25. Did I miss you?

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Buona lettura🫶🏾

Mi ringrazierete👀














Nathan Cruz





< Stai facendo una strage di uomini, Cruz. > Mi riferisce Kilson.

Kilson è il mio compagno in questa cella. È un sicario. Gli ho proposto di lavorare per me e in cambio lo facevo uscire da questo posto di merda, ma ha categoricamente rifiutato la mia offerta. Da quanto mi ha raccontato è in carcere per aver ucciso un uomo di trent'anni, a quanto pare qualcuno gli ha teso una trappola.

< Smettila di raccontarmi stronzate. >

< Ti facevo più sveglio. > Dichiara smettendo di giocare con lo stuzzicadente che ha tra i denti.

< Intendevo dire che non mi interessa se attiro pure gli uomini. > Qui dentro ci sono tante persone in astinenza e pur di rilassarsi ficcherebbero il loro pene in ogni buco che vedono.

< Sei sposato. > Rimarca quando nota il mio anello in oro sul mio indice. Di solito si leva tutto prima di entrare in prigione, però questa è stata una piccola eccezione.

< Non ti riguarda. > L'ultima cosa che voglio è che qui si venga a sapere dell'esistenza di Peterson. Non so neanche perché ho tenuto questa fede, ma quello che so è che non posso levarla, non ci riesco.

< Sta tranquillo manco a me piace quando si frugano tra le mie cose, quindi non provare a farlo quando sarai fuori da qui. Anche perché non troveresti nulla di compromettente. > Un piccolo sorrisino mi spunta sulle labbra.

< Mi conosci già, vero Kilson? >

< So poco di te, sei un tipo discreto, come me.> L'unica cosa che si può trovare su di me, è che sono il figlio di Damon Cruz, futuro ereditario dell'azienda ed altre cavolate varie.

Odo la serratura del mio lucernario sbloccarsi e una guardia comparire. Sempre steso sul mio materasso con un libro imprigionato tra le mie dita, fisso l'uomo davanti a me.

< Cruz sei libero. Qualcuno tiene veramente a te per aver pagato tutta quella somma di denaro. >

Chi è stato? Sicuramente non Aaron.

< Te ne vai di già Cruz? > Urla Kilson.

< Sono sicuro che ci rivedremo presto. > Replico strillando a mia volta.



Dopo essermi cambiato, ho dovuto firmare qualche cosa e sono uscito da questo edificio pieno di sporcizie. L'autostrada davanti a me è vuota, però all'improvviso una macchina entra nella mia visuale. È quella di Aaron.

Ma che cazzo significa?

Mi siedo sul sedile sbattendo forte la portiera, e pretendendo delle spiegazioni da lui. Non fa partire l'auto, preferisce piuttosto sistemarsi il colletto della camicia e guardarmi.

< Ti assicuro che non è colpa mia! > Mette subito in chiaro impaurito da qualche mia reazione eccessiva.

< Allora chi cazzo mi ha pagato la cauzione?! Spiegamelo perché ti ricordo che là fuori non penso che ci sia qualcuno che non mi voglia fuori dai piedi. >

you are my promise, TeiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora