dritte nel mio fascicolo personale.
"No, mio fratello non ha nulla a che vedere con questa storia e gradirei che non se ne parli più." risposi glaciale.
"Questa è una scuola di alto livello signorina King, solo le menti più brillanti ne hanno accesso..."
"Oppure chi ha i soldi che gli escono dal culo." bofonchiai sottovoce interrompendolo incapace di trattenermi.
Il preside Scott mi fulminò con lo sguardo ma decise di ignorarmi.
"Non permetto agli studenti di essere irriverenti e maleducati. Qui esigo intelligenza, buone maniere e disciplina cose che fino ad ora non le sono mai mancate ma i suoi sbandamenti mi preoccupano e non posso permettermi che altri studenti prendano esempio da lei. Per questa volta se la cava con una settimana di punizione, tutti i pomeriggi dopo le lezioni si fermerà a scuola e sarà il signor Davis a decidere come li passerà."
"Una settimana di punizione per una cavolata del genere?" mi alzai in piedi di scatto allibita.
"Preferisce una sospensione signorina King?" mi sfidò con lo sguardo.
Mi morsi le labbra per evitare di insultarlo. Raddrizzai la schiena feci un bel respiro e rimisi il culo sulla sedia.
"Avvertirò io stesso suo padre questo pomeriggio."
Sbiancai di colpo.
"No, no la prego signor Scott mi dia anche un mese di punizione ma non lo dica a mio padre." lo scongiurai nel panico assoluto.
"Mi dispiace Charlotte, è giusto che i genitori vengano messi al corrente di queste situazioni. E ora, se vuole scusarmi, devo tornare al mio lavoro, la prego di tornare in classe." si avvicinò alla porta e l'aprì invitandomi ad uscire.
Il cuore non aveva intenzione di calmarsi, batteva così forte che, mentre uscivo dalla presidenza, era l'unico rumore che riuscivo a sentire.
La tachicardia non era un buon segno e nemmeno la fronte che aveva deciso improvvisamente di imperlarsi di sudore. Mi mancava l'aria, stavo disperatamente cercando di prendere fiato ma per quanto il mio petto si alzasse e abbassasse freneticamente non riuscivo a respirare. Mi accasciai a terra sentendo venire meno le gambe, ero scossa da brividi di freddo e tremavo come se avessi avuto 39 di febbre.
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Dear Mr. Davis
RomanceCharlotte ha visto la sua vita scivolarle dalle mani in un solo istante e tutto quello che aveva di veramente importante sparire in un soffio. E' una ragazza forte e determinata che nasconde dentro di se un peso enorme che non la lascia respirare. I...