L' avevo proprio scampata bella, ancora non riuscivo a capire come diavolo fossi riuscita ad inventarmi una balla del genere in così pochi secondi. Mentre me ne andavo avrei voluto voltarmi a guardarlo ma sicuramente non sarebbe stata una buona idea, era meglio evitare altre domande scomode.
Ero un completo disastro. Riuscivo ad allontanare chiunque provasse ad aiutarmi.
Era stato gentile con me, anche dopo che lo avevo completamente ignorato. Non volevo che venisse a sapere della mia situazione, avrebbe iniziato a guardarmi diversamente, come la povera ragazza piena di problemi e poi sicuramente avrebbe avvertito la scuola e chissà dove saremmo finiti io e Noah.
Ancora non capivo perché gli importasse così tanto di me. Che cosa voleva? Perché aveva notato proprio me? Comunque restava il fatto che se avessi potuto, sarei scappata pure io da me stessa.
Scossi impercettibilmente la testa e rientrai.
Guardai verso la pista da ballo, Emily ed Evan erano lì, stretti in un abbraccio, non l'aveva lasciata nemmeno per un secondo, erano davvero bellissimi insieme.
Io non ricordavo più che cosa si provasse ad essere innamorati. Mi mancava quella sensazione di sicurezza, spensieratezza e quell'euforia eccitante che ti avvolgeva costantemente.
Mi dovetti convincere a smetterla di pensare almeno per quella sera.
Mason stava seduto ad un tavolo con alcuni suoi compagni di squadra e così mi diressi verso di lui.
Salutai tutti molto tranquillamente per poi fulminare Mason con lo sguardo.
"Hai già abbandonato quel povero ragazzo Charlie?" mi chiese ridendo stando attento a non farsi sentire dagli altri.
Gli lanciai un altro sguardo che lo fece ammutolire.
"Era il professor Davis, idiota!" replicai a mia volta sottovoce.
"Lo so" rispose con naturalezza "e vedendo le vostre facce posso solo immaginare quello che è successo".
"Ti uccido Mason, credimi, fosse l'ultima cosa che faccio!" dissi in tono minaccioso puntandogli un dito contro.
"Scusate ragazzi io e Charlie torniamo subito. Argomenti top secret." sorrise nervoso rivolgendosi ai suoi amici.
"Non puoi capire la figura di merda che ho fatto e le balle che ho dovuto inventarmi per coprire questa pagliacciata dell'occhio." Dissi minacciosa allontanandomi insieme a lui. "Ah e se qualcuno dovesse chiedertelo, sei stato tu a farmelo!" sbuffai.
"Cosa??" gridò lui colto di sorpresa " perché io? Ma sei diventata matta?"
"Shhhh!"
Mi prese per mano e ci spostammo di qualche altro metro.
"Allora? Che avrei fatto io per farti quell'occhio nero?"
"Stavamo giocando a Football e a quanto pare tu non hai affatto una buona mira. Capito?" chiesi assicurandomi che avesse afferrato.
"Così mi offendi! Tanto nessuno ci crederà mai, tutti sanno che sono il migliore. Però ho imparato la lezione e ti reggerò il gioco." borbottò mettendo il broncio.
"Mi devi togliere una curiosità però" continuò "Perché continui a respingerlo?" domandò incuriosito.
Feci una smorfia, certe volte capire Mason era un'impresa.
"Che cosa stai dicendo?"
"E dai cavolo! Ma ti pare che uno qualunque, che ti conosce appena, di punto in bianco inizia a preoccuparsi per te ecc. ecc.? Gli piaci Charlie." pronunciò sicuro di se.
"Non metterti a sparare cazzate, non è serata."
"Guardalo" esordì lui.
Girai la testa nella stessa direzione di quella di Mason.
"Mi sembra una persona che è appena stata travolta da un autobus. Testa bassa e sguardo pensieroso. E secondo me è per quello che vi siete detti." continuò imperterrito.
"Ok...per prima cosa tu non sai quello che ci siamo detti e per seconda tu sei completamente fuori di testa, ma sei già ubriaco per caso? Non pensavo di averti lasciato solo per così tanto tempo." ammisi.
"E smettila di fare la spiritosa. Parlo in base ai fatti! Credi che non abbia visto la sua faccia quando te ne sei andata senza dirgli una parola? O quando ha liquidato il suo amico per seguirti? Ci scommetto la mano destra che gli piaci...no aspetta ci scommetto la tua di mano perché della mia ho ancora bisogno." finì con una faccia compiaciuta.
"Era semplicemente preoccupato! Lo sarei stata pure io se si fosse comportato così come me."
"Bugiarda!" proruppe Mason quasi urlando.
"Pensala come vuoi, secondo me ti stai sbagliando" dissi di rimando.
"Mason non sbaglia mai piccola, e tu ormai dovresti saperlo"
"Non chiamarmi piccola...che schifo! E comunque è un nostro professore ed è molto più grande di noi. Non succederebbe nulla comunque!"
"Tanto lo so che lo trovi attraente!" pronunciò tranquillamente.
"Ma se nemmeno lo conosco, ma che hai nel cervello?" chiesi incredula.
"L'amore non conosce tempo ne età...è così e basta!"
"Non c'è dubbio deve essere sicuramente colpa dell'alcool!" bisbigliai tra me e me. "Dai andiamo a recuperare Emily, non ho più voglia di restare qui." continuai poco dopo.
"Alt! ferma li. Di tornare a casa ora non se ne parla, non vedevo Emily così raggiante da mesi. E' giusto che almeno lei si diverta." disse Mason.
"Almeno su questo non posso darti torto." Concordai guardando Emy.
"Torniamo al tavolo e cerchiamo di divertirci ok? Sarò il suo cavaliere per tutta la notte, se lei lo desidera, principessa Charlotte!" esordì Mason sorridendo sornione.
Non potei far altro che stringerlo in un forte abbraccio e poi eseguire quello che mi aveva ordinato.
Dopo quella serata, se non in classe, non incontrai più Ryan e lui non sembrava nemmeno più lontanamente interessato a me, non ci scambiavamo neanche una sola parola a meno che non fosse strettamente necessario.
Qualche volta lo guardavo senza farmi notare. Mi ero resa conto che mi mancava ricevere qualche sguardo o avere la certezza di contare qualcosa per qualcuno.
Ero comunque ancora convinta che Mason navigasse nel torto per quanto riguardava la faccenda di piacere al professor Davis...però, anche se mi costava ammetterlo, era a me che iniziava a piacere lui.
Una cotta per il professore eh...ci mancava solo questa.
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Dear Mr. Davis
RomanceCharlotte ha visto la sua vita scivolarle dalle mani in un solo istante e tutto quello che aveva di veramente importante sparire in un soffio. E' una ragazza forte e determinata che nasconde dentro di se un peso enorme che non la lascia respirare. I...