7. Live or die?

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Rolux Peterson

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Rolux Peterson



10 anni prima



«Mamma?» ho appena fatto un incubo, però questa volta non c'è stata mamma a svegliarmi. Vorrei udire la dolce voce di mia madre, soprattutto la sua solita frase che mi rassicura, però non sento nulla. Mi metto comoda sul letto. È tutto buio, a me il buio fa paura, perché viene l'uomo nero quando fa buio, e se ne approfitta portandomi con lui nell'oscurità, però questa volta resto nel mio letto, nella speranza che mia madre venga tra qualche minuto.

Dopo un po' sento alcune voci. Pensavo che fosse mio padre, fino a quando non ho sentito delle urla.

«Dov'è la bambina?» Stanno parlando di me? Dovrei uscire per aiutare mamma, non posso stare qua senza fare niente. Posso farcela, io sono forte, sono una combattente.

«Non toccare la mia bambina! Brutto-» Il suono di uno schiaffo. Ho sentito il suono di uno schiaffo, e dei singhiozzi. Il mio cuore sta piangendo, proprio come io. Ho veramente paura, voglio essere forte, ma non ci riesco.

«CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA.» Cosa sto facendo qua? Dovrei aiutare la mamma. Dove è papà? Perché non è a casa? Mi alzo dal letto, e apro la porta della camera, e comincio a camminare, lasciandomi guidare dai singhiozzi di mia madre che sono sempre più frequenti.

«Qual è la password di questa cassaforte Melissa?» Un altro schiaffo, non devo piangere, mamma mi ha detto che sono una combattente, che sono forte, però non ce l'ho fatta perché mi sono messa a piangere di nuovo.

Più mi avvicino, più piango, voglio soltanto aiutare Mamma. Apro la porta, e rimango pietrificata sul posto per quello che ho appena visto, le lacrime stanno scorrendo lungo la mia guancia senza sosta.

«Mamma.» Sussurro con voce tremante. Ci sono tre persone, una femmina e due maschi, il loro vestiti sono neri, proprio come la loro anima, e un ragazzo ha una pistola puntata sulla testa di mia madre.

«Ecco non c'era bisogno di cercarti bambina, sei venuta qui, da noi, se questo non è destino che può essere!» Il maschio ha una maschera sul viso, però grazie alla luce vedo la sua pelle scura e il suo tatuaggio che è presente sulla sua nuca, è un triangolo.

«ROLUX, CORRI, VATTENE VIA!» Strilla mia madre con voce spezzata per causa del lungo pianto. Ho provato a correre, tuttavia qualcuno mi ha tirata i capelli riportandomi subito indietro.

«Oops, l'uomo nero ti ha già trovata Rolux! Sai di chi parlo piccoletta?» In questo momento mi rendo conto di essere all'inferno, perché da questo momento in poi sono diventata vuota.

you are my promise, TeiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora