37. I made it

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Buona lettura🫶🏾🫶🏾






Dopo essermi fatta la doccia ed aver preso le medicine, scendo in cucina per preparare la colazione a Steven

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Dopo essermi fatta la doccia ed aver preso le medicine, scendo in cucina per preparare la colazione a Steven.

La cura è finita, ma continuo comunque a prendere le medicine.

Ne ho bisogno.

La cosa di cui ho bisogno è di un fottuto psicologo.

Riley scende insieme a me, con i suoi due cuccioli.

Marley e Mr.Williams. Marley ha i peli bianchi con due occhi blu, mentre Mr.Williams ha i peli neri e gli occhi del medesimo colore.

Inutile dire che è stato proprio Williams a costringermi a chiamarlo così. Accendo il telefono e mi costringo a non entrare nella rubrica delle chiamate, per vedere se chissà chi mi ha chiamata. Impossibile perché la necessità che risento di sapere, è troppa.

Nessuna chiamata.

Ho lasciato per tutta la notte il telefono sulla soneria, e ne ho anche aumentato in modo esagerato il volume.

Ma nulla, e non parlerò di quanto io ci sia rimasta male.

Vado sulla chat del nostro gruppo: io, Sara, Emily e Isabella. Le mie amiche mi sono sempre state vicine in tutto questo tempo, e penso che non ci saranno mai abbastanza parole per ringraziarle. Rispettavano i miei momenti no, quando non mi andava di parlare, di uscire, o quando non le rispondevo per giorni.

-Quanti cazzi di messaggi state mandando? Sono le otto di mattina, porca puttana!

Leggendo il messaggio di Emily, sorrido un po' . Decido di mandare il buongiorno anch'io.

Saretta: Ragazze vi andrebbe di venire da me più tardi?

Isabella: Sii! Solo per il mio nipotino d'amore!

Emily: Con quel moccioso che piange ogni due per tre, non ho proprio intenzione.

Rolux: Io ti farò sapere!

Il bambino di Sara è nato poco tempo fa. È stato il giorno più felice della sua vita. L'ho visto quando ha tenuto il bambino nelle sue braccia per la prima volta. Piangeva di felicità insieme a Williams, e io emozionata all'immagine di loro due che ce l'avevano fatta, mi ero messa a piangere.

Ieri mi era dispiaciuto chiedere aiuto a Williams, perché avevo interrotto un momento intimo con la sua famiglia. Non si era lamentato un attimo, ed è venuto subito da me. Pensavo che anche lui ce l'avrebbe avuta con me per non avergli detto nulla su sua madre, ma mi ha detto che con Jennifer aveva solo un legame di rispetto e di amicizia. Da lì avevo capito che non era sua madre, e la domanda sull'identità della sua vera mamma mi è uscita spontaneamente. Mi aveva detto che non lo sapeva neanche lui, quindi ho deciso di cambiare discorso vedendo che parlare di questo lo faceva stare male.

you are my promise, TeiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora