11. Juliet

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Nathan Cruz



«La amo da quando ho sette anni.»

«Da sette anni?!» Sono sorpresa. Non pensavo che si conoscessero da così tanto.

«Sì.»




WILLIAMS CRUZ

7 anni fa.

Voglio respirare un po' d'aria fresca. Perché Nathan e Juliet stanno ancora litigando. Ah. Non sopporto proprio i gemelli. Si assomigliano così tanto, che alcune volte mi confondo quando gli vedo. Esco fuori e, mi dirigo verso il mare. Siamo in estate e, fa molto caldo. La casa di nonna è molto bella. Abbiamo lasciato Chicago per venire in Italia, precisamente in Sardegna. Ci resterei in Sardegna per sempre, se fosse possibile.

Nonna Elisa litiga sempre con Nathan. Perché quest'ultimo è molto testardo. Da lontano vedo la ragazzina. Sara è molto bella. I suoi capelli biondi che gli ricadono sulla schiena, penso che non gli abbia mai tagliati e, i suoi occhi di color miele sono affascinanti. Ha la pelle un po' arrossata per colpa del sole. Ha un registreno e dei pantaloncini addosso. Per quanto cerco di negarlo, il rosa le sta bene. Mi avvicino e, mi siedo sulla tela accanto a lei.

È da cinque anni che vive con noi. Quel coglione di suo padre, l'ha venduta come una merce, ai miei genitori. Non direi neanche genitore, perché un genitore, non lo farebbe. Abbassa i suoi occhiali e, i suoi occhi ricadono sulla mia figura. Però un secondo dopo distoglie lo sguardo e, non mi degna più di uno sguardo.

«Che ti guardi?» Parla come se il mio sguardo su di lei le dispiacesse.

«Ti dà fastidio?» Mi ignora e, non mi risponde. Prendo una sigaretta dalla mia tasca e, me la porto alle labbra. Cerco un accendino, ma non lo trovo. Porto il mio sguardo sulla mia regina e, con la testa fa di no.

«Non te lo passo il mio accendino» Mi avvicino a lei, facendola cadere sulla tela e, mi sistemo in mezzo alle sue gambe con il viso inclinato verso il suo. Lei arrossisce come sempre. Quando mi avvicino in questo modo, le sue guance si infiammano. Porto le mie mani sul suo sedere, precisamente nelle sue tasche, dove c'è l'accendino. Così facendo i nostri sessi, si sfiorano.

«Will?» Prendo l'accendino e, sfioro le mie labbra con le sue, che ho baciato così tante volte, che desidero ancora, ancora e, ancora.

«Grazie per l'accendino, mia regina.» Mi stacco da lei e, accendo la mia sigaretta. Lei invece è ancora seduta, però con la faccia rivolta altrove.

«Fottiti.» Si alza e, comincia a camminare verso il mare. Riservandomi la visuale del suo perfetto culo e, delle sue bellissime curve, che a me piacciono tanto.

«Fottimi te.» Le urlo mentre si allontana da me. Questa ragazza è perfetta. Una volta finito la sigaretta, la butto nel cestino. Mi levo la maglietta rimanendo con i pantaloncini blu. Il blu è decisamente il mio colore preferito. Corro verso di lei e, la prendo come un sacco di patate, prima di buttarla nel mare.

«Io giuro che ti ammazzo Will!» Urla, mentre esce dall'acqua. Il mio sguardo scende sulla sua maglietta nera, ormai bagnata. Precisamente sulle sue tette, sulla quale scorre un po' di acqua.

«Smettila di fissarmi le tette.» Alzo la testa e, incontro i suoi occhi color miele.

«La tua richiesta mi devasta.» Le dico incrociando le braccia al petto.

«Mi chiedi l'impossibile, Sara.» Mi avvicino a lei, prendendola dai fianchi. Mi abbasso all'incavo del suo collo, e mi godo il suo profumo al cocco. Strofino il naso sulla sua pelle arrosata, prima di lasciarci una scia di baci.

you are my promise, TeiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora