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Kaji's pov:

Mi sveglio in un letto non mio, mezzo nudo e con pochi ricordi della sera precedente. Mi allarmo subito.

Non può essere successo, non è possibile. Mi alzo di scatto per risolvere i dubbi nella mia mente.

Arrivo in cucina dove vedo Yuko intenta a prendere dei cereali su una delle mensole in cucina.

Kaji:" buongiorno."

Yuko:" vedo che ti è piaciuto il mio sakè. Delle due bottiglie che avevo mi è rimasto solo un goccio!"

Sorrido un po' più tranquillo. È proprio stronza, ma non approfittatrice. Questo mai.

Yuko è nata in uno dei quartieri più malfamati di Tokio. Fino ai 15 anni ha dovuto lavorare sodo per far campare lei e suo fratello dopo l'abbandono dei suoi genitori.

Suo fratello ha finito per invischiarsi in affari loschi che lo hanno portato al suicidio. Io l'avevo già conosciuta quando è successo, sono passati solo due anni. Non è giusto che un ragazzo così dolce ma sciocco paghi le conseguenze di non aver avuto una educazione.

Yuko non è una prostituta, a differenza di quello che le hanno fatto credere per una vita, bensì una studentessa che pur di non pensare se la spassa tutte le volte che non ha niente di meglio da fare. Proprio come me un tempo.

Yuko:" invece di fissare il muro mangia i tuoi cereali, forza."

Kaji:" grazie di tutto Yuko. So quanto possa essere difficile per te entrare in un ospedale dopo ciò che è successo-"

Yuko:" io non entrerò in un ospedale. L'unica cosa che sono disposta a fare è venire a casa tua."

Non batto ciglio, finisco la colazione. Dopo essermi lavato e vestito mi dirigo verso la porta.

Kaji:" vieni a casa mia questo stesso pomeriggio."

Senza attendere risposta esco, diretto finalmente a casa.

Entro sentendo un po' d'ansia nel petto. Apro la porta ed accendo la luce.

Tutto è al proprio posto. Mi guardo attorno e tutto è dove deve essere. Solo in cucina c'è un disastro, il cassetto contenente le posate è stato buttato a terra con tutto il suo contenuto.

Sul pavimento ci sono alcune goccioline sparse di sangue.

Pulisco tutto per poi sedermi sul divano. Come dovrei procedere? Dovrei chiamare Emma? Sicuramente non l'hanno fatto.

Decido di chiamarla.

Emma:" pronto?"

Kaji:" Emma!"

Esclamo con un po' di felicità, del resto questa donna si è finta mia mamma per me.

Emma:" Akihiko?!! Che bello sentirti! Perché non chiami mai?"

Kaji:" scusami, sono stato molto impegnato."

Emma:" raccontami, come stai?"

Kaji:" Emma... Haruki cosa ti ha raccontato l'ultima volta che vi siete sentiti?"

Emma:" ecco vedi, non lo sento da un mesetto ma ricordo mi avesse detto di essere fidanzato."

Kaji:" corretto, ormai stiamo insieme."

Emma:" davvero?!! Sono così felice per voi ragazzi!"

Kaji:" purtroppo però non è questo il motivo della mia chiamata."

Lei non risponde incitandomi a continuare.

Kaji:" Haruki è finito in ospedale. Nel suo corpo sono state rinvenute tracce di droga. Si pensa sia stato aggredito o qualcosa di simile."

Emma:" oddio... Il mio bambino."

Sussurra singhiozzando.

Emma:" grazie di tutto Akihiko, conoscendoti ti stai facendo in quattro per lui. Sei sempre stato così."

Kaji:" farò di tutto per lui Emma, te lo prometto."

Emma:" ne sono certa. Ti affido il mio bambino."

Kaji:" grazie, ti aggiornerò il prima possibile. "

La saluto cercando di fare mente locale. Decido di aspettare a chiamare la polizia, non posso lasciarlo in balia di sconosciuti quando non riesce a riconoscere nemmeno me.

Lo stress mi porta sul terrazzo a prendere quella che deve essere la decima sigaretta che mi fumo negli ultimi due giorni.

Il cuore batte all'impazzata ma non mi importa. Cerco di pensare a mente fredda nonostante il frullatore in cui si trova il mio cervello.

Dovrei parlare col dottore Ichizo di ciò che ho visto in cucina?

Spero vada tutto bene.

Un mal di testa atroce mi colpisce improvvisamente costringendomi a spegnere la sigaretta e tornare sul divano per stendermi. Nonostante il nervosismo riesco ad addormentarmi.

Tutte le emozioni mi scivolano addosso come una leggera pioggia finché gli occhi non mi si chiudono completamente.

Domani riporterò Haruki a casa.

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Ci tengo a specificare che Emma, la madre biologica di Haruki, non ha mai adottato Akihiko.

I due non sono fratelli, lei si è presa la responsabilità di fargli da tutore fino alla maggiore età; non so se questo sia possibile nella vita reale ma nella mia storia lo è :)

Music and cigarettes (Akiharu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora